QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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I LITFIBA DIECI ANNI DOPO. PRIMA VOLTA SU UN PALCO TORINESE ( IO C'ERO 26.07.2010)

Post n°122 pubblicato il 28 Luglio 2010 da Quer_fattaccio

 

L'INTERVISTAI Litfiba dieci anni dopo
prima volta su un palco torinese "Il bello di suonare qui è che questa città ha un'anima doppia: moderna e nordista da una parte, dall'altra terrona nel miglior senso della parola, con un pubblico caldo come quello del sud". La band fiorentina domani sera a Colonia Sonora dopo la riunificazione. Parlano Pelù e Renzullidi ALBERTO CAMPO 

 
E alla fine è venuto anche il momento di Torino. Dopo i concerti primaverili che ne hanno sancito il ritorno sulle scene a oltre dieci anni dalla burrascosa separazione, e da cui è stato tratto il recente doppio album dal vivo Stato libero di Litfiba, la band fiorentina arriva lunedì in zona. Destinazione Colonia Sonora, alla Certosa Reale di Collegno, per l'epilogo della rassegna: ingressi ancora disponibili a 32 euro. 
  
Un buon pretesto per fare due chiacchiere con la coppia motrice che l'ha rimessa in carreggiata: il cantante Piero Pelù e il chitarrista Ghigo Renzulli.

Come evitare la trappola di fare il revival di se stessi?
(PP) "Essendo se stessi come si è oggi. Rispetto a quando ci siamo lasciati nel 1999, attraverso le esperienze fatte individualmente siamo cambiati tutt'e due, e del resto già allora eravamo diversi da com'eravamo stati dieci anni prima. Cerchiamo di vivere in maniera costruttiva l'evoluzione del mondo circostante e la nostra evoluzione personale".

La trasformazione riguarda anche le canzoni? E qual è cambiata di più?
(PP) "Più o meno ogni canzone ha avuto la sua evoluzione musicale, soprattutto dal punto di vista ritmico, ossia l'aspetto dei Litfiba che ai tempi ci convinceva di meno. Una come Dio, che stava in 17 Re ed è stata ripresa poi in forma diversa in Pirata, ha addirittura un ritornello nuovo: segno che è ancora materia viva".

Con che criteri avete deciso quali pezzi suonare dal vivo e quali no?
(GR) "È chiaro che quando una band come la nostra sceglie nel suo repertorio, che contando tutti i dischi vuol dire circa 150 brani, accontentare tutti è impossibile, dovendone selezionare 24: altrimenti dovremmo fare un concerto di otto ore".
(PP) "Noi la chiamiamo "la strage degli innocenti": se è vero che ogni pezzo è come un figlio, pensa quanti ne devi ammazzare".
(GR) "Abbiamo cercato di mantenere un rapporto equilibrato, proponendo da due a quattro pezzi di ogni album, cercando di rappresentarli un po' tutti. Chiaramente più si andava verso il passato, meno le canzoni ci sembravano adeguate: le nostre primissime cose sono difficili da ripresentare adesso, ormai sono stilisticamente distanti da noi. Alla fine il periodo più significativo della nostra storia è quello centrale, che va da Pirata a Spirito. Unico assente è Infinito, il disco della separazione, che abbiamo deciso di escludere dal concerto".

Il pubblico che viene ora ai vostri show è quello che vi aspettavate?
(GR) "Non immaginavamo che ci fossero così tanti giovani. Avessimo dovuto far conto sul nostro pubblico storico, ci saremmo ritrovati dei quarantenni, e invece sotto il palco è pieno di ragazzi con meno di 25 anni: un dato di cui siamo stupiti e compiaciuti".
(PP) "Forse perché c'è qualcosa nei testi scritti in quegli anni che riesce a essere significativo ancora adesso. La gente viene ai concerti per divertirsi, ma non si dimentica assolutamente quello che ha intorno. Il nostro pubblico è fatto di persone molto attente e con la voglia di reagire allo stato attuale delle cose".

Parliamo di Torino: conservate qualche ricordo particolare dei concerti passati in città?
(PP) "I ricordi di Torino sono sempre tutti molto belli...".
(GR) "Lunedì suoniamo a Collegno, dove già eravamo stati tanto tempo fa, all'epoca dei primissimi Litfiba, credo fosse addirittura poco dopo la chiusura del manicomio, all'inizio degli anni Ottanta...".
(PP) "Il bello di suonare a Torino è che ha un'anima doppia: moderna e nordista da una parte, dall'altra "terrona" nel miglior senso della parola, con un pubblico caldo come quello del sud".

 

 

 

 
 
 
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