La Mente e l'AnimaIl blog tratta di arte in generale, dell'immenso universo della pittura, della poesia, della musica e del disegno. Noi che siamo padroni di un corpo e di un'anima, tentiamo di fare tutto il possibile per descrivere ciò che nel nostro tempo possiamo ammirare ed assaporare o disprezzare ed evitare, attraverso noi stessi e con la forza del pensiero e dell'immaginazione che vanno a congiungersi con ciò che ci circonda . |
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Post n°60 pubblicato il 19 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie
panico
Zemzemi K. |
Post n°59 pubblicato il 19 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie
non so bene in realta come giostrarmi qui nel deserto, non ricordo l ultima volta che ci sono stato, non ricordo bene quasi nulla dell ultima volta che ci sono stato. tranne di quelle cose che tutti ricordano del deserto, le spighe di grano i fiori l acqua, acqua a fiotti dal cielo e dalla terra, i girasoli, i prugni i meli i peri, le maglie a maniche lunghe. bello il deserto. ma forse non me lo ricordavo bene, o forse in questi anni e' cambiato. ora il vento durante il giorno e' caldo e' cocente, e tutta questa sabbia non so da dove sia arrivata, camminarci sopra, con questo vento poi, pare di immergermi in una friggitrice... beh non sono pronto a tutto questo, mi aspettavo facesse piu fresco, mi aspettavo di farmi certe dormite in compagnia di qualche venticello fresco che porta il nome di qualche bella signorina... e invece no, sono immerso qui tra infinite dune di sabbia a sudare l anima, a perder capelli e scaglie di pelle... e poi quegli animalacci, gialli, giganti, grotteschi, dalle sembianze di befana... quegli stronzi, durante il pomeriggio passano sculettanti e tetri e goffissimi a portarmi lungo vie sconosciute piene di iene, iene affamatissime, ma spaventatissime, che quindi continuano inesorabilmente ad aver fame, ogni ora di piu, ogni giorno di piu, e con la fame cresce la rabbia, ma con la rabbia cresce lo spavento, iene arrabbiatissime affamatissime spaventatissime... paura di che poi? volendo potrebbero mangiarmi vivo, il caldo mi tormenta, mi affatica, nemmeno un dito riesco a muovere, e se non fosse per quegli animalacci me ne starei oziante oziante su quell amaca che ho costruito con quelle inutili maglie a maniche lunghissime che mi ero portato, eppure niente, io e quel coso passiamo e loro non fanno altro che litigare fra di loro, la paura le porta addirittura a far finta di nulla dinnanzi al mio passaggio e se la litigano effimere e becere, cadenti, fra di loro, non ottenendo nulla, mangiano solo quando una di loro muore di fame di stanchezza per il caldo... iene nel deserto, iene del deserto, mi cago sotto, potrebbero uccidermi, ma inette sono cieche alla vita, aggrappate ad un manico d ossa se la muiono nell inferno della loro rabbia, effimere bruciano. ma io imperterrito mi cago sotto quando passo li, quelle vie, quelle orribili facce, quel cazzo di caldo... cazzo, non so come sono arrivato qui. e non so come ci sono arrivato le altre volte. ricordo sempre che prima di trovarmi qui vedo occhi luminosi e giganti, e poi bararti di letti umidi, mostri urlanti e schifosissimi flaccidi che mai ho capito se facciano parte della realta o di qualche sognaccio di culo... ora che ci penso, l ultima volta, l ultimo istante prima di arrivare qui, l ultimo istante nella mia stanza, a monte, in quella villetta fra le nevi, ero sul mio letto, ed era umido... e ricordo, son sicuro, che avevo in mente occhi grandi e iridescenti, e c era un mostro verde merda che mi osservava... e poi un vento freddo, gelido, da brividi, che trasportava pidocchi... ah ecco... il letto, il vento, i mostri, i pidocchi, quei due fottutissimi occhi, ed eccomi qui, fra le iene, il caldo, gli animalacci che mi portano nella luce dell inferno con le iene... ah ecco... ah ecco... il fottutissimo deserto. il fottutissimo caldo, inferno, inferno, iene. conosco questo posto, lo conosco da secoli, qui cala il sipario sulla mia notte insonne. ah ecco... ah ecco...
