Give Peace a chance

CoMUNIcato Stampa 13 Giugno 2010 MUNI Onlus, domenica 13 Giugno 2010, Salumeria della Musica, Milano. Give Peace a Chance, Together We Can Per scattare una foto non è più necessaria una persona diversa dal soggetto stesso. Per girare un video, nemmeno. Per prenotare un biglietto aereo, ascoltare musica, vedere un film, è sufficiente una connessione ad Internet. Eppure le persone sono ancora utili, molto. Da nessuna parte sta scritto che questo nostro vivere debba essere condiviso con una cerchia di persone altamente selezionate, come se gli individui fossero fettine di cibo biologico. Quell’incantevole, costante sorpresa che è il caso, ci insegna che da tutto ciò che ci piomba addosso potremmo trarre giovamento, se solo questo facesse parte delle nostre intenzioni. Ogni incontro può tramutarsi in occasione; ogni schiaffo è una carezza, se più lieve. Il popolo di una nazione è già il risultato di una moltitudine di passate colonizzazioni, di passati incroci, di carezze nate come schiaffi. Fiumi di persone che scorrono su valli assetate di acqua. L’opinione pubblica è pronta ad indignarsi se qualcuno sputa sul marciapiede, ma non se qualcuno sputa sui diritti civili e umani. Bisogna porsi degli interrogativi, perché se ci troviamo al mondo insieme sarà perché è insieme che siamo stati chiamati a viverlo. Bisogna chiedersi per quale motivo l’Italia impersoni così bene il ruolo del fiume che scorre e così male quello della valle che accoglie acqua fresca. Bisogna chiedersi come una persona nata e cresciuta nel territorio italiano possa essere riconosciuta come qualcosa di diverso da un italiano. Cosa manca al mondo, rispetto a un singolo stato, perché possa essere visto tutto insieme come un popolo? Ah già, è difficile accettarlo perché lo stato stesso non ce l’ha insegnato. E come potrebbe, se ha rinunciato ad insegnarsi da solo che italiano e bianco non sono sinonimi? Non c’è nulla di male nel notare l’essere bianco, o nero, o mulatto di una persona. È un mero dato di fatto. E non c’è nulla di male nel sostenere che queste siano delle differenze tra una persona e l’altra. Il problema sorge quando le differenze diventano limiti, piuttosto che merce preziosa. Il contrario di integrazione non è disintegrazione, ma emarginazione. L’emarginazione però è a un passo dalla disintegrazione del popolo umano. MUNI Onlus, un concentrato di culture, religioni, origini miste, lavora in nome del valore dei diritti umani, civili, sociali. Perché cittadino non è chi occupa spazio in un determinato territorio, ma chi lascia una parte di sé a quel territorio. MUNI Onlus (Movimento e Unione Nazionale Interetnica) domenica 13 Giugno è a Milano alla Salumeria della Musica di Milano, via Pasinetti n.4, ingresso 10 Euro, R.S.V.P. “munimovimento@yahoo.it”, prenotazioni tel. 02-56807350 per una serata di beneficenza in cui le parole daranno ampio spazio anche alla musica. Accanto al presidente Simone Maria De Conceicao saranno presenti l’assessore alla famiglia, scuola e politiche sociali Mariolina Moioli e il presidente Immigrazionisti Scarl. Verranno inoltre presentati i progetti “18 – Ius Solis” di Fred Kuwornu, “Youth for Human Rights” di Fiorella Cerchiara, “Fiaba interculturale” di Jean-Claude Mugabo ‘Uwihanganye moderatore della serata insieme con Ada Touré Moroni, “I Diritti Umani sono protetti dalla Legge” dell' avvocato Marila Nsunda Nimi - segretaria Muni Onlus e il libro “Predatori di un sogno…” di Giorgio Scarpioni. Numerosi gli interventi. A dare il contributo ad una serata tutta da condividere Dado Moroni, Mietta, Riccardo Fioravanti, Enzo Zirilli, Francesca Touré, Davide Tagliapietra, Andrea Bove & Enzo Limardi, Nazzareno Carusi, Oliviero Cerrini, Toni Melillo, Karima Machehour, Yve Ntola, Guido Andrea Pautasso, Daniel Rays e Marco Guerzoni con un linguaggio che non contiene nessun colore e li contiene tutti: quello della musica e dell’arte.