Creato da danzan0l3n0t3 il 20/05/2012

UNIVERSI PARALLELI

VERSO UNA NUOVA DIMENSIONE

 

« SAMBA PA TI ....Alessandro »

PEPPINO

Post n°13 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da danzan0l3n0t3

 CONTINUA DAL POST PRECEDENTE......

PEPPINO 

 

Il padre di Alessandro

 

Continua dal Post precedente.....

Che bella l’Estate ,il rincorrersi delle bianche creste dell’onda accompagnate dal vento  a cospargere  la  pelle di nebulizzate gocce salmastre!
Che magia il momento in cui il  disco immenso del sole al tramonto,  s’immergeva  lentamente nel mare per illuminare  sommerse Atlantidi , celate  tra  foreste di  anemoni e coralli !
Che  dolore  quella sera sulla spiaggia , tra quelle struggenti note di Samba Pa Ti, notare nel comportamento di Mara  uno stralunato distacco!
Su quel palcoscenico naturale illuminato dal beffardo faro della luna , stava per avere il suo epilogo una breve ma intensa storia d’Amore , mentre quei due  ragazzi, come  inconsapevoli teatranti di un copione  simile a quello di tante altre storie non a lieto fine,  non si sarebbero dati nemmeno l’ultimo bacio.
“Senti   Ale “ dice Mara – “  Questa primavera ho conosciuto Bobo, un ragazzo di Novara “
Alessandro, come paralizzato da quelle parole, anticipate dal triste sguardo di Mara ,era immobile come una statua di sale ; lì sulla battigia  resa ancora lucente  dall’ultima carezza d’acqua, in quel suo   riflettere ancora i luccichii d’una luna straniera e avversa.
“Ma…”dice Alessandro. “Sì hai capito bene”- dice Mara - ”Mi dispiace  dirtelo qui e adesso, ma ora il mio cuore è di un altro”.
Una lacrima,  iniziò a brillare  poco oltre il bordo degli occhi di Alessandro, a confondergli vista e cuore, in quell’irreale momento nel quale Mara gli stava raccontando  come aveva conosciuto  Bobo.
Ma Alessando non l’ascoltava…,la sua mente era altrove, persa nei baci che si erano dati,  negli abbracci che si erano scambiati , nell’amarezza dell’amore carnale che non aveva avuto vita  tra di loro , perché Mara era troppo giovane,  perché Alessandro era troppo impacciato e ingenuo.
Preso da una sensazione irrefrenabile,Alessandro scappò via ,correndo lungo la battigia a perdifiato, fino a dilaniarsi i polmoni  in una folle corsa , per allontanarsi da quell’ulteriore momento d’abbandono che gli ricordava incredibilmente la morte di suo padre, quando di fronte a quel doloroso  letto d’agonia, pochi minuti prima che morisse  il suo papà,  fuggì via  per rifugiarsi nel buio magazzino, salendo di sacco in sacco di farina,  per   abbarbicarsi  in alto sull’ultimo… , quasi contro il soffitto,  il quel  caldo e afoso pomeriggio d’estate .
Improvvisamente  fù  proiettato in quel lontano  15 agosto 1960, mentre calde lacrime gli bagnavano il viso, mentre l’inarrestabile ruota del treno della  morte, nel suo costante percorrere i binari della vita,  stava per schiacciare  suo padre bloccato in quel letto di dolore, divorato da un cancro che dal novembre dell’anno precedente, gli aveva drasticamente  polverizzato ogni speranza di vita .
“Povero papà”-pensava  il giovane Alessandro in quel duro ricordare. –“ Nemmeno un istante di respiro nel lasciarti alle spalle le brutture di una  guerra che aveva lasciato questo nostro Paese, alle prese con un difficile percorso di ricostruzione  e con tanti problemi  ed odi di classe da risolvere, che una nuova guerra , all’interno del tuo corpo ,si apprestava   a toglierti l’ultimo respiro, in quell’inarrestabile proliferare di metastasi ,che  nel diffondersi tra cuore e polmoni ,ti  rubavano l’ultimo soffio d’aria.”
Cosi come a questo Paese comportamenti criminali e oscuri giochi di potere  , hanno piano piano intaccato i gangli di onestà e correttezza,  per portarci quì, fino ai giorni nostri in una insulsa società  in conclamata putrefazione morale.
Che dignità e compostezza  in quella silenziosa sofferenza di Peppino, mentre Eva bagnava con una pezzuola di cotone inumidita le sue labbra, mentre quegli occhi neri  dilatati in una  tacita preghiera , speravano ancora di superare  quel grande macigno improvvisamente caduto addosso ai suoi trentasette anni.
Che differenza tra quei tempi e quelli nostri, dove tutto è portato all’esasperazione,  dove anche per minime futilità, si urla ,si impreca, si esterna senza alcun ritegno, si ruba, si violenta, si stupra ,si ammazza, si  lascia nell’indifferenza più totale, chi non possiede nemmeno l’indispensabile per vivere!
Anche Eva fù più che dignitosa, nel suo affrontare quel doloroso distacco dal suo compagno di vita , lei era abituata alle atrocità di una guerra da poco terminata , nei suoi limpidi occhi azzurri si erano susseguiti  momenti che ai giorni nostri risulterebbero alquanto  difficili da sopportare e comprendere.
Ai suoi tempi la guerra, i bombardamenti, le sirene del coprifuoco,  erano la quotidianità, sentita nelle orecchie, mostrata nei pori della pelle  che si raggrinziva in brividi di paura , in quel catastrofico progredire  degli eventi di un conflitto mondiale.
La mano di Alessandro era  in quella di Eva di fronte alla bara di suo padre,  mentre  l’ultimo pietoso bacio della sorella di Peppino, deposto sulle sue ormai esangui labbra, precedeva il momento  della calata del coperchio di zinco , che veniva appoggiato sui bordi della cassa funebre.
A seguire, nell’aria intrisa da un insostenibile profumo di pino, le volute di fumo della saldatrice che sigillava per sempre  quel corpo allo sguardo dei presenti , ma non a quello del cuore.
Due giorni più tardi il mesto corteo funebre diretto al cimitero,  l’acre odore di gasolio proveniente da tubo di scarico dell’auto funebre , a far lacrimare  ancora ,occhi smarriti  nell’inseguire preghiere rivolte al cielo   di   cadenzati Pater , Ave e Gloria  ed Eterno Riposo.
Infine lo stridio del legno spinto all’interno del loculo, il tonfo della pietra tombale posta a chiusura di quello stretto cubicolo,  lo sfrigolio  della malta gettata dalla cazzuola  a sigillo  di quell’ultima dimora.
Tutti questi pensieri, tutte queste immagini, assalirono in quel momento ad ondate, la mente di Alessandro, in quella sua inarrestabile  fuga dalle parole di Mara ,  per frangersi con violenza negli anfratti dell’anima sua  che ancora una volta era stata derubata dell’Amore. .....continua al prossimo post .