Zemzemi K. |
Post n°58 pubblicato il 19 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie
quanto sono alte le spighe di grano qui, sembrano muri, come la sabbia e l'immondizia attraversando questi quartieri lungo la strada. quando e' buio arrivo addirittura a pensare che non ci siano stelle, che il cielo della nostra terra si sia tutto infittito e che ciechi la luce di quelle piccole lune rilassate nel tacere candido del nulla. e mi deprimo. solo il mattino dopo riesco a sorridere e capire che sono i muri ad oscurare il firmamento, che in altri luoghi, chissa dove qui sulla terra, loro si vedono, illuminano...quando poi il sole e' ben alto e tutto si vede chiaro e folgorante, e spesso si alza timido il vento, mi vien da notare le foglie che vibrano insieme ai sacchettini della spazzatura sparsi e alle pozzanghere di piscio fresco dei barboni in terra, e sembrano grossi brufoli pussosi su un viso che sarebbe angelico o pidocchi sui capelli nerboruti di Sansone. e mi deprimo. strano pensare a quel olezzo o a quella notte, e voltarmi a guardarli e ad assaporarli. sono sempre cosi vicini nonostante la distanza, basta voltarmi ed ettari di strada crollano, secoli di vita si fanno attimi... voltarsi e guardare mi resta come la pesca, come, dopo aver allungato il filo a metri di distanza lanciando l esca, lo si riprende, che sia lui lontano 2 metri o 3 o 5 o 20. simpatico voltarmi a quegli olezzi o al buio senza piu stelle... simpatico si... un boccone caldo brace che mi squaglia la trachea... simpatica morte come tante; come tante prima di quella cicca, semplice, che nulla puo, se non portarti via dal voltarti alla notte cieca, al maleodore del piscio dell immondizia, ti porta a non morir piu. una morte cicca, semplice, che surclassa le altre, le zittisce, per sempre... e sembra, quando si attraversano certi quartieri della vita, quasi meglio...
Zemzemi K. |
Post n°57 pubblicato il 24 Giugno 2015 da ArtigianidelPensie
Tag: autostoppisti, caldo, coglioni, convinzione, goccia, infinito, meta, ombra scolorita, passante, perpendicolari, Ragione, rosso, sangue, schermo nero, segmenti, strisce, tartufo, terra, umore, vagabondi Canini aguzzi affondano nella gola dei disperati, sgorga il sangue caldo a terra, ristagna la goccia rossa, colorata la strada sporca di auto e idioti al volante mentre un passante non vedente rischia la vita sulle strisce, linee divise, perpendicolari che non si incontreranno mai, solo verso l'infinito. Ora sciocchi coglioni dispersi, vagabondi, esseri attaccati ad uno schermo nero, il riflesso dell'umanità con la sua ombra scolorita. Segmenti di umori accoltellano un uomo ricco, il posto adatto per marcire è il bosco, come tartufo sotterra le tue stupide convinzioni e regola la valvola della ragione. Autostoppisti senza meta con il loro fardello esistenziale, verso la salvezza psicologica, verso la fine della monotonia che spegne la volontà, vizi e virtù, pazienza e voglia, per illuderci, per condurre l'enigma che ha ucciso la ragione a costituirsi. Pistole, proiettili come pietre lanciati per fare male, guerra che elogia la pazzia e violenta la serenità, ostacoli insuperabili senza coraggio, senza ingegno. Orrori passati senza un minimo di sdegno, caos e calma, tanta fretta per riuscire a fare qualcosa in tempo, prima della chiusura. Fame da soddisfare. C'è da sapere, ancora da sapere perchè c'è troppo al mondo da capire prima di spiegare.
Morris Castorio |
Post n°56 pubblicato il 21 Giugno 2015 da ArtigianidelPensie
Stelle nella notte, più lontane dell'avvertenza della brillantezza. Germogli strappati dalla terra come morsi dall'istinto di non fiorire. Viandanti persi vagano, senza sapere dove andare, illusi di trovare una via di fuga. Cespugli e rovi di spine, fiori e odori naturali ingannano i sensi, addolciscono la vita. Mille passioni coltivate riempiono i giorni. Fulmini, tuoni e rumori che rimbombano nello spazio. Suono che scuote e taglia l'atmosfera. Amore da assaporare con le labbra chiuse, come la più grande forma di educazione, rispetto e rigore per passare le ore a scrivere parole. Lettere in fila come soldati liberi dalla guerra, veterani dell'essere stati innocenti. Lacrime ormai asciutte su gote vissute, alla stregua di sorrisi e inganni della mente. Occhi lucenti, come diamanti irradiano, con il loro raggio di luce illuminano la caverna buia dell'anima umana.
Morris Castorio |
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 05/10/2016 alle 17:07
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 12:38
Inviato da: ArtigianidelPensie
il 11/09/2016 alle 16:21
Inviato da: camnisi1943
il 10/09/2016 alle 21:13
Inviato da: camnisi1943
il 10/09/2016 alle 21:12