ASPETTANDOIL NATALE

C'ERA UNA VOLTA IL NATALE


Questa pagina è una dedicata ad una persona straordinaria
 che sapeva rendere il Natale una festa veramente magica, perchè lo viveva come solamente i bambini  sanno fare: 
mio papà....
A casa mia si faceva sempre l'albero la vigilia
 di Natale, il 24, e anche se ho solo 49 anni, posso dire che "allora" faceva freddo parecchio, ma freddo o non freddo, si andava a raccogliere il muschio per il presepe,
e a tagliare un albero di Agrifoglio che decoravamo per le feste. Veramente mio padre non tagliava mai un albero intero, ma qualche ramo qua e là... da alberi di agrifoglio  sapersi nei boschi intorno,
 e poi, una volta arrivato a casa, con pazienza, con filo di ferro e spago li legava in modo da "creare"
un albero vero.. una volta ci fossero state le decorazioni, nessuno si sarebbe accorto che non si
trattava di un albero vero...  Fare l'albero, per mio padre era una vera una specie di rito, ogni anno... aprire
la scatola con le decorazioni, che odorava di  solaio, le palline ancora tutte di vetro, che si rompevano solo a guardarle.. e lui con pazienza ci metteva tutta
la sera ad aggiustare con gusto tutto.. prima le luci,
poi le palline, poi, i  fili argentati, e alla fine il puntale, che mi ricordo era rotto da un lato, e lui lo metteva
 girato in modo che la parte rotta, rimanesse verso
il muro... dopo il presepe, lì eravamo liberi si sbizzarrirci
io e mio fratello, mio padre si interessava solo
 delle lucine.. il resto, con grande gioia, toccava a noi, sistemavamo con cura il muschio che avevamo raccolto per pomeriggi interi e poi fatto asciugare
 in solaio, pronto per quella sera!  Quanta fatica, riuscire a fare stare in piedi le statuine   su quel
tappeto verde!  Un' impresa non da poco! mentre noi facevamo il presepe, lui faceva una focaccia dolce,
 quella di Natale, che solo lui sapeva fare, e quando era il momento di infornarla, si prendeva una sedia e si sedeva davanti al forno, metteva dentro la teglia,
e  cominciava a guardarla, mia madre lo prendeva in giro perchè gli diceva che le torte non cuociono
con lo sguardo.. ma la "sua" torta forse era tanto più buona di tutte le altre. per quello sguardo tanto tenero e preoccupato per la lievitatura giusta,
 che non l'abbandonava per un secondo per tutto il
tempo della cottura!  A lui piaceva rispettare tutte le tradizioni della nostra famiglia, la focaccia (salata) di Natale da prendere direttamente al forno del paese, il moscato, il cappone... i canti, le poesie di noi bambini 
 e "Gesù Bambino" che portava i doni al posto di Babbo Natale, e poi il suo famoso "panettone con
 l'uva candita" ... anche quello cucinato con il suo
sguardo... e la tovaglia che non si doveva togliere per tutto il  giorno di Natale, per tutto il giorno la tavola restava apparecchiata... e il panettone e la focaccia di Natale che venivano messe in tavola
quel giorno, duravano un mese senza rovinarsi.. ma
non lo abbiamo mai appurato.. ;)) mangiavamo tutto prima che il mese finisse... 
tutte queste cose, sono continuate anche dopo che mi
sono sposata e sono nati i miei figli, anche a loro lui
ha trasmesso questa "voglia" di Natale,
di preparare le decorazioni un mese prima... non credo che sia un caso, l'ultima volta che ha dovuto essere ricoverato in ospedale, si è sentito male proprio
mentre legava i rami dell'agrifoglio per formare
l'albero... quello è stato il suo ultimo ricovero.. e il suo ultimo Natale...Il Natale di adesso... non è più la stessa cosa senza di lui, che con semplici gesti, rispettando le tradizione, sapeva rendere quel giorno indimenticabile...
Mi manchi papà.... 
e oggi ancora di più...