Creato da lucyma5247 il 17/10/2009

ASPETTANDOIL NATALE

Leggende Natalizie ,Tradizioni,Poesie dedicate al Natale

 

POESIA ANTICA

Post n°12 pubblicato il 02 Novembre 2009 da lucyma5247

In una notte tutta scura,
un vecchietto se ne andava
non aveva, no paura,
ma piangeva, ma tremava.
Era solo il vecchierello,
senza casa e focolar
ecco vide un focherello
da un camino sfavillar.
Vide intorno due bambine,
una mamma e una nonna,
un bel cane e due gattine
le dormivan sulla gonna.
Alla porta tutta chiusa
piano piano e gli bussò:
una bimba assai confusa
chi mai fosse domandò.
Il vecchietto, disse allora:
"Apri bimba in cortesia
fa ch'io goda almeno un'ora
nella casa dolce e pia.
Da vent'anni più non poso
presso un caldo focolar,
da vent'anni più non oso
il mio cuore riscaldar.
La fanciulla aprì la porta,
il vecchietto entrò un cucina:
una sedia gli fu porta
dalla provvida mammina;
si sedette il vecchierello
e le lacrime asciugava
là, accanto al focherello,
tutto il cuor gli si scaldava.
Fu così che il vecchiarello
la sua storia raccontava:
con gli occhietti fissi intenti
ogni bimbo l'ascoltava,
a sua madre e ai ceppi ardenti
con amor si avvicinava.
"Anch'io avevo una mamma
lo lasciai per la fortuna,
ho lavorato
sotto il sole e con la luna.
Dopo tanto tempo
alla casa ritornai
ma la porta tutta chiusa
la mia mamma più non trovai.
Era stata tanto tempo sulla porta ad aspettare
poi la misera era morta,
non vedendomi tornar".
La fanciulla disse allora:
"riscaldatevi così
tanto a noi non costa nulla!
Se vi piace state qui!
Avevamo un giorno il nonno
che era vecchio come voi
poi l'ha preso un grande sonno
e ha lasciato tutti noi.
Era sempre qui seduto,
vero mamma? Al focolar
ora voi siete venuto il suo posto a occupar".
Il vecchietto, alla fanciulla: "oh, bimba, sei gentil
come il sole dell'aurora
come un fiore dell'april.
Per quest'ora di dolcezza
ti do l'oro che ho trovato,
ti do tutta la ricchezza
per la gioia che mi ha dato.
Il vecchietto alla fanciulla
diè una borsa piena d'or:
quel cantuccio ch'era un nulla
ben valeva un gran tesor!

Questa è una poesia che ho sempre sentito a casa mia,
dalle mie zie, nel giorno di Natale...
è una poesia di una volta....
ma riempie il mio cuore di sensazioni bellissime,
di speranza, di fede...
di buoni sentimenti..

 
 
 

AVVENTO

Post n°11 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da lucyma5247
 

Si chiama AVVENTO il periodo di attesa e di preparazione al Natale, alla nascita di Gesù. Comincia la quarta domenica prima di Natale e segna anche l'inizio dell'anno liturgico. Il simbolo principale di questo periodo è la LUCE, la luce che ci separa dall'oscurità di una vita senza Cristo.

Questo periodo è chiamato AVVENTO, dalla parola latina "ADVENTUS" che indica il termine "venuta", "arrivato", quindi "l'arrivo o la venuta del Salvatore" . I poeti latini hanno parlato dell'"arrivo del giorno", indicando con questa frase che per la vita di  noi cristiani l'arrivo di Gesù Salvatore è l'inizio di un giorno nuovo

il periodo dell'Avvento nella Liturgia della Parola si svolge

in 4 domeniche e le letture del Vangelo hanno nelle singole

domeniche una loro caratteristica propria: si riferiscono alla

 venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica),

a Giovanni Battista (Il e III domenica); agli antefatti

immediati della nascita del Signore (IV domenica). 

