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« IL SETTIMO ANNOSVANITY SI FERMA E RESPIRA »

PETER PAN VESTE IN ROSA

Post n°6 pubblicato il 03 Settembre 2010 da Svanity
 
Foto di Svanity

Non mi bastavano più le cene e le serate fuori con le amiche, a parlare di cazzate, vita coniugale, pargoli presenti e futuri, l'ultimo paio di Prada e le avance del capo. No, non ci diamo limiti e ora l'aggiornamento si fa anche a pranzo. A 32 anni due incontri non bastano più, la vita inizia a starci stretta e riguardiamo agli anni in cui poco più che ventenni preparavamo la nostra carriera, cercavano di divertirci il più possibile, di viaggiare il più possibile, pronte ad assorbire tutto quello che succedeva come delle spugne. Magari con le esperienze di vita c'era qualche vodka lemon in più e qualche ragazzo di cui non ci ricordiamo neppure il nome. Eh si, capita anche di non ricordarsi con chi ci si è appartati su quel divanetto quel venerdì sera quando in consolle c'era Coccoluto e la disco era l'ultimo posto dove volevamo essere. Si chiama gioventù anche per questo, anche per le cazzate fatte, alle quali oggi si pensa con il sorriso sulle labbra, mentre all'epoca ci facevano perdere il sonno. Dicono che gli uomini soffrono della sindrome di Peter Pan, scusatemi, ma credo che come patologia sia contagiosa. Perché le relazioni di oggi hanno vita così breve? Una delle ragioni è che nessuno ha tutta questa voglia di crescere, di maturare. Uomini si, ma anche le donne. A 32 anni con lavoro piazzato, gavetta a buon punto, casa comprata, macchina ok ed una quantità di scarpe da poter camminare a gratis per altre 5 vite, lo ammetto, non ho voglia di fare la martire. Mi manca il coraggio e la forza di volontà che mia nonna e mia mamma hanno avuto nel crescere dei mariti Peter Pan, o che per lo meno non avevano nessuna intenzione di far parte di una coppia in modo attivo, ma di avere solo la firma della casa cointestata. Questo pensiero molto egoista mi viene dopo una lunga riflessione, e credo sia uno di quei lati dell'emancipazione femminile che meno piacciono a tutti. In primis non piacciono agli uomini che non si sentono più così tanto sereni nel passare metà della loro vita coniugale palle all'aria sul divano, dall'altra fa male a molte donne, che non riescono ad abituarsi a questi compagni (che si sono scelte) e si sentono terribilmente in colpa di non riuscire ad accettare una vita a mezzo servizio, un futuro passato a sognare una vita in due e non una vita in cui fare per due. Va beh, oggi sono un po' così. Ma facciamo che chiamo le pazze, mi vesto e cerco qualcosa che mi faccia andare a letto con il sorriso (e non ho scritto qualcuno).

 
 
 
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