Pier

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Commenti al Post:
oltreL_aura
oltreL_aura il 31/10/12 alle 18:57 via WEB
Un altalenante sciabordio di ricordi ed emozioni, in questo tuo scritto.Dalla grande delusione d'amore,sino ad arrivare ad accarezzare quella cicatrice dolorosa della perdita del padre.Gocce d'anima scivolano sul viso, sino a bagnare le mani che calde stringono il cuore,dolorante in questi attimi di vissuto,di Peppino come di tutti.Un caro saluto.
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 31/10/12 alle 20:25 via WEB
La ricerca dell'amore passa sempre attraverso il dolore.Senza il dolore non è possibile crescere nella comprensione del valore della vita. Solo chi ha molto amato non sarà mai completamente solo.Peppino sarà sempre accanto ad alessandro come lo sarà Mara vicka Eva e tutte le successive esperienze di vita vissute.Pier
 
Katartica_3000
Katartica_3000 il 01/11/12 alle 01:02 via WEB
Nel dolore che si perpetua, un altro dolore mai dimenticato, ma socchiuso semmai nei silenzi profondi del cuore..Grande Uomo, Peppino: e anche Alessandro lo sa:-) Bel- racconto come sempre...Un sorriso a te
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 01/11/12 alle 14:05 via WEB
Il dolore spesso aiuta a percepire il valore della vita troppo spesso sottovalutato dalle azioni dell'uomo sempre tragicamente incline all'abisso più che all'elevazione ed al riscatto dal male.Pier
 
