Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Aprile 2018

Vox populi vox dei

Post n°483 pubblicato il 29 Aprile 2018 da fedechiara
 

Vox populi vox dei

Pare che la partita a poker e il gioco spudorato del 'vedo' e 'passo' di Luigi di Maio paghi in termini di consenso elettorale – e le proiezioni dei sondaggisti gli accreditano un +2 sul già clamoroso 32 ottenuto alle ultime elezioni. Percentuali da democrazia cristiana d'antan o da partito comunista italiano subito dopo i funerali dell'amatissimo E. Berlinguer.

Ma, a differenza della D.C. Di cui bissa i fasti, il M5Stelle non riesce nel gioco delle tre carte delle aggregazioni di governo: tripartito o pentapartito o monocolore con sostegno esterno del psdi o del psi e dei repubblicani del La Malfa buonanima, ricordate? Si stava meglio quando si stava peggio.

E la ragione è che la società italiana nel suo complesso si è corrotta e incattivita – e non funzionano più le mediazioni culturali del cattolicesimo in politica e la botta grossa è venuta dall'economia globalizzata che ha innescato la più lunga crisi economica dal dopoguerra in avanti; e l'aggiunta drammatica del cacio sugli scarsi maccheroni dei 'migranti' africani e medio orientali: spacciati quali 'risorse' e che ci pagherebbero le pensioni – secondo il verbo evangelico-renziano di Tito Boeri, gran maestro di fake new pensionistiche di s-governo.

La verità è che, se quei dati non sono palesemente menzogneri e truccati ad arte al fine di illudere i gonzi italici sulla sostenibilità del gigantesco assalto alle nostre coste e ai conti economici dello Stato, l'inserimento nel tessuto economico della maggioranza dei migranti avviene in un lasso di tempo calcolato dai professori nelle università di dieci e passa anni – ma in in quei dieci e passa anni si consumano tutte le tragedie sociali e i conflitti di un assistenzialismo anomalo rivolto ai nuovi arrivati e sottratto pro quota agli aventi diritto storici, con destrezza di tagli e 'rimodulazioni della spesa sanitaria' che penalizzano gli indigenti stanziali e intasano il pronto soccorso dei nostri ospedali. Leggetevi le cronache relative degli ultimi dieci anni per averne conferma.

E il gioco delle tre carte e dei due forni del giocatore di poker Di Maio ha messo la sordina a tanta questione che ha determinato, invece, la risposta elettorale fortissima degli elettori del nord Italia. 
E ci sarebbe da ridere se – dopo le calende greche della direzione del pd e l'annunciata consultazione della base in rivolta – si potesse assistere alla redazione del famigerato 'contratto di s-governo' dentro al quale il pd vuole cacciare a forza l'indigeribile 'ius soli' e Renzi agli Esteri o all'Economia, aiuto!
Chi vivrà vedrà. Non c'è fretta. Lasciamoli giocare il miserando poker della politica politicata e, intanto, meditiamo, noi elettori del nord Italia, sul come riposizionarci, in autunno, alle prossime elezioni. 
Vox populi vox dei e già oggi si vota in Friuli.

 
 
 

In alto i cuori

Post n°482 pubblicato il 28 Aprile 2018 da fedechiara
 

E' andata, ce l'ho fatta per la quarta volta, alleluia. Nella mia personale battaglia contro gli Acciacchi, formidabili combattenti assassini figli di Crono e di Senilità, - a loro volta figli di Urano e di Gaia -, ho riportato l'ennesima estenuante vittoria. 
Emulo dell'ultimo degli Orazi, sopravvissuto al duello, ho distanziato i fratelli Curiazi nella disastrosa corsa contro il tempo e, uno dopo l'altro, ho steso gli Acciacchi, claudicanti fratelli assassini inseguitori, sia resa lode agli dei.

E tutto, nell'alba luminosa che segue alla vittoria, sembra nuovo e purificato e primavera nuova e silente nel pulsare sotterraneo di nuova vita. E perfino le notizie del governo-si, governo-no, governo-chissà quando e se, sembrano noioso scroscio di un ruscelletto di monte che scorre tra le erbe e i sassi silvani - e un salutare chissenefrega sgorga dal cuore indirizzato all'inquilino del Quirinale, che ci costa un patrimonio e al quale indichiamo quale esempio illustre di presidente della repubblica da imitare 'Pepe' Mujica, ex dell'Uruguay, che riceveva gli ospiti e gli aspiranti premier in camicia fuori dai pantaloni nell'aia del suo cortile di casa.

