Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Post n°293 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da Nues.s
 

 

 

 

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Immergersi nel verde fresco della pineta.

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Salirci.

Sentirsi trasformare pianta.

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Albeggia.

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E i suoni in lontananza che ad occhi chiusi

aumentano quel senso

 di echi ripetuti.

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Come musica.

 Sottofondo.

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Sedursi.

E attendersi.

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 Che la voce della pioggia

 sugli alberi del bosco

 e le parole, 

 si dissolvano

 in queste prime note di canto.

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Enigma visibile che si fa istante

e interroga corteccia e parla con le acque.

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Palpitare della stessa vita degli alberi e delle erbe.

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Istintiva.

Intensa.

Profonda.

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Una visione dall'alto d'un sogno

che come sortilegio

racconta che le cose che vediamo

ci vedono proprio come noi,

 le vediamo,

quasi per una docile equazione di magia.

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Liturgia che si fa cielo.

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L'emozione si conserva intatta nelle sue viscere

e si fa trama flessibile e preziosa

tanto da illuminarne poi

 l'immagine.

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Misterioso richiamo che lega

 in chi canti

tanto amore quanto chi

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 è Signore della propria Terra.

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.

S.

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