nefertiti704
nefertiti704 il 01/11/12 alle 10:07 via WEB
Un abbandono, ancora un abbandono per Alessandro e il dolore riemerge in lui in tutta,la sua drammaticità azzannandolo con ferocia.La scheletrica Signora gli aveva portato via il giovane padre ed Alessandro ripercorre tutto il cammino a ritroso fino a rievocarne la figura d'un uomo onesto che mai sarebbe ricorso a mezzi illeciti per continuare il suo lavoro, mai avrebbe urlato per imporre le proprie idee..l'onestà, quella 'vera' non ha bisogno d'essere esternata con clamore..Ora Alessandro subisce un altro abbandono e questa volta proprio dalla persona con la quale ha passato attimi magici romantici e irripetibii che solo in giovane età si è capace di provare e lui non è pronto per un altro abbandono e le sue lacrime lo dimostrano. Caro Pier hai saputo dare col tuo racconto il senso della vita con una leggerezza e proprietà d'espressione che ne fanno un piccolo capolavoro. Ho rivisto il funerale della mia Mamma, ho sentito il tonfo sordo della cassa che veniva messa giù per essere poi ricoperta di terra scura mentre la voce d'un prete indifferente recitava..polvere siamo e polvere ritorneremo..Con ammirazione, cari saluti, Mapì
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 01/11/12 alle 14:01 via WEB
Gli abbandoni sono terribilmente pericolosi in quanto inducono ad avere paura di amare ad aver paura di affezionarsi alle persone di aprire troppo il proprio cuore all'altro.D'altra parte senza certe esperienze la vita sarebbe terribilmente vuota ! Ogni rapporto umano nel bene e nel male è occasione di crescita, costruzione di noi stessi.Le persone e non il denaro sono quelle che contano poichè il loro esempio i loro insegnamenti il loro a volte apparente distacco nello starci vicini saraà qualcosa che avremo sempre accanto per il resto della vita.Pier
 
   
nefertiti704
nefertiti704 il 02/11/12 alle 10:59 via WEB
Sic est Pier..un abbraccio, Mapì
 
lettriceLudmila
lettriceLudmila il 01/11/12 alle 10:50 via WEB
In the end we only regret chances we didnt take. The relationships we were scared to have and the decisions we waited to long to make there comes a time in your life when you realise who matters, who doesnt, who never did and who always will. :)così lo sento anch'io... un abbraccio Pier :*
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 01/11/12 alle 13:52 via WEB
Non c'è niente di peggio del rimpianto di non aver agito in un certo modo, di essersi lasciati bloccare dalla paura di un'azione ,di un gesto nel nostro agire troppo rimandato, troppo atteso.
Ne sa qualcosa Alessandro che dovrà ancora affrontare durissime prove che lo aiuteranno a trasformare l'amarezza e l'acredine nei confronti del mondo e della vita, che lo stava portando alla asfissia, in una sostanza che cementata in piccoli mattoni gli è servita an costruire il resto della sua esistenza .
Pier
 
estempora_nea
estempora_nea il 03/11/12 alle 20:12 via WEB
E' molto bello Peppino in questa foto, ha i capelli con le onde, come il mio bellissimo papà, chissà se ha pure gli occhi neri.. appare qua ritratto in uno sguardo pulito, sincero, sereno...che ricordi nostalgici evoca un foto!!Io mi incanto a rispolverare nel mio pc tutte le foto di papà, ogni foto un sorriso , un ricordo, un insegnamento.In un certo qual modo abbiamo fatto dei post simili, come non ricordare i cari genitori nelle ricorrenze!! e non solo in esse...anche se la stragrande maggioranza va per compartimenti stagno nello svolgimento della quotidianità della propria vita.Ossia, si va al cimitero perhè è il 2 novembre..bene, torniamo al post da commentare; mi sono persa tanti piccoli stralci di questo mondo parallelo,poichè assente per un lungo periodo dal web, ma in buona parte ho visionato e non è stata difficile la comprensione degli eventi. La scrittura è un'arma potente che ci permette di tirar fuori il mondo delle emozioni, e così, di tanto in tanto torno nel mio amato blog, custode delle mie semplici esperienze di vita..e così fai tu, così fanno tanti amici che abbiamo in comune, peccato manchi Francesca, ma spero che torni da un momento all'altro, mi manca tanto per davvero. La storia narrata nei tuoi post mette in evidenza un ripercorrere di eventi che hanno segnato profondamente la storia di un Alessandro che ne ha passate di tutti i colori ma, si spera, non ancora vinto dalla sofferenza e dalla drammaticità degli stessi, eventi che a volte si accaniscono in particolare su alcune anime e lasciano segni, incomprensoni, e, ahivolgia a tentar di spiegarle..l'unica cosa che ci è possibile fare è accolgierle in noi e pensare che fanno della nostra esistenza, restano comunque esperienze che ci hanno insegnato tanto e che ci hanno permesso di vivere comunque con la dignità e l'amore che ci è stato tramandato dal preciso istante in cui siam venuti al mondo.. dobbiamo esser fieri di questo insegnamento che ci ha consentito di arrivare fin ai quotidiani traguardi...volevo inviarti un video "Peppino" di Venditti,credo che sia bella da riascoltare... ma non riesco più a farlo, non so perchè...ma credo abbia la stessa valenza.. un caro saluto. Donatella
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 06/11/12 alle 20:16 via WEB
Ecco rimedio al video non ricevuto lasciando qui una parte significativa del testo della canzone che hai citato:
Un padre e un figlio con un solo abbraccio
squarciano il tempo, vanno oltre lo spazio
cani randagi nella notte scura
la vita no, non fa paura.
E per quanto riguarda gli occhi di peppino erano proprio neri neri.
Pier
 
