Creato da jeffrey.gyasi il 01/10/2010

Universe 1

Thinking of everything accessible to human reasoning

 

To Harriet (Thy look of love...)

Post n°4 pubblicato il 13 Novembre 2010 da jeffrey.gyasi
Foto di jeffrey.gyasi

Thy look of love has power to calm

The stormiest passion of my soul;

Thy gentle words are drops of balm

In life's too bitter bowl;

No grief is mine, but that alone

These choicest blessings I have known.


Harriet! if all who want to live

In the warm sunshine of thine eye,

That price beyond all pain must give,

Beneath thy scorn to die;

Then hear thy chosen own too late

His heart must worthy of thy hate.


Be thou, then, one among mankind

Whose heart is harder not for state,

Thou only virtuous, gentle, kind

Amid a world of hate;

And by slight endurance seal

A fellow-being's lasting weal.


For pale with anguish is his cheek,

His breath comes fast, his eyes are dim, 

Thy name is struggling ere he speak,

Weak is each trembling limb;

In mercy let him not endure

The misery of a fatal cure.


Oh, trust for once no erring guide!

Bid the remorseless feeling flee;

'Tis malice. 'tis revenge, 'tis pride,

'Tis anything but thee;

Oh, deign a nobler pride to prove,

And pity if thou canst not love.


Percy Bysshe Shelley.

 
 
 

Perfectum et Imperfectum (I)

Post n°3 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da jeffrey.gyasi

Da ragazzo ho sempre cercato di essere me stesso. Mi spiego meglio: credo nella coerenza e nella costanza dello spirito umano. Queste due caratteristiche sono ben evidenti nello studio della matematica e questo spiegherebbe perché sono così affascinato da questa disciplina scientifica. Così come 2+2 fa sempre 4 e mai nient'altro così credo che il senso dell'essere qualcosa deve avere una costanza. 

L'essere una cosa non ha più, o forse non ha mai avuto, una costanza. Magari sono pochi i mortali riusciti nell'impressa della costanza dell'essere. Personalmente lo trovo eccessivamente difficile se non impossibile. Ricordiamoci che abbiamo un'innata imperfezione che si manifesta e si propaga in ogni cosa materiale intorno a noi. Direi che l'imperfezione è più una questione nel mondo materiale che in quello astratto. Pensiamo ai numeri. Riuscite ad immaginare quanto perfetti sono, anche quelli irrazionali? Hanno una perfezione traboccante ma esistono solo nella nostra testa. Hai mai visto il numero 0 o 1 o 7 o 100  o il radice di 2? Nessuno ha mai visto questi numeri nel mondo materiale. Quando parliamo di essi non facciamo altro che fare le loro proiezioni sul mondo materiale. In altre parole interpretiamo le loro essenze con oggetti materiali ed è qui che arriva il guaio perché non ci può essere un'interpretazione assoluta del perfetto da parte dell'imperfetto. Cioè la proiezione completa del perfetto sul mondo imperfetto è impossibile in quanto il perfetto è intrinsecamente infinito nel suo essere mentre l'imperfetto è intrinsecamente finito. Questo spiegherebbe perché non riusciamo a comprendere Dio, come credo che esiste un tale Essere, nel suo Essere

Non incolpo il mortale se non riesce nella costanza dell'essere. La colpa è del tempo. La cognizione della suddivisione del tempo è un sapere intrinseca e pesante dell'imperfetto che lo soggetta tirannicamente. La connessione tra l'imperfezione ed il tempo è un intreccio difficile da slacciare. Formano una vera sinergia. L'imperfetto se ne rende conto del suo stato grazie alla cognizione del tempo e la cognizione del tempo rende l'essere imperfetto. Se potessimo un giorno liberarci dalle catene della cognizione del tempo supereremo tutti la mortalità.  

 
 
 

Ignorant

Post n°2 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da jeffrey.gyasi

Ignorant. 

Vorrei capirti

Vorrei predire le tue mosse

Vorrei averti nel pugno mio

Vorrei avere dominio su di te

Giorno e notte ti ho studiato

In Cielo e Terra ti ho cercato

Pensando di poter conquistarti

Con l'intelligenza a me donata

Hah! "Intelligenza"! 

Ora rendo conto che non fu altro

Che bisbigli noiosi dell'ignoranza mia

Sì, giovane e pieno di speranze gonfiate ero allora

Il meglio ha avuto quel Tiranno 

Su di me come tutti i mortali commiserati 

E più mi trascina alla tomba

Più consapevole dell'ignoranza mia divento

Infiniti segreti custodisci gelosamente

Per tutta questa sciagura vita mia

Invano ho cercato quella divina chiave

Che apre la tua cassaforte,

Banca dei gioielli degli uomini di scienza

Oh, madre Natura.


 

 

 

 

 
 
 

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