Post n°1595 pubblicato il
17 Ottobre 2010 da
charliebrowna
Lo so, le foglie gialle rosse marroni, umidicce scrocchianti, il venticello pungente, il cielo madreperlaceo, o grigiopirla che dir si voglia, le castagne le noci, i falò le torte paesane.
Una meraviglia, lo so.
Ma a me l'autunno non piace. Da sempre.
Mi rammento unenne nella mia bella carrozzina che raggrinzivo il musetto in una smorfia di orrore per la scoperta del gelo. Io, nata nel mese di luglio. Io, nata nella caldazza estiva di città briantea. Io, io avrei dovuto sopportare quella roba lì che ti congela piedi e mani e sbatacchiare i denti (ok, i denti non li avevo ancora, ma il ciuccio sbatacchiante non rende l'idea).
Ecco, quindi, oggi, quarant'anni dopo (ero unenne proprio per far cifra tonda), che in questi giorni patisco enormemente il mutar climatico.
Queste giornate mi rendono estremamente malinconica, rognosa, pigrosa.
Malinconica verso le situazioni, quelle passate, quelle perse, quelle ipotetiche, quelle sognate.
Rognosa verso atteggiamenti, miei, altrui. Perennementi sbagliati i miei, incomprensibilmente distanti quelli altrui.
Pigrosa nelle reazioni, alle situazioni che potrei ma non voglio, agli atteggiamenti che dovrei ma non voglio, al grigiore che vorrei ma non voglio.
E quindi? quindi indulgo, sollevo me medesima da questi crucci fatui.
E come? ma spadellando di buona lena.
Che poi sta cosa cozza con i buoni propositi alimentari di inizio settembre.
D'altronde, era ancora estate.
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