   
estempora_nea
estempora_nea il 07/11/12 alle 18:24 via WEB
questa canzone è stupenda Pierangelo..sai, oggi sono andata al cimitero con mia figlia, ultimamente non riesco ad andar da sola,mi assale una forte malinconia... e così lì davanti ripensavo alla sua vita, alla sua sofferenza, ripensavo che aveva perso il suo papà quando aveva solo 15 anni e si era trovato insieme alla sua mamma ad affrontare uan vita davvero non facile,i soldi erano pochi ai tempi della guerra...poi giovanissimo, è arrivato il suo infortunio sul lavoro..e poi ancora mi son vista scorrere davanti tutta la sua vita...un grande uomo il mio papi..credo che anche Peppino lo sia stato....se penso che oggi non si sopporta proprio nulla e si fanno le tragedie per cose davvero futili e di poco conto..che pena!! di grandi uomini, mi spiace dirlo, oggi se ne vedono pochi, molto pochi...Donatella
 
     
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 09/11/12 alle 19:18 via WEB
Tra uomo e donna le cose si sono complicate per lasciare emergere comportamenti estremi,che nella società adierna sfociano spesso in tragedie.Questi discorsi che facciamo qui riescono difficili ed astrusi tra le coppie che ormai non comunicano più tra di loro se non con routinarie azioni dovute alla funzione del ruolo occupato nella famiglia.Estranei sotto lo stesso tetto che consumano fugaci rapporti ormai privi della poesia dei sentimenti.Forse una volta si sapeva di più perdonare c'era pèiù ritegno più rispetto.Oggi a volte penso di essere tra involucri svuotati dall'anima.Pier
 
     
estempora_nea
estempora_nea il 10/11/12 alle 18:23 via WEB
Io dico che fino a quando il rapporto è finalizzato solo e soltanto allo svolgimento di routinarie azioni legate alla contingenza della vita di coppia ci si può ancora salvare e con questo intendo che, se ci si ravvede un po’ all’interno di un rapporto, forse si può tornare un po’ a ritroso sui propri passi, interrogarsi sul perchè il rapporto è cominciato a sfaldarsi, e forse, se la situazione non è proprio precipitata, probabilmente due coniugi ricominciano a comunicare a ricostruire un rapporto. Condizione non facile, ma non impossibile da recuperare. Ovviamente se ambedue hanno desiderio di innovarsi e si amano ancora. Tutto ciò per ribadire che la peggior cosa è quando troppi silenzi, troppo rancore represso, diventano una potenziale e temibile miccia , che, se mal controllata, va a sconfinare prima nel turpiloquio,poi, e dai e dai, nella più efferata violenza, violenza che nel quotidiano diventa l’assillo dei rotocalchi e ci lascia nell’impotenza e nella costernazione più profonda..ma si chi sarà la colpa mi domando io? dei Media? del benessere e del consumismo? Dell’emulazione???… della pazzia??? Non so darmi piene risposte, non ancora…Credo davvero che un tempo ci fosse più rispetto tra coniugi spesso si viveva con la suocera in casa, che, a differenza di oggi, non veniva vista come un fastidio, una persona invadente, e, se non altro, dava una bella mano allo svolgimento delle mansioni familiari e sotto certi aspetti garantiva anche una tutela e salvaguardia maggiore della prole….ora i figli appena nati sono sballotto lati a destra e manca tra nidi, baby sittter e quant’altro, le mamme si stressano e non poco, e tutto il logorio un pochino forse si ripercuote anche sulla vita di coppia….
 
