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Bambole
Post n°63 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Bambole Vesti l’autunno mammola Spremi i suoi colori fiochi e vivaci Tra le foglie rosse e gialle bacche A terra e i venti della donnola Che inoltra leggera nei suoi passi Gli stradiccioli e i sentieri a cogliere Frutti sradicati tra l’erba circostante i boschi China e curva sui fiordi rosei traboccanti Ancora tra le feste e i raduni a luce breve La rincorsa del vento e nella buona sorte Di campagna sulle gite e le andaluse uve A pigiare l’otre e portare acqua sporta Dai cortili in grembo è la fanciulla coi ricami Impressi ancora a gambe nude e magliette Colorate leggere che le scivolano tra i seni Tiepida e calda di foulard che s’incammina A braccetto dello spolverino taciturno Che le offre il braccio alla giostra colorata Avanzando poi colore arcobaleno dei vestiti lunghi E scialli e veli attorcigliati ai rami ai fianchi Donne mirando che giocano morbidamente Saltando tutte sorridendo raccogliendo Cingono Le vesti loro d’ornamenti e sete frivole Ridenti sagome d’un paesaggio misto di colori Suadenti di felici autunno porta gli sapori Stanchi alle vinacce e ai mosti d’uva passata Fra i boschetti di pendici le castagne gialle E i daini ruzzolando tra gli avvallamenti poi le corti Umbre e amene le chiozzotte girano le lingue E ciarlano di tutto sfilando fra le sagre feste Dei riporti di niente accontentando vive Ciocche di mandorle e di noci di ghirlande sono Appese tra i cuori dolci loro appese bambole Di bimbi e bimbe tante femmine camminano Giocando tra gli spazi e i cantoni e correndo l’aria Serale diviene mattutina portano gerle e acqua Sopra i capi e il dolce cibo dei raccolti funghi Tra le vesti i cuori allegri giocolieri mamme Nutrimenti terre delle scale sandali fra Strade chiocciole di carrozzine dondolano Bimbi eterni e tutto pare lieve discorrendo E lento al suono dolce delle ore tra le sponde Delle case e i rami melarance d’agrumeti Chicchi melograni rossi curando grevi Stille d’acqua e cieli lungo l’aria delle vie città E morbida la terra asciutta ancora beve Mentre io esco per il buio alle sei della mattina E le prime facce e i bar giù aperti sono gentili E giovani sorridono, mentre il collo a scrivere Mi fa dolore e lieve ho dormito poche ore E vedo d’un tratto dimenticando il giorno Fatto di riflessi d’eco soli lampeggianti Autunno greco d’antifurto e fra mercati punk Rovistano le foglie ancora estive e sanno di Calore avido mentre s’affacciano allegorie immagini Delle donne in cerca che aspettano e rovistano Fra i soli che cadono ai tramonti io sono già Affacciato e vedo quella mezzaluna limpida E non è passato il giorno che l’ho già dimenticato E vedo la luna dal balcone limpida di casa mia e mi compiaccio Dell’oggi di tutto quel che ho visto e fatto E i miei pensieri nel giorno tanti che a fermarli qua non posso Avrebbe senso e non ne ha per il piacere della luce che si oscura
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