L'INSODDISFAZIONE....
Subito socchiudo gli occhi e faccio finta di essere preso dal gioco.
Lei, adesso, mi osserva accuratamente.
Si toglie le cuffie e le ripone con il lettore mp3 nella tasca da dove le aveva prese.
Di colpo allunga la mano destra verso di me.
- Piacere Emy -
Rimasi interdetto per qualche attimo e poi con poca disinvoltura le strinsi la mano presentandomi anch’io.
- Vai anche tu a Milano? – mi chiese.
- Si! – risposi quasi intimorito.
- Anch’io! Lavoro lì. Insegno lingua inglese in una scuola della provincia.
- Anch’io, ma insegno letteratura – risposi stavolta con grande entusiasmo dovuto alla inaspettata coincidenza.
- Ascoltavi musica? – aggiunsi frettolosamente.
- Ascoltavo i Queen, Freddie Mecury, “ The show must go on ”, l’ultima sua canzone prima di morire. Sai è per me come un motto di vita. Lo show deve continuare… -
- Io preferisco “Carpe Diem” sono più… –
- Dal film con Robin Williams più che dalla propositiva filosofia oraziana –
- Si proprio così! –
- Stavi giocando con quella? – indicando la nintendo DS.
- Si, ma a dire il vero volevo guardare un film che ho scaricato ieri, poi invece mi sono messo a giocare… -
- Possiamo vederlo assieme se ti va? –
- Certo che mi va! –
Si alzò e si spostò nel posto centrale accanto al mio.
Staccò le cuffie dal suo mp3, una se la mise all’orecchio e l’altra la porse a me.
Come ha fatto a capire che voleva ascoltare l’audio del film con le cuffie?
Man mano che le scene andavano avanti lei più si avvicinava a me ed io a lei.
Ora il suo prosperoso seno era poggiato candidamente sul mio gomito.
Ad un certo punto mi voltai verso di lei e mi accorsi che mi stava guardando.
I nostri sguardi erano vicinissimi ed io mi persi nei suoi occhi scuri.
Fui come attratto da un misterioso magnetismo e mi ritrovai senza rendermene conto a baciarla.
Anche lei fu presa dallo stesso mistero e delicatamente corrispose al bacio.
Terminato l’incantevole momento, ripose la testa sulla mia spalla e si addormentò.
Dopo che il battito del mio cuore era finalmente rallentato e ritornato regolare, poggiai anche io la testa sulla sua e mi addormentai”.
Un trillo di telefonino mi sveglia di colpo.
Mi ritrovo nel mio lettino, nella mia casa, col mio pigiama addosso e col mio solito cuscino tra le braccia, segnato al centro dall’alone dell’ennesimo inconsapevole bacio.
Prendo il cellulare e vedo il solito squillo in anonimo del mattino.
Chi sarà mai? Qualche goliardico che mi vuol prendere in giro, oppure…
La mia bocca è tutta impastata e un amaro sapore l’avvolge.
E’ il quotidiano sapore dell’insoddisfazione.
FINE