E, nel perenne affanno nostro di sommersi e di salvati, mi reputo graziato dalla dea Igea e felice di ogni cosa semplice del nostro vivere sul pianeta Terra, sia resa lode agli dei e 'in alto i cuori!'

Secondo la versione riportata da Tito Livio (Hist. I, 24-25), durante il regno di Tullo Ostilio (VII secolo a.C.) Roma ed Albalonga entrarono in guerra, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae (sull'attuale…
IT.WIKIPEDIA.ORG

 
 
 

Faticose liberazioni

Post n°481 pubblicato il 25 Aprile 2018 da fedechiara
 

Non siamo ancora nella fase in cui si sviscera un eventuale, laboriosissimo accordo di governo e gli incarichi conseguenti, bensì in quella della sua eviscerazione rituale – come facevano gli antichi che nelle viscere dell'animale sacrificato divinavano gli eventi futuri.

E il futuro governo non è dato, ma solo una disponibilità di quel Martina, reggente parvenu, che sembra rappresentare solo se stesso e una timida pattuglia di non renziani (ciò che non siamo, ciò che non vogliamo) talmente arditi da ipotizzare che i 5 Stelle, quegli stessi che gli vomitavano insulti sanguinosi e li accusavano, prima delle elezioni, di ogni nefandezza politica, oggi possano essere i compari di un accordo di s-governo più o meno uguale a quello decaduto con ignominia.

E non si capisce con che animo e faccia di tolla possano i 5 Stelle far digerire alla loro base una schifezza così palese: di mettere in piedi uno s-governo fragile fragile e soggetto a tutti i venti di tempesta della guerra partigiana in corso dentro il pd ferito e trincerato al Senato - coi maggiorenti di Renzi ivi gallonati per una guerra di posizione e di trincea all'arma bianca.

Ma non doveva essere un 25 aprile di 'Liberazione'?

 
 
 

L'altro ieri accadeva

Post n°480 pubblicato il 23 Aprile 2018 da fedechiara
 

 

I Montagnardi e i Giacobini di sempre.

Viviamo tempi rivoluzionari, non vi sembri esagerato. Provate a immaginarvi registi di un film sulla rivoluzione francese e 'mettete in scena' quella fibrillazione politica che, fuori e dentro le sale della Convenzione Nazionale e dell'Assemblea legislativa di Parigi, vide comporsi e scomporsi, come cellule metastatiche impazzite, i rassemblements di centro e di sinistra e di sinistra estrema: i Montagnardi, e i Giacobini avversi ai Cordiglieri e ai Foglianti. E, ad ogni riunione di quegli anni di fervore e febbre politica altissima, qualche testa tentennava, timorosa del prossimo distacco dal corpo (era d'uso salutarsi, tra quei dessi, 'à la guillotine' : abbassando la testa di scatto, il corpo eretto, mimando lo stacco fatale della lama).

E, non ridete, quei tali rivoluzionari prendevano nome (Cordiglieri e Giacobini) dai conventi francescano e domenicano dove si riunivano i capi dei club, i ben noti Hèbert, Desmoulins, Danton, Marat, Robespierre. 
I conventi, vedi caso, già da allora condizionavano in qualche modo la vita pubblica e privata – e 'dietro al convento delle Cappucine' ci si dava appuntamento per i duelli risolutori delle onorevoli contese.

Trasferite ora il set cinematografico a Roma e ridate anima e corpo ai 'rivoluzionari' cinque stelle (si parva licet) che, fuori da Montecitorio, hanno inneggiato alla rivoluzione contro 'la casta' e 'il vecchio' della cattiva politica nazionale – e non hanno applaudito il faticoso discorso alla nazione di 're Giorgio' a Camere riunite.

E mettete in canovaccio i furibondi conciliaboli e le risse e ' vaffa' reciproci lanciati dai vari Foglianti e Girondini interni al partito democratico - che sta per spaccarsi definitivamente di fronte alla fiducia da dare o non dare a un governo indigesto e indigeribile qual'è quello che si cucina nelle ovattate stanze del Quirinale.

