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Stadio germinale
Post n°30 pubblicato il 05 Agosto 2015 da paolof2014
Un conto è esistere, un altro conto è vivere
A maggio la primavera checchesenedica Comincia ad affermarsi, e si afferma Con misteri strani, le feste del lavoro Inspiegabili, coincidenti con altro Il mistero del cotone sparso in giro Chissà dove e come , ma come faccia ancora La natura a impollinare, e ad arrivare alle estreme Extreme periferie non più essenti delle città Stranite, da esordi di traffico e di vangeli apocrifi Dove tutti i negozi restano semichiusi -chiusi -aperti e si consolidano furbi e ruberie A secondo delle località Crisi che si abbattono sui malnutriti e che si abbattono sui miscredenti Crisi che si abbattono sui sottotenenti, sui poco tenenti Crisi che si dibattono persino sui pezzetti di terre rimosse e sui pezzenti Sugliamori devastati,inseriti in un progetto paralitico, del paleolitico E paralizzato , ripianificato, germinale, sulnascente, solnascente Tutte le case dei soli rinascenti , decaduti confiscati, derubati travolti, tra bordelli e tribunali Crisi che si divincolano ferme come assestate riassettate di sete di ingiustizia, assetate Di sete molto preziose di punizioni di soldi correnti sui conti di giustizia Assetate di soldi e di mentecatti, sperperi d’ogni tipo evangelico Evangelista, pasquale sotterraneo, colpevole di neoplasie neofite Di divulgazione , crisi di risentimenti, sovrabbondanza di carni cani e cagne Carni, cani e cagne, di ogni tipo taglio e fattezza, per ogni fabbisogno personale, più che di solitudine O di compagnia . Crisi delle vocazioni e delle volontarietà
La crisi si ristagna sui pezzenti, che rimangono così come il comune stato delle cose Li tollera o li vuole, per li nutrirli di angosce sociali e più civili, li vorrebbe aiutare
Se si possono sfruttare per progetti in essere e avvenire, i poveri sono necessari Più necessari ancora dei ricchi per i ricchi, per la mentalità e l’apertura civile che possiedono nonostante tutto, non possedendo niente, nulla neanche da perdere, ma che possiedono e che hanno invece posseduto i ricchi Devastatoridelle ricchezze dele terre d’abbandono, dallequali i povri provengono o ristagnano E che loro possiedono per il bisogn che di loro hanno Ma per puro senso di amore viscerale verso il prossimo Perché non possano I confini scialbi dell’emarginazione La mancata affermazione dell’individuo Che trova consolazione nella collettività Il prescelto nell’attesa del riscatto senza felicità Il micro-macrocosmo aderente a leggi che sottostanno Alla violenza e alla moralità del grado posseduto Il ricorso alla legge di un tribunale dell’estorsione Di ogni legittimità, l’attesa di un beneficio La speranza fonte di vitalità , l’uomo sopraffatto (la donna invece no - son finiti quei tempi - ne resta comunque il suo mistero) Dalla credulità, l’onore, il grado della verità, l’illusione, raramente la bontà Ma che irrimediabilmente viene compromessa, dalla ingenuità la germinalità, la spontaneità Uccise spesso sul nascere. Poi L’idiozia, la falsità, l’assurdità nel suo compiacimento, l’incapacità
Un conto è esistere un altro conto è vivere.
Nota: già pubblicato qua sopra primo giugno 2015 - ripostato ora per errata cancellazione.
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