La Mente e l'Anima

Il blog tratta di arte in generale, dell'immenso universo della pittura, della poesia, della musica e del disegno. Noi che siamo padroni di un corpo e di un'anima, tentiamo di fare tutto il possibile per descrivere ciò che nel nostro tempo possiamo ammirare ed assaporare o disprezzare ed evitare, attraverso noi stessi e con la forza del pensiero e dell'immaginazione che vanno a congiungersi con ciò che ci circonda .

 

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CIOCCOLATA SCIOLTA PER STRADA

Cioccolata sciolta per strada
sotto il sole estivo
sull'asfalto rovente
 camminando e
 consumando le suole delle scarpe
andando verso oltralpe
per poi amare la vita e la voglia di andare via
punture di zanzare nella mente
gente che fissa il tuo essere e si pone domande
foto scattate al mondo
e tessere inserite fino in fondo per ritirare denaro sporco
vado oltre taglio e giro corto
viaggio ancora da intraprendere
nella vita bisogna sapere attendere
 il momento adatto
senza fretta
perchè non si sà mai cosa ti aspetta
non mettere mai la testa a posto
altrimenti non la ritrovi più
non ci son sbagli che non valgono troppo per buttarti giù
ora in pausa dal lavoro in nero
ora in un'ora fatta d'oro puro
coloro che sono distratti
son caduti senza accorgersene
alcuni fanno buchi nell'acqua
altri si bucano le vene
le sirene nel mare vorrebbero cantare
i chitarristi improvvisati
si sono destati dal sonno eterno della ragione
ora inseguono la loro passione
non ci sono cose buone come
 la maledizione di esistere ed esitare
a fare quello che ti pare
non mangiare
per non spendere
non cagare
per non pulirti la coscienza
ma non potremmo mai restare senza
 un briciolo di coerenza
bevo vino rosso raccolto dalla vite
clima mite e matite con la punta affilata
carta bianca riempita di emozioni
buoni o cattivi i pensieri volano via
come farfalle nella natura
radura della cultura nascosta
senza mai farlo apposta
senza mai fermarsi a fare sosta
qual'è la prossima mossa
scossa al terreno
cielo sereno e senza nuvole
timide le pietre silenziose ti fissano
e dialogano con gli alberi spaventati dal fuoco
del loro meschino destino
cioccolata sciolta al sole per addolcire le persone.

 

                                                                           Morris

 
 
 

Era

Post n°64 pubblicato il 29 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie
 

era guardare l oceano dal terzo mondo, sensazione di stelle, di vita, di nuova vita... scommettere tutto per raggiungere la costa opposta, senza conoscere la meta, senza sapere se per arrivarci morirari squartato da uno squalo o dall'ansie nel vedere onde immense a due passi da te, pronte a deglutirti intero... ricordo lo sfiorare la sua sabbia la prima volta, il vento la accarezzava in vortice caldo freddo, caldo freddo, e lei ovviamente non lo sentiva, ero io a sentirlo, e lo sentivo tutto, il mio corpo sudava caldo freddo, caldo freddo... fu stupendo veder danzare quei chicchi in giravolte, capriole, salti in aria e come ho gia detto fu ancor piu stupendo quando il vento fattosi cupido porto' a me quella sabbia che mi sfioro appunto,mi tocco, mi sorrise, mi entro' dentro tutto d'un fiato come il negroni che non mi ero affatto sorseggiato prima di andare li, a osservare l oceano. il bello fu che quella danza era solo il velo, cieco e muto, di quello splendore, di quelle onde, di quell infinita' che vedevo racchiusa anche nell unica goccia che pote sfiorarmi appena la pelle, quando per caso si mosse verso me che pero' mi allontanai, per non bagnarmi.

 

 

 

 

                                                        Zemzemi K.

 
 
 

Quell'Ultima Sera

Post n°63 pubblicato il 24 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie
 

E ora agli sgoccioli
Inspidi gli sguardi cadono
Arrosiscono le gote dei concubini
Si inumidisce il ghiaccio nei bicchieri
Gli ultimi occhi piangono dopo il tramonto
Al fischiettio di una canzone paranoica
Mai come me
Che ho le labbra in vino
La mente in cielo
Fra le scure occhiate del divino
Re del dolore
E di quel torpore
Ormai giudice del domani
Che urla un'unica certezza:
É finita la primavera,
È finita l alba e giungera presto
L inverno freddo della sera

                                                                        Zemzemi K.

 
 
 

ALCOL

Camminavo, passo lento, per una volta. Guardavo in basso, come sempre - i sampietrini parevano seguirmi tutti uguali lungo quella via, non avevo notato mai  quanto fossero insistenti e svelti e cani da fiuto alla mia ricerca-. Il vento mi entrava e usciva dalla camicia come a perforarmi il corpo. Intorno il sole le nuvole il.cielo sempre li e un uccellino piccolo e grigio e giallo che si affacciava  dal nido esagerando e cadendo per riprendersi poi  in un volo lieve come fosse una farfalla - a me parve, inizialmente, una farfalla, così colorato e così lieve così fine-. Andavo da Red  e non pensavo, non pensavo ne al suo calore ne alla sua frescura nel pomeriggio  ne a quanto lei mi facesse male. Andavo da lei per non andare da me, probabilmente per non pensare. Mi distraeva lei. Intorno i mattoncini dei muri erano sangue vivissimi, mi guardavano e sembravano piangermi o forse ridevano di me,  mi perculavano, perculavano quel mio viaggio quella mia meta. C'erano le rondini poi, pipistrelli allegri che non mi volevano a tal punto da starmi lontani, oltre la mia vista volavano, probabilmente sapevano che la mia vista è menomata  che sono presbite miope astigmatico - mai capito come sia possibile essere ragno gatto topo insieme o forse non c'entra forse si può essere tutte queste cose insieme, si, sicuramente si, lo si può  essere-. Le cose così intorno a me mi perculavano tutte in pratica. Un gatto vecchio mi sorrise, l'unico, era pece e fuoco era melma, mi sorrise per qualche secondo e mi guardava e mi diceva non so cosa, perché non lo ascoltavo, andavo  da Red io, e non ascoltavo nulla che la sua voce e mi faceva male il cuore, ogni parola uno spillo signore, ogni parola  un graffio un dolore un tintinnio una forchetta e un coltello  e un tavolo per due, io e Red. Lei senza sedia io seduto sul letto del mare e lei  a bassa voce che mi voleva amare ed io silenzioso che mi facevo baciare come nuvola come vento Come sole

 

                                               Zemzemi K.

 
 
 

Alcol e i demoni

Post n°61 pubblicato il 21 Agosto 2016 da ArtigianidelPensie

io resto qui,  

tra il buio e la nebbia 

mi piacciono i demoni

a volte li dipingo 

che mi crocefiggono su quel palo dietro casa 

o che si accingono a colpirmi con la mazza 

a volte ci gioco 

li porto in aria 

abbracciandoli con forza e li respiro

sanno di fuoco, poi di cenere, poi di nulla

come i sogni che ormai restano

qui a terra nella stanza

belli i demoni, son di compagnia

dopo che Red se ne e' andata

e' con loro che passeggio per la via

e lei era ritardata

e mi contagiava...poi, non era solo mia

Red era effimera, mera distrazione

 ma era facile allontanare i demoni con la distruzione 

e se poi ci penso

senza loro 

sarebbe noiosa, questa desolazione...

 

                                                    Zemzemi K.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: ArtigianidelPensie
Data di creazione: 19/04/2015
 

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