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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - CESARE PAVESE

Post n°42 pubblicato il 03 Settembre 2015 da paolof2014

 

Da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi "

di  Cesare Pavese

 

In the morning

You always come back

 

 

Lo spiraglio dell’alba

respira con la tua bocca

in fondo alle vie vuote.

Luce grigia i tuoi occhi,

dolci gocce dell’alba

sulle colline scure.

Il tuo passo e il tuo fiato

come il vento dell’alba

sommergono le case.

La città abbrividisce,

odorano le pietre –

sei la vita, il risveglio.

 

Stella perduta

Nella luce dell’alba,

cigolio della brezza,

tepore, respiro –

è finita la notte.

 

Sei la luce e il mattino.

***

 

Hai un sangue, un respiro.

Sei fatta di carne

di capelli di sguardi

anche tu. Terra e piante,

cielo di marzo, luce,

vibrano e ti somigliano –

il tuo riso e il tuo passo

come acque che sussultano –

il tuo tenero corpo

in una zolla di sole.

 

Hai un sangue , un respiro.

Vivi su questa terra.

Ne conosci i sapori

Le stagioni i risvegli,

hai giocato col sole,

hai parlato con noi.

Acqua chiara, virgulto

primaverile, terra,

germogliante silenzio,

una nube, che sgorga

come polla dal fondo.

Ora ridi e sussulti

Sopra questo silenzio.

Dolce frutto che vivi

sotto il cielo chiaro,

che respiri e vivi

questa nostra stagione,

nel tuo chiuso silenzio

è la tua forza. Come

erba viva nell’aria

rabbrividisci e ridi,

ma tu, tu sei terra.

Sei radice feroce.

Sei la terra che aspetta.

 

 

***

 

 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come in vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

Quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

 

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

 
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