I salti dell'acqua in cascate che si arrendono alla calma luccicante di un verde quasi irreale. L'apatia della capitale, le sue strade costipate di tavolini e la nostra corsa in tram. Le tre notti nell'hotel simil-Mercedes e i sermoni stereotipati del proprietario a scandire la colazione. I cartelli bugiardi di una città monumentale che esiste solo sui depliants turistici, ma offre un cambio assolutamente favorevole. L'anfiteatro romano e l'attesa interminabile per quei due risotti da record. Il silenzio di un'isola a farsi scrigno di un passato restituito dal bianco e nero di foto che indulgono al mito. E la tenerezza di un fagottino scuro tra le braccia di un uomo che ha scelto di farle da padre. Il mare limpido a carezzare i piedi incerti sul fondo sassoso, col gioco di luce riflessa che sbianca la pelle. Il porfido delle viuzze che si inerpicano verso la cattedrale e la tua mano ad evitarmi ripetutamente la caduta. Il campanile che guarda verso l'Adriatico e i colori caldi dei palazzi addossati tutti intorno. I gabbiani a pochi passi e la vivacità del mercato della frutta a far da sfondo. I vestiti fradici di pioggia e, il giorno dopo, i fuochi d'artificio a tenerci col naso in su. I mosaici e l'ultima banconota soffiata via dal vento... Ho visto più di quanto abbiano saputo catturare gli occhi, perché ho potuto fermarli nei tuoi e tenerti tra le mie braccia, sorreggendo il viso di un uomo che non ha smesso di essere bambino e riesce ancora a restare ammirato davanti al bello del mondo, lasciando che la sua poesia gli tocchi il cuore.
Inviato da: leitraot
il 21/12/2013 alle 17:51
Inviato da: ladonnadi
il 19/12/2013 alle 22:50
Inviato da: leitraot
il 18/11/2013 alle 13:50
Inviato da: trampolinotonante
il 14/11/2013 alle 19:10
Inviato da: leitraot
il 10/09/2013 alle 14:35