Messaggio #3 »

No all'aumento della Tarsu a Napoli!

Post n°2 pubblicato il 19 Maggio 2007 da gecapoda

         Diciamo basta a questo stato di cose, ad un sindaco che se da un alto giustifica ed approva i benefit dei quali si sono di recente dotati i consiglieri comunali, aumentando, tra l’altro, il budget a disposizione dei gruppi consiliari, dall’altro annuncia altri rincari fino al 30% per i napoletani con l’aumento di una tassa, quella per i rifiuti solidi urbani la cui rimozione avviene oramai da mesi a macchia di leopardo, riducendo interi quartieri della città a veri e propri letamai urbani, con gravi pericoli per la salute dei cittadini e creando disagi e disordini, come quelli che si sono avuti stamani dinanzi ad una scuola del napoletano. Contro questo stato di cose i cittadini si devono mobilitare, opponendosi a comportamenti vessatori che allo stato non trovano alcuna giustificazione operativa. Per questo abbiamo deciso di creare un apposito Comitato  al fine di evitare ingiustificati aumenti della Tarsu a Napoli, fintantoché la situazione rimarrà precaria e preoccupante come quella attuale. Chi vorrà aderire potrà mandare una mail all’indirizzo notarsunapoli@libero.it . Nei prossimi giorni organizzeremo anche una raccolta di firme in vari punti della Città. Dopo aver sperperato centinaia di milioni di euro, anche per consulenze e studi mai resi operativi, non si può scaricare la responsabilità di un fallimento che è tutto della pubblica amministrazione sempre e solo sui cittadini, che in questo momento sono vittime, ancora una volta, di una situazione paradossale, facilmente prevedibile, che andava scongiurata per tempo.

Gennaro Capodanno

Presidente Comitato Valori collinari - Napoli

 

 

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frabcesco miglino il 23/12/10 alle 21:44 via WEB
LA COMMISSIONE EUROPEA RELAZIONA – Petizione 0012/2008 presentata dal segretario Francesco Miglino, cittadino italiano, a nome del Partito Internettiano, sulla situazione concernente lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti domestici a Napoli e nella regione Campania in Italia. – Sintesi della petizione 0012/2008. Il firmatario descrive l’attuale situazione disastrosa concernente i rifiuti domestici a Napoli e in Campania, in Italia, ed elenca le misure che a suo parere occorrerebbe prendere per lo stoccaggio e il trattamento di rifiuti domestici, nonché i controlli necessari per vigilare sull’attuazione delle misure. Cita inoltre un lungo elenco di motivi alla base dell’emergenza dei rifiuti domestici. È convinto che solo un comitato di esperti tecnici esterni al sistema politico italiano, con comprovate capacità scientifiche e gestionali, sarebbe in grado di porre fine al problema dei rifiuti, che persiste nonostante 14 anni di commissioni speciali e l’impiego di considerevoli quantità di denaro dei contribuenti. Il firmatario chiede l’intervento dell’Unione europea, nella convinzione che disponga delle modalità per farlo ai sensi della legislazione europea. 11 dicembre 2010 di francesco miglino IL PARTITO INTERNETTIANO, COME PREVISTO DAL PROGRAMMA POLITICO, OLTRE A DESCRIVERE LA SITUAZIONE DELL’ IMMONDIZIA IN CAMPANIA, HA PROPOSTO DELLE SOLUZIONI IMMEDIATAMENTE FATTIBILI , CHE SE REALIZZATE, TERREBBERO PULITA PER SEMPRE LA CAMPANIA E TRASFORMEREBBERO L’ IMMONDIZIA IN RICCHEZZA . PARLAMENTO EUROPEO 2004—————–2009 Commissione per le petizioni (…) La Commissione, profondamente preoccupata per lo scoppio della crisi, in particolare in considerazione dei gravi rischi per la salute pubblica e per l’ambiente determinati dall’abbandono dei rifiuti nelle strade, ha avviato un’indagine e, a giugno del 2007, una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia relativamente alla non corretta applicazione della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2006/12/CE sui rifiuti4) nella regione Campania. Nel contesto di tale procedura, la Commissione ha ritenuto che in Campania la rete e gli impianti di smaltimento rifiuti non siano stati adeguati e siano stati all’origine di problemi ambientali e di salute. Il 3 luglio 2008, tenuto conto delle continue violazioni del diritto comunitario in Campania, la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia. Nell’ambito di detta procedura, i servizi della Commissione hanno seguito, e continuano a seguire da vicino gli sviluppi della situazione in Campania, comprese le misure che le autorità italiane hanno adottato o hanno previsto di adottare per risolvere la situazione di emergenza nonché il problema strutturale derivante dall’inadeguatezza della rete di gestione rifiuti nella regione. Si sono già tenuti alcuni incontri tra i servizi della Commissione e le autorità italiane, e ne sono previsti altri al fine di consentire alla Commissione di monitorare la situazione. In tale contesto, la Commissione sta indagando, di concerto con le autorità italiane, sull’applicazione del diritto comunitario in materia di ambiente per quanto riguarda le misure adottate per affrontare la crisi dei rifiuti e per sviluppare un sistema di gestione dei rifiuti. Per quanto attiene all’ubicazione e alle caratteristiche delle singole strutture di gestione rifiuti, occorre rilevare che la valutazione dei rischi relativi all’apertura di detti impianti rientra nelle competenze delle autorità nazionali, e che la Commissione non può interferire nelle attività di queste ultime per quanto riguarda l’ubicazione e le caratteristiche di tali infrastrutture, nella misura in cui le decisioni vengono prese in conformità del diritto comunitario in materia di ambiente. Relativamente all’impianto di recupero dell’energia dai rifiuti di Acerra, la Commissione ritiene che l’ordinanza del 6 febbraio 2008 di cui sopra sia compatibile con la direttiva 2001/77/CE. L’elettricità prodotta da parti di rifiuti non biodegradabili non dovrebbe, com’è ovvio, essere definita una fonte rinnovabile ai fini della direttiva, ma quest’ultima non vieta agli Stati membri di fornire tale energia con sostegno pari a quello goduto dall’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, come sancito dalla direttiva. Tale sostegno, tuttavia, dovrebbe 1 GU L 283 del 27.10.2001, pag. 33. 2 GU L 332 del 28.12.2000, pag. 91. 3 GU L 175 del 5.7.1985, pag. 40. 4 GU L 114 del 27.04.2006, pag. 9. PE416.398v01-00 6/6 CM\757601IT.doc IT essere compatibile con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato e la Commissione sta attualmente svolgendo indagini sulle misure prese in questo senso. Conclusioni La Commissione proseguirà la sua azione nei confronti dell’Italia finché le attuali violazioni del diritto comunitario in materia di ambiente non termineranno. Per quanto riguarda la causa relativa alla mancanza di una valida rete di infrastrutture di gestione dei rifiuti, al momento dinanzi alla Corte di giustizia, saranno disponibili aggiornamenti sulla questione dopo che la Corte avrà pronunciato la sua sentenza. La Commissione continuerà a monitorare la situazione al fine di garantire che le misure adottate per affrontare l’emergenza siano conformi al diritto comunitario in materia di ambiente nonché alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato.”
 
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