Ritorno alla sua voce calma dopo quel 16 maggio che mi ha cambiato la vita.
Ritorno ai suoi occhi di mare e quell'accento che alle mie orecchie dice casa e suona ironicamente malinconico.
Sul palco il solito tavolo, ma stavolta niente vino. Bastano i versi a riscaldare: le righe impastate ai ricordi di uno nato in mezzo al millenovecento, che prova a raccontare il secolo ormai alle spalle, alla nipote e alla generazione nuova, abbracciato a una chitarra.
Conosco a memoria le pagine da cui son tratti i suoi monologhi: quei libri sono stati la risposta più bella al mio bisogno di consolazione e hanno fatto da ponte verso altri autori, riempiendo il vuoto che divorava i miei giorni.
Conosco bene la sua "Variante di canzone", ma oggi ha un suono nuovo. Oggi l'ascolto senza sentirmi dilaniata dalla solitudine. Oggi il mio cuore piange di gioia perchè ci sei tu ad abitarlo e a dar senso ai suoi battiti. Ed è a te che penso mentre sussurro insieme ad Erri. È a te che canto:
![](http://www.corrieredelsud.it/site/uploads/article/image/aurora%20de%20luca%20e%20erri%20de%20luca%20-%20foto%20manuela%20giusto.jpg)
"Io te vurria vasa'", sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare
io te vurria abbasta',
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta'.
"Io te vurria vasa'", insiste la canzone
ma un po' meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria manca',
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare
io te vurria manca'.
Inviato da: leitraot
il 21/12/2013 alle 17:51
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il 19/12/2013 alle 22:50
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il 18/11/2013 alle 13:50
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il 14/11/2013 alle 19:10
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il 10/09/2013 alle 14:35