Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
* Herman Hesse
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
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Pablo !
Post n°1236 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da MioDestino
Il Museo del Vittoriano di Roma riapre la stagione con una mostra imperdibile: Picasso - 1917-1937. L'Arlecchino dell'arte. L'esposizione delle opere del grande Maestro del '900 si terrà dal 10 Ottobre 2008 all'8 Febbraio 2009. Venti anni di storia del grande pittore spagnolo che, tra le due guerre, ha realizzato molte opere contraddittorie.  La mostra intende rappresentare le fasi discordanti che Picasso, in quegli anni, ha attraversato: ritorno all’ordine (neoclassicismo), astrazione, Surrealismo ed Espressionismo.  Una mostra per scoprire attraverso le opere di Picasso, oltre alla sua bravura pittorica, il grande fervore che a metà del XX secolo ha colto le menti dei grandi artisti, che hanno tradotto nelle loro opere i loro ideali e le diverse visioni del mondo. Picasso - 1917-1937. L'Arlecchino dell'arte Complesso del Vittoriano Via di San Pietro In Carcere, Roma dal 10/10/2008 al 08/02/2009 orario: lun-gio 9.30-19.30, ven-sab 9.30-23.30, dom 9.30-20.30 (gli orari potrebbero subire delle variazioni, verificare via telefono) biglietti: euro 10, ridotto euro 7.50 Info. tel. 066780664 museo.vittoriano1@tiscali.it  |
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Jules ebbe degli echi dei loro attriti. Raccontò loro una storia indù:
«Due amanti provavano i tormenti dell'amore e della gelosia. Conobbero insieme la più grande felicità, e la sciuparono. Molte volte si separarono e si ritrovarono, più innamorati di prima. Ma ognuno fece soffrire l'altro. Si lasciarono per sempre. Qualche anno dopo lui, col cuore spezzato, volle rivederla prima di morire. La cercò, viaggiò, pensando che, dovunque lei fosse, la sua bellezza l'avrebbe resa famosa. La ritrovò vedétte di una di una compagnia di danzatrici che conducevano un'esistenza frivola. Le andò incontro, la guardò, e non trovava niente da dirle, e le lacrime gli scendevano dagli occhi. Seguì la compagnia, e contemplava l'amica che ballava e sorrideva per gli altri. Non c'era rimprovero in lui, e non desiderava da lei che il permesso di guardarla. "Finalmente mi ami davvero!" gli disse lei».
Jules disse a Kathe:
«La tua massima è questa: in una coppia bisogna che almeno uno dei due sia fedele: l'altro».
Disse pure:
«Se si ama qualcuno, lo si ama così com'è. Non si desidera influenzarlo, perchè, se ci si riuscisse, non sarebbe più lui. Meglio rinunciare all'essere che si ama che cercare di modificarlo con la pietà o la tirannia».
Jim avrebbe voluto morire di Kathe. Sopravvivere era un'offesa. I ragni maschi lo sanno, e anche le loro femmine.
da Jules et Jim | Francois Truffaut
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