     
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 17/11/12 alle 21:36 via WEB
Il concetto della famiglia con dei ruoli ben definiti è oggi cmpletamente stravolto vista l'emancipazione della donna e la facilità con la quale un rapporto matrimoniale può sfaldarsi.La donna così per essere indipendente in caso di disaccorso coniugale ha un lavoro che la concede anche una maggiore autonomia.Dentro questi scenari il maschio è conscio di non essere più l'asse portante della famiglia e a volte cova rancore e frustrazione.Spesso così scoppiano tragedie dovute proprio ad una impossibilità di condividere situazioni e di cercare di risolvere tra uomo e donna.Questa situazione di incomunicabilità fa ancora rinchiudere maggiormente in sè i protagonisti che finiscono per non più capirsi e tollerarsi.Pier
 
     
estempora_nea
estempora_nea il 19/11/12 alle 18:41 via WEB
L’incomunicabilità è figlia dell’egoismo e l’egoismo è frutto di individualismo. Comprendi bene che negli scenari che hai saccentemente illustrato si innesca una “sorta di gatto che si morde la coda”, per cui poi diventa veramente difficile tentar di salvare la famiglia, ed i figli poi sono quelli che ne pagano di più le conseguenze.. però io personalmente affermo che nulla è impossibile, purtroppo spesso regnano sovrane nel cuore le parole di cui sopra, ma non sono qua né a giudicare, né tantomeno a condannare..però, lo ribadisco, nulla è impossibile, ma la cosa importante è che ambedue le parti interessate, di qualsiasi cosa si tratti, siano realmente interessate al raggiungimento di un obiettivo. Attendo ora tuoi prossimi post a conoscer il seguito delle vicissitudini del nostro caro Alessandro.. Un saluto, ciao^^ Donatella
 
     
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 19/11/12 alle 20:33 via WEB
La causa comunque di tutte le tragedie umane,dalla guerra alle violenze e alle persecuzioni è l'incapacità di provare Amore vero ma la diabolica propensione all'esaltazione del se e dei propri immediati interessi personali. Pier
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 07/11/12 alle 23:51 via WEB
Mi scuote il tuo racconto Pier, i ricordi si fanno tumultuosi come un rombo di tuono...
Rammento la paura negli occhi di mio Padre, un sentimento che non gli avevo mai visto prima di allora, in quell'ultimo frammento di vita terrena... Era divenuto così fragile, piccolo... l'ho sentito mio figlio, in tutto e per tutto... e Lui si era arreso a ricoprire quella veste, malgrado l'orgoglio e la caparbietà, ormai piegate dalla malattia.
Mio Padre, Peppino... i "nostri eroi" trasformati in esseri vulnerabili, traditi dal loro stesso corpo: quante volte abbiamo ordito l'inganno per rassicurarli, quante volte abbiamo girato lo sguardo per celare la verità ai loro occhi che indagatori di risposte vestite di speranza?
Quante spine abbiamo strappato dal loro cuore per tranquillizzarli e allontanare i rimpianti?
L'abbandono è una porta che si chiude, che lascia dietro di sé il senso di vuoto, di passi precipitati nel buio, di occhi sbarrati, di voce strozzata, di un tempo senza ore... di una deflagrazione orgine di un vortice che risucchia l'anima...
Ti abbraccio Pier caro, in questo momento commossa... Bacio, M.
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 09/11/12 alle 19:32 via WEB
La parola cancro ha sempre fatto una grandissima paura.E' così ancora ai giorni nostri dove la medicina ha fatto passi notevoli e la sopravvivenza aumentata di parecchi rispetto ai tempi del racconto.Chissà perchè nascondere una realtà invece di affrontarla insieme .Era come se gia la falce della morte si fosse già insinuata tra i protagonisti della storia senza lasciare a loro alcuna speranza.Alessandro purtroppo non ebbe il piacere di stare con il padre ne di stare in un ambiente dove essere sereno e circondato dall'Amore. L'incombente realtà ed i problemi economici scaturiti dalla scomparsa del padre imposero a lui ed a sua madre duri sacrifici..Pier
 
