QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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DAI RIMBORSI PER LE SAGRE AI POSTEGGI TUTTI I PRIVILEGI DI PALAZZO LASCARIS

Post n°61 pubblicato il 23 Maggio 2010 da Quer_fattaccio

Dai rimborsi per le sagre ai posteggi
tutti i privilegi di Palazzo LascarisI grillini presentano i conti, rimandano al mittente rimborsi chilometrici e gettoni di presenza e propongono di riportare lo stipendio dei consiglieri regionali ai valori del 1972. Basta con il vitalizio da 3 a 8mila euro per gli over 65, riduzione drastica dell'indennità di fine mandato e invito a tutti di farsi da parte dopo la seconda legislatura. In effetti i costi della politica a Palazzo Lascaris spesso sembrano paradossali: dai rimborsi forfettari per viaggi mai fatti, ai gettoni di presenza corrisposti per riunioni non frequentate
di SARA STRIPPOLI

Povero consigliere regionale. Ciclicamente sotto riflettori impietosi, accusato di essere quello della "casta", avido di avere accanto portaborse da gratificare, viaggiatore "tentato" visto che, oltre alle missioni istituzionali, ogni anno ha diritto a dieci viaggi a Roma e tre a Bruxelles purché autocertifichi che la trasferta ha qualche attinenza con l'attività politica. Anche il parcheggio nelle vie limitrofe a Palazzo Lascaris per lui è riservato. 

Adesso che la crisi acuisce le critiche e con il risultato di marzo in Regione circolano leghisti che inneggiano alla sobrietà e grillini che vogliono smantellare il sistema, il tema dei costi della politica ritorna protagonista, i partiti gareggiano in proposte (prima Rifondazione, poi il Pd con la proposta Gariglio sull'abbattimento del 50 per cento dell'indennità di fine mandato, adesso il Movimento 5 stelle) e assessori e consiglieri si difendono: "Siamo nababbi soltanto a parole. Nel 2000 mi sono pagato una campagna elettorale e non sono entrato in Consiglio. Ci ho messo anni per pagare i debiti", si lagnava a fine dicembre il democratico franceschiniano Mariano Rabino, che chiedeva di ridurre i componenti del Consiglio piuttosto che i loro compensi. Quante battaglie negli anni. Nel 2001 si contestava il parcheggio riservato ai consiglieri, con tanto di elenco di chi aveva diritto al posto transennato: in primo luogo i capigruppo, poi i consiglieri che abitavano nelle altre province. A settembre dello stesso anno c'era anche stata una raccolta di firme di un Comitato referendario per cancellare i privilegi retributivi dei consiglieri e fra i primi firmatari comparivano i cassintegrati Fiat. 

Le richieste suonano molto familiari: abrogazione del raddoppio dell'indennità, dell'aumento del 20 per cento dell'indennità mensile, dei vitalizi. Il promotore era Mario Contu, che della battaglia contro i costi della politica aveva fatto una delle sue missioni: "Dopo il golpe estivo del raddoppio dell'indennità, un'altra manna dal cielo", spiegava chiedendo ai consiglieri di cancellare gli aumenti di luglio. Sono passati quasi dieci anni, Contu ha perso anche la guerra contro l'assunzione di 102 portaborse (anno 2005, alcuni nomi noti di familiari) e ancora adesso i consiglieri si portano a casa 100mila euro a ogni fine legislatura. Soltanto a dicembre del 2009 il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio presenta la sua proposta di dimezzare quella buonuscita, una linea adottata dal Pd come promesso da Gianfranco Morgando in campagna elettorale. 

Non tutti lo sanno, ma il povero consigliere sotto tiro può contare su una lunga serie di rimborsi che gonfiano il suo compenso mensile: rimborso a forfait di 1.425 euro per tremila chilometri, quello per otto gettoni di presenza mensili (976 euro), quelli per chi abita fuori Torino per il viaggio da casa a Torino, 122 euro per ogni giorno di presenza effettiva alle riunioni istituzionali e per presenze a riunioni. Condizione necessaria l'autocertificazione, accettata anche per attività svolte a casa durante il fine settimana. Unico limite - e sembra quasi una farsa - ogni consigliere non può percepire più gettoni di quanti siano i giorni del mese. A un certo punto i consiglieri diessini non ce la fanno più a far finta di nulla e promettono di rinunciare alle autocertificazioni ad eventi al di fuori dell'attività consiliare, una buona pratica poi passata ai democratici. Sulle richieste di rimborsi a quelle che definisce "le sagre delle melanzane" aveva fatto sentire la sua voce Mariano Turigliatto nel 2006 ("quante sagre popolari", sospira l'ex-consigliere) e il duo al vertice dell'Ufficio di presidenza Gariglio-Placido ha mandato in soffitta un altro vantaggio che puzzava di scandalo: rimborsi chilometrici anche per gli ex-consiglieri che viaggiavano dal paese di residenza a Torino e 5 rimborsi all'anno per viaggi a Roma. È giugno del 2006 e non è un male ricordare che la proposta è passata soltanto al secondo tentativo.

 
 
 
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