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Post n°819 pubblicato il 16 Aprile 2015 da Nues.s
Daryl Mc Mahon, Artist
" ....ma il piu' bello, era quando zia Regina toglieva da un piatto, un grosso pezzo di burro e lo calcava ben bene nel centro della polenta che cospargeva di cacio grattugiato. Poi, faceva le parti, distribuendo a ciascuno di noi la fetta che ci spettava: prima allo zio, ch'era capo tavola. In seguito i ragazzi, in ragione d'eta'. L'ultima a servirsi era lei.
E tutti, tutti ci mettevamo a mangiare con grande appettito e piacere, cercando d'assaporare nella larga fetta il poco burro del quale aveva potuto intridersi almeno in parte. Il desiderio di trovarlo e gustarlo era tale, che rendeva per noi, prezioso il frugalissimo cibo e forse costituiva la maggior attrattiva di quel pasto, finito il quale ci si faceva il segno della croce.
Lo zio tornava alla sua bottega, noi ai giochi e agli allegri discorsi, recando in mano un pane e qualche frutto. Quanto alla zia, metteva al fuoco, zitta zitta, una pentola d'acqua, disponendosi a rigovernare i piatti con la stessa austerita' che prima aveva posta nel far la polenta: che sempre poneva nel raggiustare i panni del marito e dei figli, nell'accender il lumino dinanzi ai ritratti dei suoi morti, nell'assistere, la domenica, alla messa. "
Ada Negri La polenta del giovedì
Chiudi gli occhi, dimentica il rumore. Senza un senso di misura, su una destinazione casuale, sulla sintonia che è proporzionabile alla distanza. Chiudi gli occhi. Quando ti accorgi di non scordare come si fa a lasciarsi andare. Come parlare ad una voce sola. Senza pensieri, solo echi di nostalgia. L'unica debolezza che non manchi.
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