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Non c'è da esser mite. Benigno, forse. O ben disposti. E talvolta temere che. . . i fatti umani, alcuni fatti umani, non abbiano un giudice piu' intelligente o piu' audace, benché protetto dalla vilta' del silenzio. E quel demone dell'ironia che ti morde. Ti morde a tal punto che ci si senta il peggior nemico del proprio sentimento. Come mera finzione artistica, debolezza umana. Incanto del cuore.
[ on air Schubert - Piano Trio n° 2, II ]
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Eppure, di fronte a questa effige martoriata, che racconta gli errori degli uomini dei nostri tempi, quelli in carne ed ossa si avvicendano ai suoi piedi indifferenti al monito, presi dalla necessità umana di placare l’appetito. Nonostante il richiamo verso la radice di una vita vissuta per uno scopo nobile, resta solo l’istinto primario di un panino condito con il sapore della noncuranza. Pensando alla sordità dell’uomo di fronte ai messaggi di vita, mi riecheggiano i versi di quel poeta che sempre mi incanta e che si firmava Basho, il quale ha scritto:
Davanti al rigoglioso vilucchio
consumiamo il nostro pasto -
noi, che siamo solo uomini
Un saluto saporito :)
Tu che plachi quell'appetito di pancia dimenticando il cuore, il motore che alimenta piu' di tutti quel sentimento chiamato Vita. Ecco, un po' come fare opere di bene 'a comando' quando sai che non è un periodo a farsi richiesta d'aiuto, ma sempre. Un po' come quando il papa poco tempo fa regalo' una grattugiata di tartufo sopra quella scodella di pasta dei poveri alla mensa della Caritas. Ecco il bene. Ecco uno dei gesti che avra' anche avuto una benevola dimostrazione di vicinanza, ma che a me ha solo dimostrato ancor piu' di quanto disagevole perbenismo si ammantino appunto, queste dimostrazioni.
La silenziosita' dei segni che adoro, poi. Ecco. Anche per questo motivo e perchè è tutt'altro che si fa, che mi trovo in quella direzione - ancor piu' - ostinata e contraria. Fino a spingermi di non relegarmi spettatrice rassegnata, proprio no.
Accostandomi ora a questo momento, mi slego, ecco. Mi slego alle corse obbligate di farsi carico dei pranzi delle cene dei regali. Quella....'finzione artistica' di cui parlo allora si necessita di prendere le distanze e riuscirmi a vivere (o sopravvivere al clima di questi tempi) in maniera distaccata. Ci provo, Max. Perchè vedo di quei chiaroscuri, di quelle meschinita'. Detesto i furbi e ancor piu' i patetici. Forse perchè amo troppo i semplici, gli sprovveduti, i sacrificati. E sovrappongo il tutto in un'elegia caricaturale, che posso farci.
E dove occorra, di ironia che non è vista come cattiva, ma imprenscindibile. Per quell'ultimo... incanto del cuore, quella voglia di tenerezza non astratta, che ritorni a me in un'amabilita' piena di significati. Veri, schietti, non di facciata. In questa contemporaneita' fatta che di cartapesta, dove pochi, pochissimi esempi, ai miei occhi, riescono a farsi davvero Luce.
Tu mi citi Basho...io ti dono Kobayashi Issa, caro Max....in quel saluto che dedico anche a Te, sapido di cose belle e di promesse e di saperti stupire sempre della vita, così, proprio come tu sai fare:
Questo mondo di rugiada
è solamente un mondo di rugiada
ed ancora.
Grazie :)
Ti abbraccio forte anch'io (have a good day, today....) ;- ***
per fortuna ci sono le eccezioni. ;)
Ma non è tanto indifferenza quella che esprimo, piuttosto insofferenza, non ho alcun problema a dirlo. E non posso nemmeno ipotizzare che la spiritualita' , quella vera, sia d'obbligo in cuori che pensano che il ricordarsi di essere dei cristiani sia legato ad una festa o meno. E, sì. Per fortuna esistono le eccezioni...
In verità e purtroppo, la coscienza dei “dominatori culturali” inizia a coincidere con il pensiero generale della società, creando i presupposti di un vuoto che potrà essere riempito da qualsiasi cosa. L’ironia, in questo senso, diventa solo un macabro rito collettivo, i cui confini sfiorano il kitsch, o l’inessenza, sotto un’ ombra grigia di ottusità sovrana, inizio del regno della violenza rituale, una rabbia crescente, sottoposti al pensiero di un domani che ricomincia con l’ieri. Da qui in poi l’ironia potrebbe apparire come una piece di grottesca teatralità.
Dispiace che il tempo del Natale assuma i connotati di questo vuoto da riempire. La corsa ai festeggiamenti natalizi somiglia sempre più ad una “violenza rituale” ed una tendenza di inessenza e fragore di inutilità, dichiarando nel contempo la mancanza di riflessione e pratica della specie umana che si riflette in una potente illusoria apparenza.
Piccola H ha scritto la letterina a Gesù incentrata su quattro punti:
1. fammi restituire la mia macchina fotografica da chi l’ha presa
2. proteggi i miei strumenti musicali
3. A Bubu piacerebbe avere una compagna (bubu è il suo orsacchiotto)
4. Proteggi sempre il mio papà e non portarmelo mai via.
Porterò sempre nel cuore le sue parole. Lei mi è indispensabile come l’aria per vivere. Dopo aver letto la sua letterina, essere qui, in questo mondo, mi è parso la più bella cosa che mi possa accadere. E mi piacerebbe infinitamente che tale pensiero possa diventare comune a tutti gli uomini della terra.
Buon Natale, carissima amica. Sia la tua anima serena. Blue.chips
I bimbi, ecco. Solo il loro candore restituisce gioia intatta nello stupore della loro piccola, immensa Luce.
E' quello che auguro alla piccola dolce H e al suo saggio, coraggioso papa' che stimo e a cui lascio un abbraccio di cuore.
Buon Natale, Blue... caro Amico, Tu.
Buona domenica, Ragnauzz...@@@*
Anch'io aspetto la letterina di Cecilia, oasi di sincerità e di spontaneità...regalo prezioso di ogni anno.
Ti abbraccio Nu......il tuo blog è sempre più bello ^-^
Eh, si. Le loro parole meglio esprimono cio' che abbiamo tutti dentro: il rischio di togliere sacralita' ad una festa che rammenta, in chi crede, la nascita e rinascita di un Figlio. Ma che poi, ogni ed ogni volta...si confonde rovesciando banalita' nei giorni a seguire. Eh, è così che va.
Ti abbraccio anch'io***
Succede che: ......ecco. Gli esempi. Comprendi? Proviamone a dare dei diversi che non renda meccanico con piccole movenze, quel tendere al basso. Proviamoci almeno.
in quell'Arte riconoscersi Simbolo.
Wilde e i suoi pensieri: geniale davvero come pochi.
Grazie, buona domenica... :)
Anche a me sembrano i ...soliti eterni discorsi attorno quel fuoco chiamato sentimento e amore. Ma lasciamolo..lasciamo che sia, di tanto in tanto. Lasciamo che le parole e i pensieri si svelino o meno. La vita, questo è. Anche - e soprattutto - in queste sensazioni che ci lasciano quel certo sapore in bocca, non saziandoci mai del tutto.