La liturgia dell'Avvento comporta una parte di penitenza,

 contraddistinta dal colore liturgico viola, ma domina

l'attesa piena di gioia.

un simbolo che caratterizza la liturgia dell''Avvento sono le candele

, ogni domenica, infatti si accende un cero ed ogni cero

ha un suo significato: il cero dei profeti, quello di Betlemme,

 quello dei pastori e quello degli angeli. 
Arrivati alla quarta domenica con 4 candele accese, che

formeranno la Corona dell'Avvento, con l'accensione

dell'ultima candela, è arrivato il periodo di Natale.

....piccola riflessione.... 
 
Avvento, tempo di attesa, momento di conversione, periodo di preparazione. 
Anche quest'anno le nostre città si stanno riempiendo di luci colorate, 
di addobbi, di musica...sembra che si stiano preparando per un evento 
importantissimo, e Dio non voglia che questo evento sia "come spogliare 
gli italiani dalle tredicesime"! Dio si è fatto povero ed ha scelto di nascere 
in una mangiatoia per animali, e noi ci diamo da fare per coprirci di regali 
spesso inutili o superflui, di vestiti, di leccornie, di ori....Dio ha aperto le 
sue mani a tutti, ma proprio a tutti gli uomini, e noi chiudiamo il nostro 
cuore e le porte delle nostre case a coloro che mendicano anche solo 
un sorriso...Dio ha preso la nostra carne e si è fatto uomo, 
e noi non lo degniamo di uno sguardo! 
Ma che Natale sarà questo del 2009? 
Ancora panettoni, cene, regali? MA NON E' QUESTO CHE VUOLE IL SIGNORE!!! 
Proviamo a spogliarci un po' di tutta la zavorra che ci portiamo dietro, 
dei nostri denari, dei nostri beni, del nostro cuore indurito... 
proviamo a guardare l'altro con Amore e non più con superbia... 
proviamo ad accogliere nella nostra casa coloro che casa e riparo non hanno... 
forse il Natale sarà diverso, più povero 
esterirormente, ma il nostro cuore scoppierà di gioia, le 
nostre mani non potranno contenere tutti i beni che Gesù ci elargirà, 
la nostra casa finalmente sarà un luogo di gioia e di accoglienza! 
Buon Avvento...in cammino incontro al Signore che viene, 
perché Lui ci sarà, ma noi? Avremo tempo per essere puntuali all'appuntamento? 

 
 
 

LA LUCE

Post n°10 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da lucyma5247

La luce guardò in basso  e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.
La pace guardò in basso e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso e vide l'odio:
"Laggiù voglio andare" disse l'amore
così apparve la luce e inondò la terra,
così apparve la pace e offrì riposo,
così apparve l'amore e portò la vita.
"E il verbo si fece carne e dimorò in mezzo a noi"

 

 
 
 

I REGALI DI NATALE

Post n°9 pubblicato il 24 Ottobre 2009 da lucyma5247

CHE REGALI FACCIO?

 

..::..

 

Un regalo fatto…
… col cuore?
… per spendere più soldi possibile?
… perché "se no che Natale è?
… per "obbligo sociale?"
… badando a "fare bella figura?
… per condividere un momento

 di festa?
… con tenerezza?
… per non "sentirsi da meno?
… per venire incontro al bisogno

di una persona?

Sono solo alcuni modi diversi in cui si può affrontare

la kermesse dei regali che sta iniziando in questi giorni.
Ognuno può provare più di uno di questi stati d'animo

 (ed altri ancora), dipende da chi è colui o colei che riceverà

il regalo, da quali rapporti ci sono con questa persona…
Oggi a volte il rapporto tra persone "è minato alle radici

da una cultura che esalta il consumo e l'utile come misura

prevalente dei valori e degli scambi, da una cultura che

svilisce il gratuito e commercializza ogni forma di incontro"

