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SALTARE IL FOSSO

Post n°21 pubblicato il 14 Maggio 2010 da olimpia_80
 

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Mancano dodici giorni all’appello e non ce la farò mai a finire di scrivere la lettera.

Il mio datore di lavoro dice che non importa e mi sorride anche se ho metà faccia arrossata dall’incidente col fumo :gli piaccio anche così,ed è una cosa inumana, che non si sopporta da qualcuno che non ti è familiare.C’è una certa concupiscenza nel suo volto…mi fa rabbrividire.La sua segretaria ogni tanto si lamentava del caldo ,ma adesso ha smesso poiché il caldo potrebbe rammentarmi il fuoco .Questo mi fa pensare che le dispiace veramente della mia situazione. La sua è un apprensione che conserva in se il mio diritto di aborrirla (grazie amica mia,grazie di cuore).

 

Sono sempre stato di salute cagionevole ,nonostante la mia infanzia vissuta in campagna (aria benefica e quanto ne consegue).Gli altri bambini di cui compendiavo la tribù (così come uno sputo potrebbe colmare il mare),erano tutti più grandi di me .Per via del divario generazionale non mi sentivo di fare veramente parte di un gruppo di amici, e in più non sapevo ne correre ne saltare un fosso.


Il contadino (che abitava poco distante da me) aveva un bel sorbo per il quale i bambini del vicinato mi avrebbero reso in biglie ogni ramo carico di frutti.Questi vedeva cosa combinavo ,ma non mi rincorreva per via dei frutti rubati ,ma piuttosto perché scendendo dall’albero ero finito nelle reti cariche di olive!Correva come un toro inferocito e nel farlo alzava tanta di quella polvere che mi pareva di essere rincorso da una nube cinerea!

Non era un uomo molto sveglio e comunque,nonostante non fossi più veloce della maggior parte dei miei amici ,ero ad ogni modo in vantaggio rispetto a quell’uomo sì bolso.

 

Caduto nel fosso che non ero mai riuscito a saltare in vita mia, dovevo resistere all’impulso di urlare,altrimenti il contadino mi avrebbe visto.Sentivo i suoi piedi strisciare nella polvere in cerca della direzione ,ma secondo lui dovevo essere nascosto in qualche campo …non c’era altra spiegazione.Più lui si allontanava e più io mi sentivo libero di lamentarmi…quant’è bella la libertà.Invocavo quella stessa mamma che più tardi mi avrebbe visto con le ginocchia ferite ed i vestiti “olivastri”.

 

Compiuti i miei quattordici anni di età , io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in città (ma non per perché compivo gli anni io!) ed i fossati non sono più stati un problema…visto che sono incominciati i “problemi veri”.Ora i salti mortali devo farli solo per arrivare a fine mese …

 

Ho scritto questo racconto per un mio amico di blog. Olimpia_80

 
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Commenti al Post:
max_6_66
max_6_66 il 14/05/10 alle 20:18 via WEB
ti adoro. massimopiero
(Rispondi)
 
max_6_66
max_6_66 il 17/05/10 alle 19:50 via WEB
buona cena a te carissima !
(Rispondi)
 
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