LA COMMISSIONE EUROPEA RELAZIONA – Petizione 0012/2008 presentata dal segretario Francesco Miglino, cittadino italiano, a nome del Partito Internettiano, sulla situazione concernente lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti domestici a Napoli e nella regione Campania in Italia. – Sintesi della petizione 0012/2008. Il firmatario descrive l’attuale situazione disastrosa concernente i rifiuti domestici a Napoli e in Campania, in Italia, ed elenca le misure che a suo parere occorrerebbe prendere per lo stoccaggio e il trattamento di rifiuti domestici, nonché i controlli necessari per vigilare sull’attuazione delle misure. Cita inoltre un lungo elenco di motivi alla base dell’emergenza dei rifiuti domestici. È convinto che solo un comitato di esperti tecnici esterni al sistema politico italiano, con comprovate capacità scientifiche e gestionali, sarebbe in grado di porre fine al problema dei rifiuti, che persiste nonostante 14 anni di commissioni speciali e l’impiego di considerevoli quantità di denaro dei contribuenti. Il firmatario chiede l’intervento dell’Unione europea, nella convinzione che disponga delle modalità per farlo ai sensi della legislazione europea.
11 dicembre 2010 di francesco miglino
IL PARTITO INTERNETTIANO, COME PREVISTO DAL PROGRAMMA POLITICO, OLTRE A DESCRIVERE LA SITUAZIONE DELL’ IMMONDIZIA IN CAMPANIA, HA PROPOSTO DELLE SOLUZIONI IMMEDIATAMENTE FATTIBILI , CHE SE REALIZZATE, TERREBBERO PULITA PER SEMPRE LA CAMPANIA E TRASFORMEREBBERO L’ IMMONDIZIA IN RICCHEZZA .
PARLAMENTO EUROPEO
2004—————–2009
Commissione per le petizioni
(…)
La Commissione, profondamente preoccupata per lo scoppio della crisi, in particolare in
considerazione dei gravi rischi per la salute pubblica e per l’ambiente determinati
dall’abbandono dei rifiuti nelle strade, ha avviato un’indagine e, a giugno del 2007, una
procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia relativamente alla non corretta applicazione
della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2006/12/CE sui rifiuti4) nella regione Campania.
Nel contesto di tale procedura, la Commissione ha ritenuto che in Campania la rete e gli
impianti di smaltimento rifiuti non siano stati adeguati e siano stati all’origine di problemi
ambientali e di salute. Il 3 luglio 2008, tenuto conto delle continue violazioni del diritto
comunitario in Campania, la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia.
Nell’ambito di detta procedura, i servizi della Commissione hanno seguito, e continuano a
seguire da vicino gli sviluppi della situazione in Campania, comprese le misure che le autorità
italiane hanno adottato o hanno previsto di adottare per risolvere la situazione di emergenza
nonché il problema strutturale derivante dall’inadeguatezza della rete di gestione rifiuti nella
regione.
Si sono già tenuti alcuni incontri tra i servizi della Commissione e le autorità italiane, e ne
sono previsti altri al fine di consentire alla Commissione di monitorare la situazione. In tale
contesto, la Commissione sta indagando, di concerto con le autorità italiane, sull’applicazione
del diritto comunitario in materia di ambiente per quanto riguarda le misure adottate per
affrontare la crisi dei rifiuti e per sviluppare un sistema di gestione dei rifiuti.
Per quanto attiene all’ubicazione e alle caratteristiche delle singole strutture di gestione rifiuti,
occorre rilevare che la valutazione dei rischi relativi all’apertura di detti impianti rientra nelle
competenze delle autorità nazionali, e che la Commissione non può interferire nelle attività di
queste ultime per quanto riguarda l’ubicazione e le caratteristiche di tali infrastrutture, nella
misura in cui le decisioni vengono prese in conformità del diritto comunitario in materia di
ambiente.
Relativamente all’impianto di recupero dell’energia dai rifiuti di Acerra, la Commissione
ritiene che l’ordinanza del 6 febbraio 2008 di cui sopra sia compatibile con la direttiva
2001/77/CE. L’elettricità prodotta da parti di rifiuti non biodegradabili non dovrebbe, com’è
ovvio, essere definita una fonte rinnovabile ai fini della direttiva, ma quest’ultima non vieta
agli Stati membri di fornire tale energia con sostegno pari a quello goduto dall’elettricità
prodotta da fonti rinnovabili, come sancito dalla direttiva. Tale sostegno, tuttavia, dovrebbe
1 GU L 283 del 27.10.2001, pag. 33.
2 GU L 332 del 28.12.2000, pag. 91.
3 GU L 175 del 5.7.1985, pag. 40.
4 GU L 114 del 27.04.2006, pag. 9.
PE416.398v01-00 6/6 CM\757601IT.doc
IT
essere compatibile con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato e la Commissione sta
attualmente svolgendo indagini sulle misure prese in questo senso.
Conclusioni
La Commissione proseguirà la sua azione nei confronti dell’Italia finché le attuali violazioni
del diritto comunitario in materia di ambiente non termineranno. Per quanto riguarda la causa
relativa alla mancanza di una valida rete di infrastrutture di gestione dei rifiuti, al momento
dinanzi alla Corte di giustizia, saranno disponibili aggiornamenti sulla questione dopo che la
Corte avrà pronunciato la sua sentenza. La Commissione continuerà a monitorare la
situazione al fine di garantire che le misure adottate per affrontare l’emergenza siano conformi
al diritto comunitario in materia di ambiente nonché alle norme comunitarie sugli aiuti di
Stato.” |