(Card. Carlo Maria Martini)
Potremmo, nella ricerca dei nostri (giusti) regali, porci

qualche domanda, per esempio:
A chi faccio regali? A parenti, amici, conoscenti o -

 nell'ambito delle mie possibilità - mi ricordo di

"farmi prossimo" per altre persone, aderendo a

qualcuna tra le tante proposte che mi vengono fatte?
Per quali ragioni faccio dei regali? Mi aspetto qualcosa

in cambio (regalo, riconoscimento sociale, stima…)

o riesco a donare gratuitamente, senza pensare se riceverò

qualcosa o no?
Come scelgo i regali? Lasciandomi guidare dalla pubblicità

e dal luccichio delle vetrine o facendo attenzione al

destinatario e ai suoi bisogni?
Quanto spendo per i regali? Son sicuro che non potrei

 dedicare una parte di questa somma a scopi più giusti?
So regalare solo oggetti o anche tempo, ascolto,

 tenerezza, perdono?
Che messaggio mando attraverso i miei regali

 (specialmente se sono genitore)? Contano di più i

 soldi, la moda, la pubblicità o l'amore, l'attenzione,

 il rispetto?

A questo punto…
"BUONI ACQUISTI"

CHE REGALO CHIEDIAMO A DIO?

Donaci un desiderio vivo di te,
il desiderio di incontrarti come un amico
incontra il suo amico
e difendici dalle troppe distrazioni.

Donaci un cuore aperto
alla verità che salva,
all'amore che unisce,
alla gioia che illumina le nostre case
e liberaci dall'ottusa ricerca del superfluo.

Donaci uno sguardo riconciliato
che sappia vedere dappertutto
il bene possibile
e ne usi saggiamente,
rendendo grazie in ogni cosa.
Amen.

(Card. Carlo Maria Martini)

 
 
 

Un altro Natale è possibile: ci può essere ancora un Buon Natale!

Post n°8 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da lucyma5247

Ogni bimbo che nasce è il segno che Dio non si

è ancora stancato dell'umanità (Tagore

Viola, la perla bianca di Chiara nata nel cuore della

ricca Brianza ha davanti a sé
ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote

iniziale di 25.000 euro.
Njeri, la perla nera di Rachele, nata nella baracca

di Korogocho ha davanti a sé
quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote

 iniziale di soli 250 euro.
 

Due mondi, due bimbe, divise da un invisibile

 muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità che

si "pappa" l'83% delle risorse mondiali.
La seconda, Njeri, fa parte dell'oltre

 un miliardo di

"esuberi umani" che devono accontentarsi

dell' 1,4% delle risorse,
costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno:
sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi:
e Rachele piange i suoi figli e non vuole essere

 consolata perché essi non ci sono più.
 

Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids:
un bimbo muore di fame ogni due secondi,
11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno

 gravi di un raffreddore,
centinaia di milioni non inizieranno neanche

 la prima elementare.
 

Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci,

dei regali del consumismo degli affari.
E' un business senza fine, è uno shopping anche

 di domenica.
Questo sfavillio di luci natalizie sembra un

 meraviglioso "acquario" in cui guizzano costosissimi

 pesciolini esotici.
A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro

 che guardano affascinati l'acquoso

ed esotico luccichio.
Fino a quando la parete di vetro proteggerà

 il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero

 infrangibile
e ci protegga eternamente da quei visi sognanti

 di bimbi affascinati
noi investiamo somme astronomiche in armi:
Usa ed Europa nel 2003 programmano di

 spendere 750 miliardi di dollari.
 

Un altro Natale non solo è possibile ma

è urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici:
il Natale dei consumi, dei regali, degli affari,
un Natale "pagano" che ha ben poco da spartire

 con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia alla

periferia dell'impero,
fuori dell'acquario anche lui indistinguibile volto nero

 in mezzo agli altri volti scuri.
Diciamo no al consumismo vieppiù

 indotto e incentivato
e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata

 a nonni, cugini, zii, nipoti
ma anche alla famiglia dell'immigrato che lavora

per noi o che ci è più vicino.


