L'INSODDISFAZIONE....
E da qui nasce e cresce la mia consapevolezza, che in poco tempo si sono frantumati tutti i miei desideri, le mie aspirazioni e i miei sogni, questa consapevolezza io la chiamo “insoddisfazione”.
Quando mi capita vedo la tv, soprattutto la mattina nel mio lettino; ricordo che amavo guardare le love story, i film d’amore, ma ora davanti a un bel film riesco a vederne solo l’inizio, mi addormento subito.
E finalmente giunge il momento più bello della mia giornata, l’agognato e sospirato riposo, il sonno ristoratore, dove recupero tutto ciò che ormai non ho più: i miei sogni.
“Il treno delle 20.30 è partito da pochi minuti. Domani mattina presto sarò a Milano.
Sono tornato a casa dai miei genitori per vedere come stavano, e anche per respirare un pizzico di sana aria del mio paese natìo e delle mie origini.
Da più di quattro anni insegno letteratura in un liceo dell’hinterland milanese e, ad essere sincero, trovo che i miei studenti sono molto bravi, insolitamente si appassionano alla letteratura.
Ho ricaricato le batterie, e sono pronto a riprendere il mio lavoro con più entusiasmo di prima; a me piace tantissimo insegnare.
Il vagone di seconda classe é praticamente vuoto e nel mio scompartimento ci sono solo io.
Sedutomi nella poltroncina vicino al finestrino, stendo le gambe sul sedile di fronte, senza togliermi le scarpe in pelle nera, classiche, che si intonano perfettamente con il mio gessato blu.
Erano passati poco più di dieci minuti che l’accesso allo scompartimento si apre ed entra una ragazza che senza nemmeno salutare, posiziona i suoi bagagli nello scomparto in alto.
Io immediatamente tiro indietro le gambe e mi rannicchio nel mio sedile, imbarazzato dall’essere stato sorpreso in atteggiamento scomposto, occupando due posti.
Lei, senza nemmeno degnarmi del minimo sguardo, si posiziona nel posto di fronte al mio, prende dalla tasca della giacca un lettore mp3, si sistema le cuffie nelle orecchie e, incrociate le gambe, fissa lo sguardo verso il finestrino buio.
Io la osservo attentamente per qualche minuto.
Indossa una giacca scura, aperta, che contrasta con la deliziosa maglietta bianca con pagliuzze argentee che formano il marchio di una famosa griffe d’abbigliamento. Scarpe nere, da donna ma molto sobrie, che si perdono nelle pieghe nere di un jeans abbastanza attillato.
Un bel viso, pulito, dal quale risplendono due occhi scuri e due labbra delicate.
Capelli lunghi e neri, ben tenuti, che sovrastano gli occhiali con una montatura un tantino retrò ma che le danno una fine aria da intellettuale.
Non è magrissima e ha tutte le forme giuste al posto giusto.
Ora osservo con attenzione le mani, che tiene piegate sull’addome, con la destra che copre l’altra, sono ben curate ma non riesco a vedere se all’anulare sinistro porti qualche anello.
Dovrà prima o poi stancarsi di quella posizione e mostrare quella benedetta mano coperta!
Ma il primo a stancarsi sono io e mi perdo nel decidere cosa fare per far passare il tempo.
La prima idea è quella di continuare il mio libro di poesie, ma subito l’abbandono poiché la lettura a quest’ora mi fa venir sonno.
Allora penso di prendere il mio portatile e magari, col cellulare, di navigare in internet, ma anche questa idea viene scartata poiché in treno il cellulare perde campo e soprattutto perché non mi va di alzarmi e prendere il portatile nella borsa.
Allora opto per la nintendo DS che ho in tasca.
Comincio a giocare ad una corsa di auto ma mi rendo conto di sbattere ad ogni curva ed arrivo ultimo.
Sono poco concentrato, infatti mi distolgo continuamente dal gioco per osservarla attraverso il riflesso del finestrino fino a quando nel riflesso incrocio il suo sguardo con il mio.*******CONTINUA
Inviato da: gattoselavatico
il 02/06/2019 alle 17:52
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