Creato da leitraot il 27/10/2005

Nugae

Bisogna continuamente ricominciare dalla fine

 

 

« Istanti L'album dei ricordi »

A PIEDI NUDI

Post n°11 pubblicato il 22 Dicembre 2005 da leitraot
 

CAPITOLO II

EQUINOZIO D'AUTUNNO

PARTE PRIMA

Ramingo, lo sguardo cercava nel verde superbi cementi confusi tra candidi cirri e stanco il passo incespicava per strade impervie bramando squarci d’azzurro mare.

Distante, era tutto lontano. Elisa brancolava senza punti di riferimento, orfana del traffico metropolitano. Altrove era il nodo sciolto coi luoghi familiari dell’infanzia, col bar della colazione quotidiana, con l’edicola all’angolo prima della scuola, con l’ufficio postale di file furbe e di buste a superare lo stretto, con l’aeroporto di arrivi e partenze salate di lacrime e sabbia. Altrove erano occhi smarriti mentre il vento portava profumi diversi per un nuovo settembre.

Smise di camminare, smise di interrogare invano la cartina sgualcita tra le mani sudate e si sedette su una panchina circondata dalle aiuole. Ignorava il nome del parco in cui era capitata, ignorava la direzione che avrebbe dovuto seguire per raggiungere l’indirizzo di casa e, spossata dalla ricerca, smise anche di preoccuparsene. Avrebbe chiesto informazioni dopo, solo dopo, perché era sempre in tempo a rimandare, specialista nell’arte del rinvio. Prima di qualsiasi parola, prima di qualsiasi volto voleva il contatto con la terra per sentirla sotto i piedi e dentro, nella sua nuova libertà di pellegrina. Essere pelle prima di chiedere ed assorbire voce.

Slacciò le scarpe abbandonandole sul dorso lucido della valigia e mosse i primi passi incerti di bimba cresciuta, sul tappeto di foglie che l’autunno aveva steso con amorevole cura di madre. Un prato di pagine accartocciate, alberi seminudi, raccontavano la loro età spogliandosi di movimento e colore.

E fu come calpestare lettere, gialle di speranze antiche e rosse di rabbia. La terra non mente, non conosce menzogne, accoglie la vita e la morte, conosce la gioia e il dolore. Culla e tomba grida la sua sete al cielo e gravida di lutti celebra, cinica, nuova genesi.

Elisa si lasciò guidare dai suoi passi e cominciò a leggere il suolo ora arido, ora viscido di fango, ora morbido, ora irto di sassi: un carteggio, corrispondenza non scritta tra gli uomini e Dio.

Sul tronco rugoso di quercia, poggiò le mani come in segno di resa e poi accostò la faccia: un bacio dato con gli occhi a fior di ciglia. Solo dopo l’abbraccio, per farsi parentesi avvolgendo l’intera circonferenza legnosa senza arrivare a contenerla.

Fu saluto, benvenuto e accoglienza, fu memento e coscienza di appartenenza alla vita.

Poi d’improvviso il cielo si unì al parlare muto dei suoi piedi intrecciati alle radici e cadde sottile l’argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda. Piovve sui vestimenti leggeri e sui freschi pensieri.

Piovve ed Elisa si lasciò bagnare bevendo col corpo prima che con le labbra, esaudita esigenza inespressa: battesimo e osmosi.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog


              GRAZIE


 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

 

TAG

 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2niki0070sundroptrampolinotonanteHighlander19vanderdeckermat69kStratocoversbelloEincarrozzinalange_itrdmhgianor1sols.kjaermameli40bruttoesaggio
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: leitraot
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 43
Prov: AL
 
immagine
 

STO LEGGENDO

immagine
- 1934, di Alberto Moravia

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963