Diciamo no al decadente e ripetitivo

 tango di regali,
e diciamo sì ad un consumo critico, al regalo fatto

 in casa con amore e con le proprie mani,
o a quello equo e solidale di lavoro fatto "in dignità".
Diciamo no alla stupida pervasività televisiva
e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia, ritornando

 a raccontarci gioie e dolori e a riprendere confidenza

 con l'immaginario,
la fiaba prendendo a cuore anche la bellezza del

 celebrare insieme il fascino del Natale.
Diciamo no alla violenza e alla guerra e

diciamolo con fierezza,
e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza

 mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e

 camminando con uno "straccetto bianco di pace".
Solo così il Natale ritornerà ad essere la festa della

vita che farà rifiorire la speranza di un altro

 mondo possibile.
 

Coraggio, dunque, ci può ancora essere

un Buon Natale!

 
 
 

un DIO BAMBINO che si fa coprire di baci

Post n°7 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da lucyma5247

La Vergine guarda il bambino. Ciò che bisognerebbe

dipingere sul suo volto è uno stupore ansioso che è

comparso una volta soltanto sul viso umano.

Perché il Cristo

è suo figlio, carne della sua carne e sangue

delle sue viscere. L'ha portato in grembo per

nove mesi, gli

offrirà il seno, e il suo latte diventerà il sangue di Dio.

 Qualche volta la tentazione è così grande da fargli

dimenticare Dio. Lo stringe fra le braccia e dice:

"Bambino mio". Ma in altri momenti rimane interdetta e

pensa: lì c'è Dio, e viene presa da un religioso orrore

per quel Dio muto, per quel bambino che incute timore...

 Questo Dio è mio figlio. E' fatto di me, ha i miei occhi,

la forma della sua bocca è la mia, mi assomiglia. E' Dio

e mi assomiglia.
Nessuna donna ha mai potuto avere in questo modo

il suo Dio per sé sola, un Dio bambino che si può prendere

 fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che

sorride e respira, un Dio che si può toccare e ride.

E' in uno di questi momenti che dipingerei

Maria se fossi pittore.

 

 
 
 

GESù BUSSA AL TUO CUORE

Post n°6 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da lucyma5247

Forse siamo tutti un po' come Giovanni Battista in

carcere: quando sorgono i dubbi, le ansie, abbiamo

 bisogno di conferme.
Noi facciamo il nostro dovere: lavoriamo, studiamo,

intratteniamo relazioni, diamo qualcosa di noi stessi agli altri;

poi sentiamo bisogno di qualcos'altro, qualcosa di cui non

sappiamo dire il nome...
Sarà troppo, sarà esagerato pensare che

quel "qualcosa", quel "qualcuno" è Dio?
Si tratta di un'esigenza profonda,

intima, viscerale.
Quando non capiamo cosa sia, riempiamo, copriamo,

 quasi annebbiamo questa esigenza.
La "imbottiamo" - per tenerla buona e al suo posto -

 e la ricopriamo di cose da fare.

A volte la riconosciamo, questa benedetta esigenza

 di Dio, ma è "troppo impegnativo" seguire

 le sue indicazioni.
Meglio rimandare a domani, alla prossima settimana,

o meglio: alla prossima adorazione, al prossimo ritiro,

al prossimo incontro associativo e di gruppo,

al prossimo rosario, alla prossima condivisione

 spirituale, alla prossima confessione, al prossimo silenzio.

 Cioè lontano, dopo, mai.
In fondo il "poi" è o non è - nei proverbi

 e nella realtà -

 parente del "mai"? È la nostra natura,

siamo fatti così...
Signore, ci devi proprio capire,

noi abbiamo bisogno

di segni, di essere scossi, di vederTi... sennò non

 Ti seguiamo.
"Hai capito, Signore?" diciamo

dentro di noi.
Ed il Signore non capisce.

 Fa il testardo Lui.
Noi gli chiediamo se ne vale davvero la pena e

Lui risponde a modo Suo. Arriva, passa, bussa

al cuore, continua a camminare.
A volte ci destiamo, facciamo in tempo ad alzarci

dalle comode poltrone dei nostri interessi, a

spoltrirci dai comodi divani dei nostri divertimenti

 e narcisismi; a volte facciamo in tempo ad affacciarci

dalla finestra del nostro cuore e Lo vediamo.

