Creato da marconaffetto il 13/04/2009

SempliceMente

Una passeggiata attraverso se stessi alla ricerca della bellezza nascosta in tutte le cose.

 

La bellezza della Bellezza.

Post n°43 pubblicato il 13 Settembre 2011 da marconaffetto

NeonatoChe cosa succede nel nostro sistema nervoso quando proviamo una sensazione di bellezza, quando diciamo "Che bello!!!!" con quel senso di stupore ed appagamento inconfondibili ?

Credo che quella sesazione sia associata ad un "Marcatore Somatico" (vedi Damasio - "L'errore di cartesio") che si è formato sin dai primi momenti di vita, quando cioè da neonati abbiamo iniziato a creare quegli oggetti mentali che ci permettono di riconoscere le cose.

Quando cioè è iniziato quel processo di associazione dell'emorme quantità di informazione percepita per formare l'immagine mentale di un oggetto unico e riconoscibile derivante dal mare di sensazioni nel quale siamo costantemente immersi.

Uno dei primi processi di questo genere il neonato lo mette a punto quando ricerca la tetta della madre per essere allattato, per costruire quel legame così profondo e primario tra madre e neonato.

Così la percezione della Bellezza è associata a quella prima esperienza, e ce la portiamo dentro inscritta nella nostra storia. Un esperienza che ci fa cogliere l'esistenza di un ponte tra il nostro io e il mondo oltre i nostri sensi, una sensazione che rende vera e credibile la realtà che ci circonda.

Un ponte tra l'infinito che esiste dentro di noi e l'infinito nel quale siamo immersi.

 
 
 

Uomini

Post n°42 pubblicato il 20 Settembre 2010 da marconaffetto
Foto di marconaffetto

Alle volte basta un colpo d'ali
ed altre non ti sposterebbe un uragano.
Guardo la tua mano che racconta i mali
dell'anima inquieta.

E sembra mi si chieda
di fare come una scogliera
che raccoglie nell'ascolto del mare
tutta la sua vita.

Fermo come un uomo
mi muovo verso di te
che mi vieni incontro.

 
 
 

Sentieri

Post n°41 pubblicato il 10 Settembre 2010 da marconaffetto

Non è un corridoio o un passaggio angusto,
quello che crediamo li separi.
Non sono così distanti,
così diversi come si conviene,
i due quartieri dove vivono i giudizi.

Si dice siano opposti,
ma tra loro passi la vita;
le strade che li uniscono si interciano
e non sai quando arrivi,
né da dove sei partito.

Alcuni credono che sia come un’autostrada
il percorso che porta da l’uno all’altro,
altri una scala su cui inerpicarsi
ed ancora un abisso li separa. 

Chi ne fa uso per costruire architetture
e chi si diverte a capovolgerne l’ardire.

Io credo invece sia l’angoscia
di ritrovarsi da solo in mezzo al mare
che si fa lume per cercar la costa
dove poggiare lo sguardo per andare.

E in questo modo si smette di sentire
l’acqua d’intorno e l’onde spumeggiare
per fissare un punto del sentiero
che speri ti conduca dal falso al vero.

 
 
 

Quando sarò capace di amare.

Post n°40 pubblicato il 22 Agosto 2010 da marconaffetto

Non avevo mai sentito questa canzone di Gaber, ed ora che la conosco vorrei che tutti l'ascoltassero perchè l'amore che racconta è come una casa accogliente ed un viaggio dentro il paesaggio dell'altro, con tutte le stanze ed i sentieri scoscesi della nostra esistenza; è come la stanchezza che ti prende all'improvviso o la gioia per la visione di un paesaggio comune visto con occhi differenti.

Buon ascolto.

Marco.

 

Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.

Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.

Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.

Quando sarò capace di amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.

Quando sarò capace di amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

 
 
 

Maratea da bambino.

Post n°39 pubblicato il 02 Agosto 2010 da marconaffetto

Col mento appoggiato alla ringhiera, gli occhi fissavano una mosca che non trovava posa.
Il caldo del sole tirava la pelle coperta dal sale di mille tuffi nel mio mare.
Le palme delle mani come impolverate dall'arsura chiedevano acqua.
Attendevo che i miei terminassero di esaminare ogni pomodoro, ogni pesca e finalemente uscissero dall'ortofrutta.

Eccoli, mi volto, scatto veloce, verso casa.....aspetta !!!!! Le sigarette !!!!!!

Ora sono seduto all'ombra sulle scale della chiesa.
Un filo d'erba mi solletica il polpaccio.
Le pietruzze della strada sepre tra le stringhe dei miei sandali.
Osservo il motivo delle piastrelle dei gradini, regolari, monotone....
come le chiacchere della tabaccaia che non si fa mancare gli aggiornamenti da mia madre.

Ed ecco la sua mano, il suo sorriso, la testa inclinata da un lato......"si può andare" dice papà.

Via........a casa........verso pomodori e mozzarella.

 
 
 

STARE NEL MONDO

 

Amici, era il silenzio,
l’immobile stare nel mondo,
più lungo di un attimo solo,
colore del nero più intenso.

Sembrava che fossi sospeso,
staccato da questo mio corpo,
ancorato a ricordi e passioni
come salde e profonde radici. 

Il pensiero libero e puro
esplorava remoti confini
di paesaggi, passaggi, profili,
cornici, scenari, destini.

E l’ho visto solo un momento,
un istante di spessore infinito,
come fosse sorretto dal vento
planare su campi e sentieri.

Ho sentito un amore profondo
che ci rende fratelli e vicini,
abitanti da sempre incompleti
entusiasti come eterni bambini.

 

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