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C a r a v a g g i o
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Artista rivoluzionario per quel Tempo.
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Tramuto' la realta',
rovesciandola in ideali di bellezza, armonia, proporzioni,
misura e decoro in soggetti
spesso umili.
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Popolani dimessi, persone scelte per la strada con le carni rugose,
i piedi consumati, le membra segnate dal lavoro.
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Scelti tra quelli piu' umili e laceri
perfetti per lui,
nel rappresentare i Santi o le Madonne.
Caravaggio prende questo materiale e lo inietta nella sfera Sacra.
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Un'operazione stravolgente,
di una naturalezza sconcertante, di un effetto dirompente.
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Anche i nostri occhi che hanno visto le avanguardie,
abituati alle esperienze e alle sperimentazioni del Novecento,
rimangono ancora increduli dinnanzi questo suo coraggio.
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Ben 400 anni, son passati.
Le immagini sono talmente fresche e attuali,
che ci compenetrano per la profondita' di quei canti di luce e lo splendore del colore.
Difatti ci vuol sapienza nel dosare quei bagliori che tagliano le penombre.
Emergono dallo scuro grazie a sprazzi di luce.
In una fiaccola.
In uno spiraglio di finestra.
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Ecco che i desideri, le speranze, le paure, i drammi o le certezze,
ardono, vivono e si sprigionano nella tela.
Come se gli stessi sentimenti che muovono i dipinti,
uscissero improvvisamente dal buio della scena.
Nella sua preziosa Arte, il luogo dove il reale appare in tutti i suoi nodi e verita'.
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Caravaggio e il suo "Cesto di frutta ambrosiano"
Talmente bello e vero da non subire,
il normale senso del deterioramento.
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Caravaggio e il suo "Amor Vincit Omnia"
nella perfezione compositiva di quest'Angelo bimbo,
quel sorriso scanzonato che si beffa così,
della gloria dell'Amore.
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Caravaggio e "San Matteo e l'Angelo".
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Il mio preferito.
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Un Santo così terreno, così corporeo da lasciare incantati per il fascino che emana
descrivendo il suo vero stato d’animo,
raccolto nel suo sguardo e nello sfondo scurito della sua anima.
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E l'Angelo, è Uomo.
Si puo' toccare.
Perchè questa figura di luce anima la scena
e porta l'attenzione al volto di Matteo che stupito chiede:
" ....Chiamate proprio me "?
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Non esiste piu' separazione,
fra la sfera divina irraggiungibile e la bassezza umana.
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Questo è il senso che resta.
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Questo sembra dirci Michelangelo Merisi,
detto il Caravaggio.
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La grande Arte non è solo tecnica eccelsa.
E' spesso un pensiero imponente del profondo che chiede di venire al mondo.
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