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Provo vergona.Mi dimetto da cittadino di Napoli.

Post n°8 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da gecapoda

Dopo oltre un quarto di secolo durante il quale ho quotidianamente combattuto contro le inerzie istituzionali, segnalando problemi e soluzioni con particolare riferimento al quartiere nel quale sono nato ed abito da sempre, il Vomero, vedere oggi di nuovo montagne di rifiuti stazionare nelle piazze e nelle strade care alla mia infanzia, dove un tempo, rigogliosi, si estendevano orti e vigneti, al punto che l’area collinare della Città era nota nel mondo intero come “ quartiere dei broccoli ”, a fronte dell’indifferenza delle istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica, napoletano di nascita, che non raccoglie il “grido di dolore” dei “suoi” concittadini, con adeguate iniziative che pure la Costituzione nazionale affida alla sua carica, a fronte della mancanza quantomeno di sensibilità politica del presidente della Giunta regionale della Campania, dei presidenti delle cinque Province campane, dei Sindaci dei Comuni, a partire da quello di Napoli, ma anche dei rispettivi consigli regionali, provinciali e comunali, che, a seguito alla lesione gravissima dell’immagine di un’intera regione con filmati e fotografie di cumuli di montagne di rifiuti  che hanno fatto in questi giorni il giro del mondo, guardando ai dati oramai di pubblico dominio che testimoniano la drammatica realtà dei seri ed irreversibili danni arrecati sia all’ambiente che alla salute dei cittadini, mi dimetto da cittadino campano e quindi anche da italiano. Con amarezza e profonda delusione da questo momento mi ritengo un apolide, seppure solo moralmente dal momento che per legge resto sottoposto a tutti i doveri che le norme impongono, seppure senza diritti, a partire da quelli primari della salute e della libertà, visto che sono costretto a chiudermi in casa, per non respirare gli olezzi provenienti dai cumuli di spazzatura e i pestilenziali veleni della diossina. Confesso: provo vergogna di essere napoletano e chiedo asilo politico a tutti i paesi del mondo che, non da oggi, hanno risolto il problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, auspicando l’intervento dell’unica entità nella quale continuo a credere, quella divina, perché renda giustizia e restituisca dignità e fiducia ai tanti onesti ed operosi napoletani e campani, sparsi sull’intero orbe terracqueo, che in questi anni hanno dovuto subire le nefaste ripercussioni di un’incapacità politica ed amministrativa oramai sotto gli occhi del mondo intero.

 

Gennaro Capodanno, ex napoletano del quartiere Vomero

 

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Anonimo il 08/02/08 alle 12:46 via WEB
Intervista in esclusiva ad Antonio Bassolino, detto “ O’ Munnezzaro”. Giornalista: Tutti indicano come colpevole dell’emergenza rifiuti il presidente della regione. Cosa ci può dire in sua difesa? Bassolino: Non capisco perché rivolge a me questa domanda! Fatela al responsabile. Giornalista: Perché, scusi Bassolino e lei il presidente della regione Campania. Bassolino: Questo lo dice lei, a me non risulta. Non cado nella trappola. Giornalista: Guardi a me lo può dire, abbiamo le prove che è presidente da sette anni. Bassolino: La sua è una provocazione, sfido chiunque a dimostrarlo! Giornalista: Eppure la gente che l’ha votata, afferma il contrario. Bassolino: Guardi i napoletani sono fatti cosi, amano fare voli di fantasia e credere alle favole, la realtà e che loro hanno votato per uno che non sono io. Giornalista: Scusi ma allora lei chi è? Che ruolo riveste in Campania? Bassolino: Queste sono cose che accerterà la magistratura! Giornalista: Mi permetta un’altra domanda, in tanti chiedono le sue dimissioni, perché non lo fa? Bassolino: Non capisco perché mi dovrei dimettere, di cosa mi si accusa? Giornalista: La ritengono responsabile di non avere fatto niente per risolvere il problema rifiuti. Bassolino: Questo è vero in questi anni, non ho fatto assolutamente nulla! Giornalista: Ma come? Ammette di non avere fatto nulla e non si dimette? Bassolino: Certo, se avessi fatto qualcosa mi sarei già dimesso. Siccome in questi anni non ho fatto niente, come lei stesso conferma, perché dimettermi? Giornalista: Guardi la sua logica è disarmante, la prossima volta l’intervista la faccio fare a mio figlio d’otto anni. La saluto presidente. Bassolino: Che lei mi saluta, anche questo lo accerteranno i magistrati. Intanto
 
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