La leggenda del ragùLa leggenda legata al famoso ragù napoletano, decantato anche dal grande de Filippo in una sua poesia dal titolo
appunto 'o rrau'A
Napoli alla fine del 1300 esisteva la Compagnia dei Bianchi di
giustizia che percorreva la citta' a piedi invocando "misericordia e
pace". La compagnia giunse presso il "Palazzo dell'Imperatore"
tuttora esistente in via Tribunali, che fu dimora di Carlo, imperatore
di Costantinopoli e di Maria di Valois figlia di re Carlo
d'Angio'.All'epoca il palazzo era abitato da un signore che era nemico
di tutti, tanto scortese quanto crudele e, che tutti cercavano di
evitare. La predicazione della compagnia convinse la popolazione a
rappacificarsi con i propri nemici, ma solo il nobile che risiedeva nel
"Palazzo dell'Imperatore" decise di non accettare l'invito dei bianchi
nutrendo da sempre antichi e tenaci rancori. Non cedette neanche quando
il figliolo di tre mesi, in braccio alla balia sfilò le manine dalle
fasce ed incrociandole grido' tre volte: "Misericordia e pace". Il
nobile era accecato dall'ira, serbava rancore e vendetta, ed un giorno
la sua donna, per intenerirlo gli preparo' un piatto di maccheroni. La
provvidenza riempi' il piatto di una salsa piena di sangue. Finalmente
commosso dal prodigio, l'ostinato signore, si rappacifico' con i suoi
nemici e vesti' il bianco saio della Compagnia. Sua moglie in seguito all'inaspettata
decisione, preparo' di nuovo i maccheroni, che anche quella volta come
per magia divennero rossi. Ma quel misterioso intingolo aveva uno
strano ed invitante profumo, molto buono ed il Signore nell'assaggiarla
trovo' che era veramente buona e saporita.La chiamo' cosi' "raù" lo stesso nome del suo bambino.