rossmel21
rossmel21 il 08/11/12 alle 21:29 via WEB
ciao Pier,come vedi son tornata,i tuoi racconti li conosco...ormai è come se facessero parte di me....strano come le persone riescano a comprendersi nel profondo dell'animo senza mai conoscersi fisicamente credo sia questione di feeling,affinità elettive o semplicemnte un grande bisogno d'amore che in tutti noi è insito,come il bambino che tende la mano....
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 09/11/12 alle 19:10 via WEB
A volte la fisicità toglie l'essenza di un anima in quanto si tende a dare troppo peso ad essa.L'anima invece è libera ,non vuole gabbie di corpi che sia nella bellezza che nella deformità imprigionano l'pessere in un ruolo che non gli rende giustizia.La ricerca dell'Amore l'eesere innamorati dell'Amore che in sostanza è assolutamente un atteggiamento utopico, nella migliore delle ipotesi realizzabile per rare e fortunate coincidenze ci rende capaci di parlare uno stesso linguaggio.Grazie di essere passata su queste rive dell'anima.Pier
 
   
nefertiti704
nefertiti704 il 14/11/12 alle 16:35 via WEB
Rive dell'Anima Pier? Solo tu con la tua nota gentilezza d'animo, e la tua 'creativa' penna potevi scrivere una frase così. Buona serata, Mapì
 
woodenship
woodenship il 16/11/12 alle 21:40 via WEB
Ed alla fine,a chiosa di un raccontare struggente,ecco una pietra tombale che pare messa su ogni speranza...Ma confido sulla gran forza e amore che pervadono ogni tuo racconto:amore è vita,vero?................W........
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 17/11/12 alle 21:29 via WEB
cERTO WOOD AMORE vuol dire senza morte qualcosa che sconfigge la morte relagandola ala fine ad una condizione che comunque genera altra vita e attraverso il dolore la possibilità di trasformare il dolore in amore.Pier
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 19/11/12 alle 20:22 via WEB
AVVISO A TUTTI QUELLI CHE UTILIZZANO FIREFOX E CHROME:Mi sono reso conto che a causa dello sfondo introdotto sotto la scritta del post diventa impossibile nel momento in cui si vuole riswpondere visualizzare il commento a cui si stà rispondendo e perfino trovare il tasto pubblica.Provvedo quindi a togliere lo sfondo in quanto non tutti utilizzate internet explorer browser con il quale il problema non si manifesta. Pier
 
nefertiti704
nefertiti704 il 22/11/12 alle 11:05 via WEB
Sai Pier? Ho riguardato la foto che hai inserito e poi mi sono andata a riguardare le vecchie foto di famiglia..un poco assomiglia a mio Padre che ho per a soli tre anni e mi si stretto il cuore. Tu sai come arrivare al cuore della gente Pier! Ti abbraccio, Mapì
 
 
danzan0l3n0t3
danzan0l3n0t3 il 24/11/12 alle 20:36 via WEB
Perdere un padre da piccoli crea intorno un grande vuoto .Tua madre comunque pare sia riuscita a crescere una figlia di grande forza d'animo. Un abbraccio .Pier
 
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PROTETTO CON

 
        RIFLESSIONE
S caricano il loro veleno
T ra le strade del mondo
O mbre di uomini opachi
R ifiutano il fulgore della luce
D entro hanno neri abissi
I imputridito è il loro cuore
S olo la fiaccola del male
C ontinua a bruciare i
O ra dopo ora nel loro involucro
N ulla resterà di essi se non l’odio
O rmai unica nota che li distingue

I giorni scorrono stanchi delle guerre
V orrebbero che tutto finisse
E cessasse in una esplosione di pace.
N ulla però può fermare la lotta
T ra il bene ed il male che continua 
I giorni trascorrono nell’indifferenza
D ella gente che non vuole cambiare
E sugli altari della quotidiana follia
L e vittime di un mondo senza cuore
L ‘ultimo respiro esalano al nulla.
A ncora una volta prego perchè
Q uesta corsa folle senza traguardi
U n giorno possa finalmente cessare
O cclusa da un muro di luce invalicabile
T rafitta dalle stesse lame d’odio
I ntinte dello stesso veleno del male
D a cui ha sempre tratto nuova energia
I n silenzio osservo da questo sperone
A ssiso sulla fredda roccia del tempo
N uovi fermenti di vita farsi strada
A fflatti di bene spazzare le nebbie
M alvagie che ricoprono case e palazzi
A ncora aleggianti sulla città perduta
L a lotta laggiù continua incessantemente
V edo uomini donne ed eroi del quotidiano
A ffrontare con grande dignità la vita
G uardando avanti uniti da nuova fratellanza
I indietreggiano i lupi affamati di potere
T raditi dalla loro infinita brama di sangue
A’desso una piccola luce brilla ad indicare la via.
Pier
 

un Giorno ...una Notte

ALAIN VEINSTEIN

 

 

INTERVISTA AD ALDA MERINI

 

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