MillePiedi

Post N° 12


Capitolo 4. Se non ho passato, ho inventiva.
Scritto da shockportatileImboccarono un condotto, poi svoltarono in un altro un poco più basso e ancora più buio. Felipe annusava l’aria gelida di chiuso, ascoltava i suo passi , quelli di Josè strascicati in scarpe di cartone. Sopra di loro, a tratti ,si sentivano voci e onde di tacchi che marciavano:dipendeva sicuramente dai vari strati di pavimento che li separavano dal giorno, dalle strade alberate, dai vestiti colorati, dalla luce tiepida del sole o dalla neve .” … la neve bianca luce montagna fuoco camino neve sci sole orsi bianchi lepri bianche civette bianche ..” un’onda di associazioni esplose nella testa di Felipe, uno squarcio nel grigio di un tumulo. L’essere umano invecchiato nel corpo e nello spirito, nell’intelletto presenilizzato, stava tirando calci a quella scorza rattile di oblio.L’uomo, pur sempre animale, stava risorgendo nelle connessioni cerebrali. Dalla malattia mentale si può guarire e nessuno lo sapeva.- Felipe…Josè lo guarda seduto a terra, poco lontano due arance imputridiscono.- che anno è Josè?- 2049 pofferbacco!- E tu nel duemilaquarantanove dici ancora pofferbacco.Josè gli porge la mano e dice:- Muoviamoci, tra poco i bambini devono andare a letto.La porta è lucida, sembra quella di un’astronave vista nei film da ragazzo, al cinema o nella sua cameretta del riformatorio. Acciaio puro.- Vai pure, dieci minuti ok. Ti aspetto qui, io intanto mi fumo una sigaretta …- Prima una domanda e ovviamente un tiro alla sigaretta menzionata, io una volta fumavo sai? Ecco, qui dentro c’è puzzo di bruciato, di combustione, come mai? Mica vivrete nei condotti del gas … ah no giusto, altrimenti come potresti fumarti quella sigaretta … mah, quest’odore, c’è.- Provarono a bruciarci qualche anno fa, un paio di volte, sai com’è: ardere per sterilizzare. Dei folli, come ci son sempre stati d’altronde. Quando i negri, quando i poveri, quando le donne, quando gli zingari , comunque c’è sempre qualcuno che si sente superiore.Felipe fece un tiro alla sigaretta, ingoio il fumo come fosse un rito , chiuse gli occhi e lento lo espirò sull’acciaio della porta.- Ciao.Entrò.I neon sparavano una luce fredda sul pavimento verde come un tavolo da biliardo.Molti bambini,dai cinque sei anni ai quattordici, stavano costruendo un materasso con delle valigie di pelle morbida, altri una piramide di trolley. Alcune bambine si provavano degli abiti, ridevano di una bimba grassa che si era messa un tubino verde pisello. La chiamavano Madama Primavera.Una bimba con degli occhiali da vista poggiati sulla punta del naso si avvicinò ballettando a Felipe e , canzonandolo, gli disse: - Dieci minuti soltanto nonnino!- Dove sono le valigie … piccola?Per un istante non aveva detto microbo. Microbo, qualcosa di piccolo, nella valigia c’era qualcosa di piccolo, il coltello e i due tipi, la droga, i trip … nella valigia c’era della droga. Un sacco di droga.- A parte quelle che stanno usando loro , ce ne sono una decina di migliaia nel corridoio H4, come puoi vedere le lettere sono dipinte da chi è cresciuto bambino qui dentro, là su quegli scatoloni appesi al soffitto.Bofonchiò un grazie , Felipe, e iniziò ad incamminarsi verso il corridoio. Sotto i piedi il tappeto di fiorellini di plastica scoppiettava.La bambina glielo aveva detto ma vederle diecimila e passa valigie impilate, incastrate a creare un mosaico di pelle di coccodrillo e di vitello, tessuto idrofobo, cartone e lana, è suggestionante.Il signor Felipe ha sei minuti di tempo – i bambini parlavano dentro un megafono di cartone ed erano tutti alle sue spalle.La valigia era marrone, ma che se ne faceva del suo contenuto anche se. Vabbè Felipe inizio a cercare.Il signor Felipe ha quattro minuti, tre minuti, due minuti … Il signor felipe ha un solo minuto e deve avviarsi all’uscita.Con una mano grigia , afferrò una valigia marrone, strappò via l’etichetta col nome senza farsene accorgere e la mise in tasca.- Eccola!!!!Urlò felice e dentro di sé inizio a pregare di non trovarci un vestito di Trussardi.I bambini iniziarono a cantare e a soffiare bolle di sapone , accompagnarono Felipe alla porta e la porta si richiuse dietro di lui.Prossimo blogger inattesadi