Creato da jeffrey.gyasi il 01/10/2010

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Perfectum et Imperfectum (I)

Post n°3 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da jeffrey.gyasi

Da ragazzo ho sempre cercato di essere me stesso. Mi spiego meglio: credo nella coerenza e nella costanza dello spirito umano. Queste due caratteristiche sono ben evidenti nello studio della matematica e questo spiegherebbe perché sono così affascinato da questa disciplina scientifica. Così come 2+2 fa sempre 4 e mai nient'altro così credo che il senso dell'essere qualcosa deve avere una costanza. 

L'essere una cosa non ha più, o forse non ha mai avuto, una costanza. Magari sono pochi i mortali riusciti nell'impressa della costanza dell'essere. Personalmente lo trovo eccessivamente difficile se non impossibile. Ricordiamoci che abbiamo un'innata imperfezione che si manifesta e si propaga in ogni cosa materiale intorno a noi. Direi che l'imperfezione è più una questione nel mondo materiale che in quello astratto. Pensiamo ai numeri. Riuscite ad immaginare quanto perfetti sono, anche quelli irrazionali? Hanno una perfezione traboccante ma esistono solo nella nostra testa. Hai mai visto il numero 0 o 1 o 7 o 100  o il radice di 2? Nessuno ha mai visto questi numeri nel mondo materiale. Quando parliamo di essi non facciamo altro che fare le loro proiezioni sul mondo materiale. In altre parole interpretiamo le loro essenze con oggetti materiali ed è qui che arriva il guaio perché non ci può essere un'interpretazione assoluta del perfetto da parte dell'imperfetto. Cioè la proiezione completa del perfetto sul mondo imperfetto è impossibile in quanto il perfetto è intrinsecamente infinito nel suo essere mentre l'imperfetto è intrinsecamente finito. Questo spiegherebbe perché non riusciamo a comprendere Dio, come credo che esiste un tale Essere, nel suo Essere

Non incolpo il mortale se non riesce nella costanza dell'essere. La colpa è del tempo. La cognizione della suddivisione del tempo è un sapere intrinseca e pesante dell'imperfetto che lo soggetta tirannicamente. La connessione tra l'imperfezione ed il tempo è un intreccio difficile da slacciare. Formano una vera sinergia. L'imperfetto se ne rende conto del suo stato grazie alla cognizione del tempo e la cognizione del tempo rende l'essere imperfetto. Se potessimo un giorno liberarci dalle catene della cognizione del tempo supereremo tutti la mortalità.  

 
 
 
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