Un blog creato da MrRotella il 04/11/2005

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ATTIMI

Oggi ho visto ke colori ha la morte,
vivaci e decisi,
pennellate forti degne di un Van Gogh
in preda ad un raptus di rabbia.

La sofferenza dipinge sul volto delle persone
delle trame inconfondibili.
Scava nell'anima fino al punto più profondo di essa
e lascia intravedere un vuoto disarmante.

Mi girano ancora in testa quelle parole,
il piacere e la sofferenza, così vicine e così contrastanti.
Certo desiderare il peggio potrebbe essere un atto liberatorio,
forse l'ultimo egoistico desiderio di coprire quel vuoto.

Ritornano alla mente scene del passato,
come quando guardi le meravigliose rovine dell'antica Roma,
testimoni di una potenza e di un vigore che ormai
vive solo nei noiosi, seppur interessanti, libri di storia.

Ultimo atto di una storia,
che molti chiamano vita.
Ultimo atto di un sorriso,
che rimarrà solo un ricordo.

E' difficile sopportare una vista che ci lascia basiti,
la forza di dover fingere un'empatia ipocrita
si nasconde dietro il cuore e le emozioni dei più forti.
Ma come si fà ad essere così forti??

Far buon viso a cattivo gioco...
Un bluff in un poker
in cui ki vince muore
e ki perde è costretto a vivere.

 
 
 
 
 
 
 

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« AMARSI...Follie dal mondo »

25 anni di paura

Post n°155 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da MrRotella
 

Nei nostri peggiori sogni può capitare di ritrovarsi in luoghi sperduti, dove niente e nessuno riescono a farci sentire quantomeno un pochino a casa. Posti in cui nessuno riesce a capirci e qualsiasi tipo di comunicazione risulterebbe vana. Immaginate questo temibile sogno diventare cruda realtà. Ebbene tutto ciò è successo ad una donna malese, Jaeyaena Beurraheng, di 51 anni. Tanti ne aveva quando, volendo fare una gita di piacere, prese un autobus convinta che fosse diretto a Narathinwat, in una delle tre provincie mussulmane del sud dell Thailandia, dove l'idioma usato è proprio il malese. Tragico errore: Il bus in realtà era diretto a Chiang Mai, ridente cittadina a 1300 chilometri a nord di Bangkok. Accortasi dell'errore non è più riuscita a tornare indietro. La donna è stata risucchiata in un vortice di terrore causato dall'impossibilità di comunicazione dettato dal fatto che non conosceva neanche una sillaba di thailandese. Così si è ritrovata a vivere in quel luogo a lei ostile per almeno cinque anni, quando poi è stata arrestata in quanto ritenuta un'immigrata clandestina. Non riuscendo a spiegare come mai si trovasse in quel luogo la polizia la ha rinchiusa in un centro di accoglienza dove è rimasta fino ad oggi. La sfortunata malese si è rinchiusa in un tenace silenzio, sapendo di non essere capita, durato circa vent'anni ed interrotto ogni tanto solo dalla pronuncia del monosillabo "mon" , cosa che le è valsa l'appellativo di "signora Mon" all'interno del centro. Probabilmente avrebbe terminato la sua vita all'interno di quel centro nell'incompresione generale se la sorte non le avesse voluto donare una possibilità. Infatti, per puro caso, tre studenti venuti dalla sua provincia hanno iniziato a conquistare la fiducia della sventurata, che fino al momento veniva considerata muta. Sentendo l'idioma tanto familiare la donna è riuscita, con non poche difficoltà, visto l'inutilizzo della sua lingua per appunto venti anni, a raccontare la sua storia. E' stata la svolta decisiva. Uno dei ragazzi ha fatto delle ricerche ed è riuscito a rintracciare il figlio più giovane della donna, Manu, che ora ha 35 anni. Vista la foto della creduta definitivamente scomparsa madre il giovane Manu non ha esitato un attimo. Seppur erano ormai 25 anni che non vedeva più il volto della sua mamma, con un tremito al cuore, l'ha riconosciuta. Ora la famiglia è di nuovo riunita ma la storia ha davvero dell'incredibile.

Ci si chiede come sia possibile, nell'epoca della "comunicazione", potersi trovare in situazioni come quelle appena descritte. Controsensi del nuovo mondo in cui ritrovarsi soli è facile come bere un bicchiere d'acqua. Certo è da osservare che la zona in cui è successa la vicenda non è che sia all'avanguardia. Ma credo che seppur con qualche difficoltà si sarebbe potuto aiutare molto prima la donna. L'incompresione è all'origine dei mali, che qualcuno osa dire non vengono tutti per nuocere. Ma in questo caso non ci si può appellare neanche ai più ottimisti detti.

_Lieto fine o terribile intermezzo??_

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Commenti al Post:
Non_Sono_Perfetta
Non_Sono_Perfetta il 09/02/07 alle 11:05 via WEB
Quando si dice "tutto il mondo è paese"! Certo, in un caso come questo far scattare un'infinita sequela di luoghi comuni sarebbe fin troppo facile. Certo è, che i thailandesi non sembrano essere poi un popolo molto ospitale..comunque questa storia è sintomatica di qualcosa che per noi "fortunati occidentali", abituati a dare tutto per scontato, ha dell'incredibile, mentre per zone dell'Asia come quelle, dove pochi chilometri di distanza equivalgono a centinaia di anni di differenze...senza contare poi, le diversità di culture e religioni..sono all'ordine del giorno. Da qui ha origine quella terribile invenzione dell'uomo che è il razzismo...quando ci si trova davanti qualcosa di sconosciuto, non si ha voglia di indagare, ma viene più facile, sbarazzarci del problema, relegando il tutto (che poi altro non era che un essere umano) nel famoso "angolino", più distante possibile dalle nostre vite!
 
 
MrRotella
MrRotella il 09/02/07 alle 19:36 via WEB
Se di razzismo si tratta non so..il fatto è che, immaginando la situazione, anche se non fossi in grado di parlare comunque riuscirei a farmi capire. Ne sono convinto. Forse è tutto il frutto dell'ignoranza e dell'essere retrogadi. Forse...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/02/07 alle 11:23 via WEB
Immagino la scena da noi... "Cara, vado a trovare Enzo a Tiburtina, torno subito...." 4 ore dopo... "Mi scusi, sa dove è via Tiburtina?" "Uè, terruncell, mi stò tut el giorn a lavurà!" "Mi scusi?" E dopo 25 anni scopri che hai preso l'autobus per Milano... LOL Salutoni, Khaine.
 
 
MrRotella
MrRotella il 09/02/07 alle 19:37 via WEB
ahahahahahha geniale Lollo!!! :D
 
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