Perché - è Storia, ahinoi! - è sempre a sinistra che 'va a parare' la crisi di un paese e i suoi sussulti 'rivoluzionari'. E' sempre la generosa e imbelle sinistra di ogni tempo e paese la camera di compensazione di ogni disastro politico e istituzionale iniziato e causato dalla 'destra', - da noi, la destra del barabba di s-governo, la destra fracassona e volgare e becera dei 'no taxes' evasori impuniti, la destra secessionista degli artigiani/piccoli imprenditori eredi delle 'jacqueries' del contadino francese Jacques.

E la cosa triste della nostra avvilente e squallida postmodernità politica e sociale è che manca sulla scena, consigliere del regista, un monsieur De Guillotin che ci fornisca lo strumento principe dei castighi riservati alla 'malapolitica' dei felloni e traditori e malnati e de 'la casta'. Lo 'zac' secco e definitivo della pesante lama che stacca le teste dai corpi. 
E, senza quello strumento decisivo, ritrovarsi tra i piedi il berlusconi anti giudici e processi quale 'vincitore' della orrida partita a scacchi che si è giocata sulla testa del paese - e che ha visto la sinistra a pezzi, ancora una volta! - è naturale e tristissima conseguenza.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

 

 
 
 

Ieri accadeva. Ri-accadrà?

Post n°479 pubblicato il 21 Aprile 2018 da fedechiara
 

I 'morituri' che siamo e che vogliamo. 21 aprile 2017

Chissà se l'attentato di ieri sera, in una Parigi sempre più deserta di turisti e di 'bon viveurs', avrà come effetto un due o tre per cento di voti in più verso il candidato Marine Le Pen. 
E' probabile ma, se avverrà, l'effetto emotivo e rabbioso durerà 'l'espace d'un matin' perché già al ballottaggio, solo quindici giorni dopo, la grande coalizione degli sconfitti impedirà che si compia ciò che non sarebbe male si compisse: l'ingresso all'Eliseo di un uomo (in questo caso una donna) forte, fortissima nelle sue determinazioni a fare terra bruciata intorno ai killers e ai loro complici e a scovare i troppi covi e le tane e le moschee delle predicazioni dell'odio delle 'serpi in seno' velenose cresciute nelle enclaves delle banlieues parigine e belghe – quei natural born killers, assassini di seconda o terza generazione di immigrati islamici, che tuttora qualche infiammato e rintronato buonista si ostina a indicare quali 'francesi' o 'belgi', giusto per attenuare l'impatto devastante che hanno presso l'opinione pubblica quei loro nomi arabi che ne denunciano l'affiliazione familiare e religiosa e il loro essere dei maledetti rinnegati del paese che li ha accolti e invano ha provato ad integrarli e dirli veri cittadini francesi o belgi.

Ed è questo quadro di facile predizione di impotenza e 'dejà vu' che sgomenta e ci dice 'morituri' di una guerra per bande sedicenti religiose - e siamo tutti vittime designate e facilmente sgozzabili e abbattibili sugli altari dell'odio islamista radicale sull'orizzonte di un futuro prossimo. 
E la varietà dei nostri 'modi di morire' che ci si disegna di fronte va dai coltelli del singolo imbecille, sedicente 'combattente' e, in realtà, miserabile assassino di vittime inermi, che ti pugnala in un autobus o nei treni della metropolitana, alla tabula rasa e scempio dei corpi dei tir lanciati sulla folla a folle velocità, per finire coi colpi di kalashnikov nei teatri o nei supermercati o negli aeroporti nelle ore di punta.

Una 'guerra' vigliacca e stupida che ci hanno dichiarato quei folli figli di immigrati di seconda o terza generazione alla quale contrapponiamo le blande misure di sicurezza e di 'ordine pubblico' che non dissuadono nessuno di quegli assassini rinnegati dal demordere e rinunciare ai loro progetti di morte e stragi.
E solo il miracolo di una ferma determinazione a cambiare le politiche immigratorie e di ordine pubblico e misure di integrazione 'prendere o lasciare' prossime venture potrebbero salvare qualcuna delle vittime annunciate dei prossimi giorni e mesi e anni, ma gli stolti e ostinati buonisti continueranno a recitare le geremiadi dei loro pelosi distinguo e le demonizzazioni verso i candidati che dicono 'populisti' - e toccherà accettare l'infame sorte di morire inermi e buonisti per omnia saecula saeculorum, maledendo l'imbecillità di quei peggior ciechi che non vogliono vedere.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

 
 
 
 
 

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