 Lui, Gesù, che ci passa accanto ed opera prodigi:

 alcuni vedono con occhi diversi la realtà,

 altri sentono finalmente la Sua Parola, i poveri in spirito

 si dicono beati, chi si dimenava negli stagni fangosi

 del peccato trova il coraggio e la forza di rialzarsi,

di ripulirsi, di andare oltre.
A volte ci viene la tentazione dia andare alla porta,

spalancarla, uscire per strada e gridare:

"Aspetta, Gesù, aspettami! Faccio ancora

 in tempo a seguirTi? " .
E Lui si volta da lontano, guarda con tenerezza

 infinita dentro i nostri occhi.

 E si ferma.

 

 
 
 

imparare la tristezza del NATALE

Post n°5 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da lucyma5247

Tre righe in tutto.
Per raccontarci l'avvenimento più

 straordinario della storia del mondo, Luca

impiega tre righe.
Un Dio che viene a "piantare la propria

 tenda in mezzo a noi".
E l'evangelista ce lo riferisce in

tre righe.
Probabilmente la sua penna deve

 aver lottato parecchio per resistere alla

tentazione di dire di più.
Tre righe in cima alla pagina.
Quindi tutto un foglio bianco.
E noi ci precipitiamo a imbrattarlo con

le nostre parole.
Può sembrare un'idea bizzarra quella di aprire

 la serie dei "Vangeli scomodi" con il racconto

della natività,
con una pagina che pare autorizzare

 esclusivamente la tenerezza, la dolcezza

e i pensieri più consolanti.
Eppure proprio queste tre righe

 di Luca,
se riusciamo a spazzare via le nebbie di un

 equivoco sentimentalismo,
risultano terribilmente scomode.
Infatti costituiscono una spietata

condanna per il nostro Natale gonfio

di retorica,
per il nostro Natale zeppo di

cattiva poesia,
per il nostro Natale ricco di cianfrusaglie

 multicolori e commozione a buon

mercato.
Tre righe.
E noi, invece, abbiamo imbastito

un copione mastodontico e interminabile,

 imbottito di pacchianerie.
Gli abbiamo rovesciato sopra

tonnellate di sentimentalismi.
Il silenzio è l'elemento naturale per la

discesa della Parola sulla terra.
E noi abbiamo pensato di

rompere quel

silenzio che ci impacciava con gli scoppi

 di milioni di tappi champagne.

 
 
 

IL NATALE VISTO DA GANDHI

Post n°4 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da lucyma5247

Non si dovrebbe celebrare la nascita di Cristo una volta all'anno,
ma ogni giorno, perché Egli rivive in ognuno di noi.
Gesù è nato e vissuto invano se non abbiamo imparato da lui
a regolare la nostra vita sulla legge eterna dell'amore pieno.
Là dove regna senza idea di vendetta e di violenza, il Cristo è vivo.
Allora potremmo dire che il Cristo non nasce soltanto un giorno all'anno:
è un avvenimento costante che può avverarsi in ognuna delle nostre vite.
Quando la legge suprema dell'amore sarà capita e la sua pratica sarà universale,
allora Dio regnerà sulla terra come regna in cielo.
Il senso della vita consiste nello stabilire il Regno di Dio sulla terra,
cioè nel proporre la sostituzione di una vita egoista, astiosa, violenta e irragionevole
con una vita di amore, di fraternità, di libertà, di ragione.
Quando sento cantare "gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà"
mi chiedo oggi come sia reso gloria a Dio e dove ci sia pace sulla terra.
Finché la pace sarà una fame insaziata,
finché noi non saremo riusciti a rinascere come uomini illuminati dallo Spirito,
a instaurare con le persone rapporti autentici di comunione
da cui siano estranei i sorrisi forzati, l'invidia, la gelosia, la falsa cortesia, la diplomazia,
finché non avremo come senso della vita la ricerca della verità su noi stessi, del giusto, del bello,
finché non saremo capaci di spogliarci dell' inautentico,
di ciò che abbiamo di troppo a spese di coloro che non hanno niente,
finché continueremo a calpestare i nostri sogni più belli e più profondi, il Cristo non sarà mai nato.
Quando la pace autentica si sarà affermata,
quando avremo sradicato la violenza dalla nostra civiltà,
solo allora noi diremo che "Cristo è nato in mezzo a noi".
Allora non penseremo tanto ad un giorno che è un anniversario,
ma ad un evento che può realizzarsi in tutta la nostra vita.
Se dunque si augura un "buon Natale" senza dare un senso profondo a questa frase,
tale augurio resta una semplice formula vuota.
non c'è ancora morte ma la vita.

