Creato da NomadMax il 22/02/2005
Il blog vuole essere l'espressione di alcuni momenti della mia vita durante i quali voltandomi a guardare indietro, a quel che fui ricordando tutti i sogni ed i progetti per quel che avrei voluto divenire, sento di aver fallito di aver tradito le mie stesse speranze, i miei sogni. Poi tornando a guardare in avanti verso il mio futuro continuo a sognare e sperare di non perdermi ulteriormente sulla strada che porta al fallimento.

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« SolitudineBambini scomparsi »

Questa mattina pioveva...

Post n°17 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da NomadMax

Mah! a me la pioggia piace, mi rende triste e pensieroso, sapete, a me
piace essere triste e pensieroso, e' in quei momenti che metto a fuoco
la mia vita.

Mi piace molto quando scroscia forte, forte, e quasi non si
vede niente, allora io esco con un ombrello, d'estate anche senza, e
sempre d'estate mi tolgo anche gli occhiali, tanto non vedrei
niente lo stesso, dunque esco con l'ombrello, e passeggio, passeggio
senza posa, senza affaticarmi, ma, se smette di piovere mi viene
una stanchezza tale che solo un provvidenziale taxi puo' salvarmi.

Sapete i colori con il sole sono belli, splendidi,
brillanti, ma, sono anche affaticanti e sovente distraggono,
invece quando piove, tutto il mondo prende un uniforme colore grigio,
molto riposante, sonnolento, ed ecco che hai il tempo di guardarti
intorno, e, scopri un palazzo che ti piace, che non avevi mai visto
fino a ieri, e certo, non lo hanno fatto in meno di 24 ore, scopri
anche che la strada dove abiti ha un buon odore, ed e' bella con i
suoi platani belli puliti e lucidi finalmente senza quella patina di
smog che li soffoca; hai la sorpresa, che quell'odioso palazzo stile
ottacento troppo carico di motivi architettonici, ora sembra piu'
snello, e quasi ti sembra di avere attraversato il tempo ed essere
tornato ai tempi della tua fanciullezza, quando lo vedevi come la
residenza di una stupenda principessa in pericolo, e tu eri il principe
azzurro che la traeva in salvo.

Ricordo una volta, ero giovane, molto giovane, stavo
passeggiando con un amico dopo la pioggia a Villa Ada, tornavamo
dalla pista di pattinaggio che risultava impraticabile, avevamo
deciso di approfittare del fatto che non c'era nessuno per assaporare
una passeggiata come se fossimo stati in campagna, l'erba era verde
lucida, profumava di "erba" (solo dopo la pioggia si puo' gustare la
vera fragranza dell'erba), si sentiva l'odore della terra,
penetrante, intenso, era d'estate, e la temperatura assai calda
faceva si che' dal terreno si levasse una leggera nebbiolina,
che tutto impregnava, d'improvviso, con la coda dell'occhio
vedemmo un movimento, ambedue provammo la sensazione di essere
osservati, rimanemmo immobili, girando lo sguardo verso il punto che
ci interessava, il fatto era che tutti e due stavamo facendo la stessa
cosa senza esserci parlati, poi ci fu' un altro movimento, meno
rapido, vedemmo confusamente una chiazza di colore che sfumava dal
verde al rosso in rapido movimento tra due alberi, avvertimmo che non
udivamo altro che il nostro respiro, niente piu' cinguettii,
scricchiolii, poi mettemmo a fuoco con lo sguardo una scena che ci
fece drizzare i peli, non dalla paura, ma bensi' dall'emozione,
notammo che tra gli alberi c'era l'arcobaleno, piccolo, ma c'era, e
verso il punto in cui sembrava posarsi, stava correndo un piccolo
essere, uno del Piccolo Popolo, era vestito con una casacca
verde, che finiva a punte, su dei pantaloni o calzamaglia rossa,
portava delle scarpette a punta alte fino alla caviglia, ed in testa
aveva un copricapo verde, di foggia strana, tipo quello degli alpini,
forse un po' piu' stilizzato, ma, la cosa piu' entusiasmante era il
viso, da adulto, con una barbetta corta e ben disegnata che contornava
il viso senza coprirlo, e finiva a punta sul mento, ma non era alto
piu' di 30 o 40 cm., provammo l'impulso di lanciarci anche noi verso il
punto in cui finiva l'arcobaleno, ma era naturalmente inutile, il
LEPRECAUNO, aveva di sicuro gia' nascosto la sua pentola d'oro;
d'improvviso l'arcobaleno scomparve, e gli uccelli ripresero a tessere
le lodi della natura con i loro canti, ed il vento spazzo' via
la nebbiolina, ci guardammo in faccia e... da quel giorno, come
potrei odiare la pioggia?

Perche' sto raccontando queste cose a voi? E' semplice,
perche' piove! Perche', cosi'come la pioggia, lava le impurita' del
mondo, e ce lo rende di nuovo pulito, pronto per essere sporcato
ancora, cosi' la pioggia lava via le nostre maschere, e ci rende piu'
umani, piu' veri!

P.S.
Oggi sotto la pioggia, ho sentito qualcosa che si distaccava da me, che
mi abbandonava, in fondo e' tanto bello:

ESSERE SE STESSI

e' tanto bello potersi mostrare al mondo come si e' realmente, senza tema
di essere respinti, perche', se il mondo ti respinge, vuol dire che non ti
merita.

 
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