Creato da mo_werefox il 31/10/2009

Il diario di Mo

annotazioni affettive dal Metaverso

 

 

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La Grande Madre e la Piccola Figlia

Post n°101 pubblicato il 20 Novembre 2010 da mo_werefox

 

Atterro su una montagna con lingue di fuoco alla sommità, ma nulla nel paesaggio è temibile, anzi. La foresta si estende impenetrabile e fittissima ai miei piedi, un mare verde che sfuma nelle acque blu che circondano quest'isola incantata.

Dò un'occhiata al paesaggio vasto, poi mi tuffo negli alberi. Comincio a farmi strada nel sottobosco. Questo posto è un susseguirsi di incanto e contemplazione, la musica lenta e dolcissima invita la mente ad aprirsi ai misteri che nasconde con un sorriso. Non è cupa, quest'isola, nonostante la vegetazione rigogliosa che la ricopre gelosa. La luce si apre varchi improvvisi e inonda il verde di riflessi. Un corso d'acqua percorre la foresta, e decido di seguirlo. Di tanto in tanto globi luminosi scivolano fra i rami e gli sterpi, a segnalare qualche forma di vita che mi osserva. Piccole tracce, piccoli oggetti abbandonati che raccolgo: pietre, foglie, una piuma. Sono tutta intenta in questa caccia al tesoro elfico quando ad un tratto la musica tace, i rumori della foresta pure.

E' allora che la vedo: bianca, immobile, dormiente. La Grande Madre. La vedo e mi siedo, su un tronco a terra. Non mi avvicino: non mi sento piccola di fronte a lei, non mi sento protetta di fronte a lei, la guardo e basta. L'ho vista e lo stupore m'ha preso. La guardo e una sottile ostilità si infila. Che avrai da dormire quanto tutto è lotta e sofferenza? Nessuno ha il coraggio di interrompere il tuo riposo, persino le foglie interrompono il fruscio, eppure avrei voglia di gridare, di scuoterti, ma l'idea di toccarti mi ripugna e non voglio incontrare i tuoi occhi. Distolgo i miei, temo che la fissità del mio sguardo ti risuoni, frastornante come il lacerante grido che ho chiuso nella mia anima. Mi appoggio con la schiena al grande albero che ho dietro, ma non chiudo gli occhi, non mi fido. Continuo a controllarti, di sottecchi. Assorbo l'energia del padre, ma è un padre senza maiuscole. Mi alzo: camminerò fra gli elementi, padroneggerò la loro forza, mi impossesserò della furia. Solo allora tornerò, forse, tornerò da te.

 

 
 
 
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