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IL SENATORE BUTTI SU PEDEMONTANA

Post n°14 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da nosvincolo
 

WWW.ALESSIOBUTTI.IT


Le certezze (poche), le contraddizioni (insistenti) dell'opera

infrastrutturale più attesa dal territorio



"Partiamo dalle certezze. La prima, impossibile da negare, è che il 29 marzo 2006 il CIPE approva il progetto preliminare del Sistema Viabilistico Pedemontano lombardo e la relativa deliberazione, n°77, risulta pubblicata sulla G.U.R.I. del 23 novembre 2006. In quel "preliminare" approvato fa capolino il sistema tangenziale di Como articolato in due lotti funzionali con i seguenti costi: 145 milioni di € per il primo lotto e 400 milioni di € per il secondo lotto.
E' un sogno che si avvera. Infatti il 19 febbraio 2007 diversi soggetti tra i quali la Regione Lombardia, qualche amministrazione provinciale, l'ANAS, l'Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. e il Ministero delle Infrastrutture siglano l'Accordo di Programma per la realizzazione del Sistema Viabilistico Pedemontano.
L'attenta lettura dell'Accordo di Programma non può serbare brutte sorprese. All' Art. 10) si legge che "....l'opera (Pedemontana) dovrà essere realizzata nella sua interezza (cioè comprensiva della tangenziale di Como)...". All' Art. 11) s'impegna ANAS e Ministero delle Infrastrutture "...a predisporre i necessari provvedimenti al fine di garantire, in attuazione della Delibera CIPE 77/2006, i finanziamenti necessari alla realizzazione dell'intero Sistema viabilistico Pedemontano..." La nostra tangenziale è sempre lì, con i suoi due lotti e i suoi finanziamenti. E infatti il sen. Castelli in più audizioni tenutesi in Senato confermerà che se la progettazione del 2° lotto della tangenziale di Como non avesse patito la superficialità (per usare un eufemismo) di qualche genio dell'ingegneria oggi non saremmo qui a discutere.
Ma i nodi vengono sempre al pettine. Il 19 marzo 2009 Autostrada Pedemontana SpA valida il progetto definitivo dell'intera opera comprensiva dei due lotti della tangenziale di Como. Attenzione, i costi sono lievitati per il primo lotto a 222 milioni di € e per il secondo lotto a 750 milioni di €.
Per Bacco! Cosa sarà mai accaduto. Ve lo spieghiamo in due modi, uno elegante e forbito nel linguaggio; l'altro un po' più grezzo.
Il primo: nel corso della redazione del progetto definitivo emerge la criticità del 2° lotto della "nostra" tangenziale in relazione alla natura idrogeologica dell'intervento tanto che sia la Regione sia Società Pedemontana SpA chiedono alla Provincia di Como di considerare un'ipotesi progettuale alternativa.
Il secondo: qualcuno ha completamente "cannato", è proprio il caso di dirlo, il progetto preliminare dimenticandosi del Lago di Montorfano che non è propriamente il Lario ma nemmeno una pozzanghera formatasi nottetempo.
Per nascondere i vetri del vaso rotto sotto il tappeto, Società Pedemontana si premura di confermare che va ancora bene il suo progetto, ma che per la ritardata considerazione dell'esistenza del Lago di Montorfano occorrerà circa il doppio di quanto previsto inizialmente e comunque un adeguamento del progetto stesso.
A questo punto cominciamo a leggerne di tutti i colori sulla stampa locale. Dà fuoco alle polveri il presidente dell'Amministrazione Provinciale di Como (che stranamente ha un omonimo nel CdA di Pedemontana S.p.A che è responsabile dello strafalcione progettuale, così come emerge dalle audizioni tenutesi in Senato). La sintesi del suo pensiero è "si può fare tutto con 500 milioni, è solo una questione di canne...".
Altre dichiarazioni si susseguono, più o meno nel solco tracciato dal presidente della Provincia di Como. E' "l'elogio della canna"... Nessuno però, forse perché rapito dall'effetto dei fumi della "canna", si domanda chi e perché abbia sbagliato così pacchianamente il progetto. Nessuno si accorge che questo errore rischia, se non interverranno aggiustamenti in corso d'opera sia di natura finanziaria che tecnica e giuridica, di creare problemi non solo alla tangenziale di Como, ma a tutta l'opera Pedemontana.
Eh, sì! Perché non occorre essere premiati a Stoccolma per capire che la mancata realizzazione del 2° lotto andrebbe valutata anche in rapporto alla validità giuridica della stessa "concessione" originaria, che era fondata sulla realizzazione di una viabilità "pedemontana" aderente ai capoluoghi di Varese, Como e Bergamo e che non potrebbe trovare giustificazione e validazione se venissero realizzati i modestissimi tratti dei primi lotti delle tangenziali di Varese e Como....(che per Como, è opportuno rammentarlo, consta di poco più di 2 chilometri di lunghezza e non risolve i problemi della nostra viabilità.)
Nella migliore delle ipotesi i comaschi dovranno accontentarsi di un'opera che l'ing. Rognoni di CAL definirà, da me incalzato, "utile solo per una densità di traffico al di sotto dei 10 mila veicoli al giorno, quando siamo già a 25 mila...".
A spacciar fumo ci si mette anche il presidente di Pedemontana, Fabio Terragni, che seppur molto meno categorico del presidente della Provincia di Como conferma la possibilità di ripiegare con onore sull'ipotesi della "galleria a canna unica".
Morale della favola, secondo noi qualcuno ha sbagliato a progettare il 2° lotto; qualcuno non ha vigilato e si è svegliato troppo tardi sostenendo improbabili tesi di "unica canna"; molti rischiano di non vedere la tangenziale tanto sospirata (intesa come una tangenziale vera, realizzata come Dio comanda!).
Noi vorremmo tanto sapere se i due lotti della tangenziale di Como risultano finanziati, o se prima il CIPE con la sua delibera del 2006 e poi il vice ministro Castelli hanno preso un grosso abbaglio. Al riguardo non ci sono certezze, stanti le motivazioni addotte anche dall'Ingegner Rognoni di CAL (Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A.)

Sen. Alessio Butti

 
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