Creato da I.am.Gatsby il 11/04/2013

NEW YORK '30

Anni 30

 

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RIVELAZIONE

Post n°17 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da I.am.Gatsby

La sua mente era trascinata via dalla crescente passione per i sogni. A guardarlo non aveva l'aria molto in gamba. Mentre il ricordo di quelle piccole cose gli occupava la mente, chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale. Rimase a lungo così e quando si mosse, e tornò a guardare dal finestrino, il suo paese era scomparso, e tutta la sua vita in quel luogo era diventata nient'altro che uno sfondo per dipingervi sopra i sogni della sua gioventù.

Sherwood Anderson

 

Foto di I.am.Gatsby

Quando lasciarono il locale Albert sembrava sollevato anche se a pezzi, aveva con se la custodia con la tromba dono del suo amico Phil, risalirono in macchina, Humphrey lo guardò sottecchi, con un leggero sorriso per avere risolto in un amen il problema che rischiava di creargli non pochi guai, si accomodarono sul sedile posteriore, richiusero le porte e l'auto partì. Albert appoggiò la testa al sedile, l'unica cosa che udì fu il boss che diceva all'autista "Portaci a casa, siamo attesi". Quando riaprì gli occhi la macchina si era praticamente arrestata, vide solo una miriade di luci, di fuochi che ardevano nelle piccole lampade a gas e a olio, si toccò il viso ma si accorse che le cose non erano migliorate. La villa che aveva davanti era imperiosa, una donna corse fuori di casa agitandosi, scesero dall'auto, a quel punto Humphrey le corse incontro e l'abbracciò
"Anjelica tesoro vieni che ti presento un amico",
"Karl" disse lei,
"Che è successo a questo ragazzo?"
"E' una lunga storia tesoro. Per ora ti basti sapere che sarà il mio nuovo braccio destro a Boston".
Albert strinse la mano della signora Finley,
"Piacere" e poi rivolto al suo capo
"Karl?"
"In effetti Karl è il mio vero nome, Humphrey è il nome che mi hanno dato alcuni amici durante la guerra", sorrisero, mentre altri invitati arrivavano alla festa e salutavano i due padroni di casa. Un fiume di persone andavano a riempire un parco ampissimo, al centro un patio coperto e un pianoforte, era uno Schimmel, Albert come ipnotizzato si avvicinò non rendendosi conto che era rimasto solo circondato da una miriade di sconosciuti.

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