Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Post n°844 pubblicato il 02 Giugno 2015 da Nues.s

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrew Wyeth   |   Airborne, 1996

 

 

 

 

 

 

 

 

E' isolata in uno spazio di incredibile riverbero, con la luce che nasce e batte su di uno specchio marino. Oscillano ricordi che come conchiglie si schiudono. Una balugine intensa, totale, carica di promesse. La stagione di Wyeth ha dentro sè i rintocchi arcaici di una campana lontana e commossa che rincuora. Gli odori salmastri che salgono hanno un inconosciuto clima di desiderio e ci approdi, proprio dopo una corsa in bicicletta, planando come su d'uno zoom d'altri tempi. Nessuna cornice esterna, nessun clima inquieto. Solo un passaggio che confidenzia fin dal momento iniziale piu' tenero.

 


Un bacio breve, casto, in un abbraccio reso tangibile, un'aderenza quasi uterina a intreccio di una emozione elastica di memoria. In qualsiasi posto tu sia stato là ..  proprio là, nel silenzio di quei colori, raffiora. E, non ti sentire in colpa se un nodo strano d'improvviso assale. Incastonata l'incandescente, l'emozione stretta sale e sara' comprensibile l'estetica che ha lasciato dentro. Il panorama a cui assisti, improvvisamente fluttua come su d'una giostra che ha perso le staffe. Un'amalgama tra la bizzarrìa di questo strambo volo in piume e l'appunto dolce di un canto.

 

 

S.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 
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