SempliceMente
Una passeggiata attraverso se stessi alla ricerca della bellezza nascosta in tutte le cose.
« Maratea da bambino. | Sentieri » |
Non avevo mai sentito questa canzone di Gaber, ed ora che la conosco vorrei che tutti l'ascoltassero perchè l'amore che racconta è come una casa accogliente ed un viaggio dentro il paesaggio dell'altro, con tutte le stanze ed i sentieri scoscesi della nostra esistenza; è come la stanchezza che ti prende all'improvviso o la gioia per la visione di un paesaggio comune visto con occhi differenti.
Buon ascolto.
Marco.
Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.
Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.
Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.
Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.
Quando sarò capace di amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.
E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.
Quando sarò capace di amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere
un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.
Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare.
STARE NEL MONDO
Amici, era il silenzio,
l’immobile stare nel mondo,
più lungo di un attimo solo,
colore del nero più intenso.
Sembrava che fossi sospeso,
staccato da questo mio corpo,
ancorato a ricordi e passioni
come salde e profonde radici.
Il pensiero libero e puro
esplorava remoti confini
di paesaggi, passaggi, profili,
cornici, scenari, destini.
E l’ho visto solo un momento,
un istante di spessore infinito,
come fosse sorretto dal vento
planare su campi e sentieri.
Ho sentito un amore profondo
che ci rende fratelli e vicini,
abitanti da sempre incompleti
entusiasti come eterni bambini.
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