 

 

 

 
 
 

Pierino davanti al presepe

Post n°3 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da lucyma5247

Pierino sogna... sta andando insieme ai pastori e ai Re Magi verso la stalla

quando si trova improvvisamente davanti a Gesù Bambino che giace

 nella mangiatoia. Pierino si accorge di essere a mani vuote. Tutti

hanno portato qualcosa: solo lui è senza doni.
Avvilito dice subito: "Prometto di darti la cosa più bella che ho. Ti

regalo la mia nuova bicicletta, anzi il mio trenino elettrico".
Il bambino nel presepe scuote la testa e sorridendo dice: "Io non voglio

 il tuo trenino elettrico. Dammi il tuo tema in classe!".
"Il mio ultimo tema?" balbetta il ragazzino. "Ma ho preso un insufficiente!".
"Appunto, proprio per questo lo vorrei" dice Gesù. "Devi darmi sempre

tutto quello che è insufficiente, imperfetto. Per questo sono venuto

 nel mondo. Ma vorrei un'altra cosa ancora da te: la tua tazza del latte".
A questo punto Pierino si rattrista: "La mia tazza? Ma è rotta!".
"Proprio per questo la vorrei avere" dice Gesù Bambino. "Tu mi puoi

 portare tutto quello che si rompe nella tua vita. Io sono capace di risanarlo".
Il ragazzino sentì di nuovo la voce del Bambino Gesù: "Vorrei una terza

 cosa da te: vorrei la risposta che hai dato a tua mamma quando ti ha

chiesto come mai si è rotta la tazza del latte".
Allora Pierino inizia a piangere e confessa tra le lacrime: "Ma le ho

detto una bugia, quella volta. Ho detto alla mamma che la tazza era

caduta per caso, ma in realtà l'ho gettata a terra io, per rabbia".
"Per questo vorrei avere quella tua risposta" risponde sicuro Gesù Bambino.

 "Portami sempre tutto quello che nella tua vita è cattivo, bugiardo,

 dispettoso e malvagio. Sono venuto nel mondo per perdonarti, per

prenderti la mano e insegnarti la via".
Gesù sorride di nuovo a Pierino, mentre lui guarda, comprende

 e... si meraviglia...

 

piccolastronza1

 
 
 

buona domenica

Post n°2 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da lucyma5247

 
 
 

BUONASERATA A TUTTI

Post n°1 pubblicato il 17 Ottobre 2009 da lucyma5247

                                                                      

Una volta gli animali fecero una riunione.

La volpe chiese allo scoiattolo:

 "Che cos' è per te il Natale?".

Lo scoiattolo rispose: "Per me è

un bell' albero con tante luci

e tanti dolci da sgranocchiare

appesi ai rami".

La volpe continuò: "Per me

naturalmente è un fragrante

 arrosto d' oca.

Se non c' è un bell' arrosto d' oca

non c' è Natale".

L' orso interruppe: "Panettone!

Per me Natale è un enorme

profumato panettone!".

La gazza intervenne: "Io

 direi gioielli sfavillanti e gingilli

 luccicanti.

Il Natale è una cosa

 brillante!".

Anche il bue volle dire la sua:

 "E' lo spumante che fa il Natale!

Me ne scolerei anche un paio

 di bottiglie".

L' asino prese la parola con foga:

"Bue, sei impazzito?

E' il Bambino Gesù la cosa più

importante del Natale.

 Te lo sei dimenticato?"

Vergognandosi il bue abbassò

 la grossa testa e disse:

"Ma questo gli uomini

 lo sanno?"

 

 
 
 
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