Ancora una volta...

Gramellini


L'amore a prova di aggettivo MASSIMO GRAMELLINI Quali aggettivi abbinare alla parola amore? Mentre ci pensate, darei la parola al penultimo convitato del Simposio, che altri non è che il padrone di casa: il poeta Agatone. Il primo aggettivo scelto da lui è: giovane. «Eros», declama Agatone, «per sua natura odia la vecchiaia e non le si accosta neppure da lontano». Mi permetto di dissentire. Nel bellissimo incipit del romanzo «Alta fedeltà», Nick Hornby sostiene che sono le pene d'amore a presentarsi con più forza nella giovinezza. Nessun addio sarà mai atroce come il primo addio, nessun «no» ti scaverà mai le budella come il primo «no». L'adolescenza è la stagione delle emozioni assolute.Poi la vita provvede a inserire tamponi d'ovatta sul cuore e né gioie né dolori saranno più gli stessi. Negli adulti le passioni vibrano meglio, magari, però con minore intensità. Per fortuna l'amore non coincide con l'emozione, ma con il sentimento. E un sentimento si può provare a qualsiasi età, anche durante la terza, quando si hanno strumenti più sofisticati per coglierne le sfumature.Agatone si riscatta ai miei occhi con la scelta del secondo aggettivo: delicato. Usando un'immagine poetica (d'altronde è un poeta), dice che Eros non cammina sulla terra e neppure sulle teste degli uomini come invece fa Ate (l'inganno, che si insinua nei nostri pensieri quando pensiamo troppo e «sentiamo» poco). I piedi del dio dell'amore sono talmente delicati che riescono a posarsi soltanto sulle superfici più morbide: l'anima e il cuore. Appena si imbattono in un cuore duro, si allontanano subito. Nulla da aggiungere da parte mia, se non che i piedi di Eros, prima di fare dietrofront, dovrebbero essere così cortesi da avvertire colui (o colei) che quel cuore duro sta disperatamente cercando di conquistare. Temo che Eros risponderebbe che lui quel messaggio lo manda sempre: sono gli innamorati senza speranza a non volerlo ascoltare. Ad Agatone rimane ancora un terzo aggettivo: flessuoso. La flessuosità fa parte dell'ideale greco di bellezza. Andrebbe ricordato ai chirurghi estetici e soprattutto ai loro clienti. Non nelle rughe sta la bruttezza, ma nella rigidità innaturale delle espressioni del corpo.Fin qui il padrone di casa del Simposio, che sentendosi giovane, delicato e flessuoso ha immodestamente attribuito a Eros i propri tratti. Mi spaventa l'idea di imprestargli i miei: spelacchiato, con la zeppola e la pancetta. Meno male che domenica prossima parlerà Socrate. E lì non ci sono aggettivi che tengono: è magia pura. Simposio di Platone (IV secolo a.C.) Discorso di Agatone