Creato da Nues.s il 11/09/2009

N u a g e s

Vanno, vengono. Sostano lasciandoci il ricordo

 

 

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Post n°299 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da Nues.s
 

 

 

 

 

 

Pensieri così.

Come quando pensi a quanto ti divertivi, da solo o con gli amici, a lanciare i sassi al mare o in un lago come questo.

Tirarli il piu' lontano possibile, trattenevi persino il respiro.

Prendevi la mira e li facevi rimbalzare una e piu' volte,

facendo piu' schizzi o... a non farne affatto.

 

.

Come quando sai, 

 che una volta che quel sasso che hai lanciato,

 per come ha lasciato la tua mano e per l'energia con cui è stato proiettato,

 per la sua forma e pesantezza,

 esiste uno e un solo modo, in cui quel sasso tocchera' quella superficie.

 

Uno e un solo tempo, in cui stara' in aria.

 

E il momento in cui atterrera', e il modo in cui lo fara',

una volta che è in volo, nulla potra' esser alterato.

Nulla piu'.

 

[Pensieri così...]

.

 
Rispondi al commento:
blue.chips
blue.chips il 30/01/11 alle 19:09 via WEB
Sembrerebbe un atto privo di un qualsiasi significato, come il ben noto e meno aulico dare un calcio al sasso sulla strada. E’ un gesto denso di significati che possono raccontarci di noi cose che ci lasciamo dentro. Una volta, piccola H mi confessò di non buttare sassi nel lago per paura di far male al pesce di passaggio.
Io risi allora, ma capii anche il suo punto di vista, come se girando la mente intorno alla vita mi fossi accorto che le cose che ci circondano, a volte, possono diventare la cifra della propria assenza.
Piccola H aveva colto un senso al gesto collegandolo alla vita, alla presenza delle cose che non vediamo ma che sono dietro al sipario. E il concentrico scivolare dell’onda verso la sua fine è il segno di un’assenza, di un finito.
Eppure, il tentativo di proiettarsi nell’immagine di un incontro di vita, non è immune da uno scambio, o da un riflesso in cui una manifestazione oggettiva possa essere scossa dallo spirito, dal pensiero positivo; cioè la proiezione in una distanza immaginaria dove collocare l’esigenza di annullare l’assenza e la rinuncia.
Il tuo pensiero sulla sorte del sasso e dall’unicità del suo rimanere infine, ha la medesima tendenza a vedere oltre. Forse, la lettura di quanto scrivo prefigura un elemento di oziosità, ma spesso diventa essenziale al pensiero un trapassare le cose, uno scrollarsi di dosso della gravità del puro accaduto, magari anche esagerando, ma si mantiene la differenza fra ciò che ci appare e la natura interiore delle cose. Del resto, ogni individuo si riflette proprio nella sua individuazione e nel precipitato della propria anima. Blue.chips
 
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