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IL PENTIMENTO II Parte

Post n°29 pubblicato il 18 Aprile 2008 da giona03

Il peccato causa anche  il blocco mentale il quale impedisce al peccatore  di pentirsi.

Una mente bloccata è simile ad una cassetta bloccata, la quale non consente né di essere ascoltata,  né che vi si registri.

L’uomo dalla mente bloccata non può tornare al passato per vedere le sue colpe e non può accogliere nessuna luce,  se non cerca la sua salvezza con impegno  rimarrà nelle tenebre per l’eterno.

Ecco cosa vuol dire indifferenza, da dove viene, come viene e perché viene!

L’indifferente non può entrare nel regno dei cieli perché oltretutto è anche inaffidabile!

IL serpente sa che l’uomo si pente rompe l’alleanza,  sarà perdonato e uscirà dall’inferno

Per questo gli blocca la mente fino al giorno in cui, anche se si svegliasse, sarebbe troppo tardi.

Infatti i popoli di Lot e Noè si sono pentiti, ma quando era ormai troppo tardi.

Speriamo che non capiti mai più!

Lo stesso serpente che indusse  Adamo ed Eva a giustificare le sue colpe induce ogni peccatore a giustificarsi.

Crea la giustificazione ogni volta che il peccatore esamina le sue opere inique e soffia in lui l’orgoglio e la superbia,  quando altri gli fanno notare che sta sbagliando.

Nascondendo la colpa nasconde anche il castigo e non parliamo neanche della sofferenza che il peccatore crea nel cuore del signore DIO.

 

Chi non vede queste cose potrà pentirsi?

 

Chi non si pente prima o poi arriverà alla disperazione perché prima ha perso il Signore DIO dal suo cuore per adorare gli idoli  e in seguito  perderà anche i suoi idoli.

Quale disperato che non cerca la mano del Signore non arriva al suicidio e/o all’omicidio?

Il pentimento salva l’uomo dall’omicidio e dal suicidio spirituale e materiale perché appartiene alla vita.

Se il ladrone crocifisso alla destra del Signore Gesù non avesse riconosciuto le sue colpe, sarebbe  entrato in  paradiso in quello stesso giorno?

Se Maria Magdalena non avesse riconosciuto le sue colpe, avrebbe potuto essere la prima a vedere il Signore Gesù risorto?

Quando il Signore ci chiede chi ha vinto in noi é come se ci chiedesse se siamo pentiti e convertiti con pianto e lacrime! 

 

La speranza di chi scopre la gravità delle sue colpe è il perdono.

 

Se l’uomo si pente il serpente perde il potere su di lui e, come quando si molla il freno a mano della macchina, la mente si sblocca.

Quando si sblocca la mente  si sblocca anche il cuore.

 

Il peccatore che non si pente non potrà mai amare.

 

Il pentimento genera la sveglia della coscienza soffocata dal peccato, svegliandosi la coscienza ritorna il sentimento umano.

Ritorna così l’ascolto della voce della voce del Signore DIO che avvisa l’uomo quando è in pericolo e lo rimprovera dopo aver sbagliato.

Questo raggio di vita lo mette in comunione con i suoi fratelli in modo da comprenderne le necessità e condividerne le gioie e le sofferenze.

Avviene questo: il pentimento fa svegliare il sentimento umano, il sentimento umano fa sentire la sofferenza per aver peccato contro il Cielo, contro i fratelli e contro se stessi.

Questa sofferenza fa sciogliere il cuore e quando il cuore si scioglie gli occhi lacrimano

Le lacrime fanno aprire gli occhi e gli occhi aperti vedono il volto Divino, il volto Divino è il volto dell’Amore e nell’Amore c’è la speranza di essere perdonati.

Quando il pentimento è sincero l’uomo sentirà la voce del Signore DIO che dirà: “Figlio mio ti ho perdonato”.

Ricordiamo: Maria Magdalena, il ladrone crocifisso alla destra del Signore Gesù e il Figliol prodigo!

 

Il peccatore pentito, se ha peccato contro il Signore DIO, chiederà il perdono direttamente a LUI,   se ha peccato contro i suoi fratelli, chiederà prima il perdono a loro e poi al Signore DIO.

Questo vuol dire che il bestemmiatore dovrà chiedere il perdono direttamente al Signore DIO, mentre chi ha rubato, offeso giudicato, tradito, fatto violenza, adulteri ecc.., prima restaurerà ciò che ha distrutto e poi chiederà perdono a chi ha danneggiato e fatto questo potrà chiedere il perdono al Signore DIO.

 

L’uomo che cerca il pentimento è in cammino verso l’umiltà.

La via che conduce all’umiltà è l’umiliazione che obbliga l’uomo a riconoscere i propri sbagli scendendo dal monte  dell’orgoglio e della superbia che il serpente gli ha iniettato in lui.

Chi non distrugge la superbia e l’orgoglio con l’umiliazione, pur vedendo i propri peccati, non potrà mai pentirsi.

 

 

 

 
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