Universe 1
Thinking of everything accessible to human reasoning
Post n°4 pubblicato il 13 Novembre 2010 da jeffrey.gyasi
Thy look of love has power to calm The stormiest passion of my soul; Thy gentle words are drops of balm In life's too bitter bowl; No grief is mine, but that alone These choicest blessings I have known. Harriet! if all who want to live In the warm sunshine of thine eye, That price beyond all pain must give, Beneath thy scorn to die; Then hear thy chosen own too late His heart must worthy of thy hate. Be thou, then, one among mankind Whose heart is harder not for state, Thou only virtuous, gentle, kind Amid a world of hate; And by slight endurance seal A fellow-being's lasting weal. For pale with anguish is his cheek, His breath comes fast, his eyes are dim, Thy name is struggling ere he speak, Weak is each trembling limb; In mercy let him not endure The misery of a fatal cure. Oh, trust for once no erring guide! Bid the remorseless feeling flee; 'Tis malice. 'tis revenge, 'tis pride, 'Tis anything but thee; Oh, deign a nobler pride to prove, And pity if thou canst not love. Percy Bysshe Shelley. |
Post n°3 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da jeffrey.gyasi
Da ragazzo ho sempre cercato di essere me stesso. Mi spiego meglio: credo nella coerenza e nella costanza dello spirito umano. Queste due caratteristiche sono ben evidenti nello studio della matematica e questo spiegherebbe perché sono così affascinato da questa disciplina scientifica. Così come 2+2 fa sempre 4 e mai nient'altro così credo che il senso dell'essere qualcosa deve avere una costanza. L'essere una cosa non ha più, o forse non ha mai avuto, una costanza. Magari sono pochi i mortali riusciti nell'impressa della costanza dell'essere. Personalmente lo trovo eccessivamente difficile se non impossibile. Ricordiamoci che abbiamo un'innata imperfezione che si manifesta e si propaga in ogni cosa materiale intorno a noi. Direi che l'imperfezione è più una questione nel mondo materiale che in quello astratto. Pensiamo ai numeri. Riuscite ad immaginare quanto perfetti sono, anche quelli irrazionali? Hanno una perfezione traboccante ma esistono solo nella nostra testa. Hai mai visto il numero 0 o 1 o 7 o 100 o il radice di 2? Nessuno ha mai visto questi numeri nel mondo materiale. Quando parliamo di essi non facciamo altro che fare le loro proiezioni sul mondo materiale. In altre parole interpretiamo le loro essenze con oggetti materiali ed è qui che arriva il guaio perché non ci può essere un'interpretazione assoluta del perfetto da parte dell'imperfetto. Cioè la proiezione completa del perfetto sul mondo imperfetto è impossibile in quanto il perfetto è intrinsecamente infinito nel suo essere mentre l'imperfetto è intrinsecamente finito. Questo spiegherebbe perché non riusciamo a comprendere Dio, come credo che esiste un tale Essere, nel suo Essere. Non incolpo il mortale se non riesce nella costanza dell'essere. La colpa è del tempo. La cognizione della suddivisione del tempo è un sapere intrinseca e pesante dell'imperfetto che lo soggetta tirannicamente. La connessione tra l'imperfezione ed il tempo è un intreccio difficile da slacciare. Formano una vera sinergia. L'imperfetto se ne rende conto del suo stato grazie alla cognizione del tempo e la cognizione del tempo rende l'essere imperfetto. Se potessimo un giorno liberarci dalle catene della cognizione del tempo supereremo tutti la mortalità. |
Post n°2 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da jeffrey.gyasi
Ignorant. Vorrei capirti Vorrei predire le tue mosse Vorrei averti nel pugno mio Vorrei avere dominio su di te Giorno e notte ti ho studiato In Cielo e Terra ti ho cercato Pensando di poter conquistarti Con l'intelligenza a me donata Hah! "Intelligenza"! Ora rendo conto che non fu altro Che bisbigli noiosi dell'ignoranza mia Sì, giovane e pieno di speranze gonfiate ero allora Il meglio ha avuto quel Tiranno Su di me come tutti i mortali commiserati E più mi trascina alla tomba Più consapevole dell'ignoranza mia divento Infiniti segreti custodisci gelosamente Per tutta questa sciagura vita mia Invano ho cercato quella divina chiave Che apre la tua cassaforte, Banca dei gioielli degli uomini di scienza Oh, madre Natura.
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