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L'ingnoranza che crea la violenza

Post n°13 pubblicato il 19 Giugno 2010 da nicolas.nc

La scorsa settimana, ho frequentato un corso e sostenuto un esame per ottenere la patente nautica. Il corso è stato frequentato anche da ragazzi di Bari, provenienti da quartieri noti alle cronache locali soprattutto per essere covo e humus di malavita, povertà, violenza. Ho dedicato parecchio tempo ad osservarli, nelle pause, mi sono mischiato a loro, ci ho parlato, li ho ascoltati, in quelli che sono i loro ragionamenti, i loro modi di pensarsi e di pensare gli altri e il mondo. Il loro atteggiamento, spavaldo, mi divertiva, la loro "sicurezza", mascherava la paura di vivere, facevano coincidere la propria identità con quella di uno stereotipo noto a tutti, cioè quello del malandrino. L'identità di chi davvero è un Boss o un affiliato si rispecchia in questi ragazzi, ho capito che un ambiente malfamato come quello che può essere: il quartiere Libertà, S. Girolamo,S. Paolo, Bari-Vecchia, Japigia, Enziteto (ora S. Pio), dà a questi ragazzi una IDENTITà che è la prima cosa per sopravvivere in un area che offre soltanto case diroccate, fame e violenza. Danno a queste zone popolari i nomi di Santi nella preghiera che almeno loro, gli altissimi, possano salvare questa gioventù bruciata e spesso senza speranza. Una gioventù nata da padri disoccupati ho impegnati in "faccende-affaccendate"  e da madri speso ragazze neppure maggiorenni. Questi ragazzi nascono e crescono senza nessuno che possa guidarli e imparano, fin da subito, a cavarsela da soli anche in malo modo. Nelle loro parole ascoltavo tanta rabbia, anche infondata, un sentirsi perseguitati (dalla madama)[la polizia che sta a palazzo madama] e dal mondo che non li vuole, una rabbia che proviene dalla voglia di essere qualcuno e non avere altro modo di esserlo, se non essendo quello che non sono: "delinquenti". Nei loro occhi trovavo gli sguardi vivaci e speranzosi dei bambini che vogliono sentirsi dire bravo, sei grande, sei un campione. La loro ignoranza e incapacità di ragionamento astratto e concreto li rende schiavi degli istinti delle passioni, una sofferenza che l'uomo evoluto ha imparato a controllare con lo sviluppo del pensiero. Non mi rimane che concludere. Tutto questo si può evitre? tutto questo può essere cambiato? tutto questo chi lo ha provocato? Di chi sono i veri responsabili? Direi che le istituzioni dovrebbero essere più presenti nelle scuole, nelle strade e come guide morali nella vita di questi ragazzi che in alternativa sono solo schiavi di un sistema che li vuole pedine inconsapevoli e vittime sacrificali per guerre di mala, omicidi, spacciatori miserabili.

 
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