Dunque, così a memoria, mi ricordo Silvio Sircana. In auto sembrava parlare con un transessuale. Fulminato Prodi. Anche Marrazzo fu sterminato per una presunta liason con un trans, poi si disse che probabilmente c’era pure della cocaina. Eliminato. Certo, si scoprì anche da dove arrivava la spiata, ma il mandante è ancora là, che minaccia pure di tornare.
Frugo a memoria. Non è facile scavare nelle macerie di più di un ventennio di merda, ma mi ricordo Fassino che aveva la banca. Il mandante delle intercettazioni era sempre lo stesso. Gommoso e ridicolo sta ancora là, e sempre minaccia di tornare.
Boffo! Boffo almeno lo ricordate? Dissero che era omosessuale. Colpa grave.
Il giudice Misiano aveva i calzini turchesi. Orrore.
La ministro Josefa Idem. Il suo commercialista le procurò uno sgravio ICI. Affondata!
Chissà quanti esempi mi sfuggono ancora!
La memoria è cosa labile, ce ne stiamo accorgendo in questi giorni di sparo al piccione. Giorni di una miseria culturale impressionante, dove la pochezza della “gente” galleggia nel mare inquinato dell’italica vita.
Il popolo combatte ignaro una guerra tra bande, convinto in cuor suo di esser nel giusto, di far per sé e per il suo bene futuro. E tristezza, scende anche in piazza ad esultare, proprio come sa fare dopo aver vinto un derby o uno scudetto.
E la chiamano politica, che chiamarla merda sporcherebbe i pensieri di chi NON li fa.
E allora a Marino “è tornato il vizietto di rubare con la carta di credito, proprio come fece a Pittsburgh”.
http://www.ignaziomarino.it/wp-content/uploads/SENTENZA-IL-FOGLIO-al.-14-9-12-copy.pdf
(La sentenza spiega come Marino vinse la causa per diffamazione, per i falsi fatti di Pittsburgh. Ve lo dico perché so che in pochi la leggeranno)
Mi torna una domanda: “Ma prima di andare alla guerra, avete mai speso un minuto del vostro tempo, per sapere chi vi ci manda?”
Siete in missione per conto della P3 o P4 o chissà quale aggiornamento della mafiosità. Ignari e felici di partecipare al malaffare che vorreste combattere. Spinti al nulla, così che tutto il peggio si possa compiere in silenzio.
Non cadrò nel tranello dei paralleli, su chi è rimasto ancorato al comando e su chi se ne è andato. So che se fossi Marino salirei sul primo volo per l’America e tornerei a una vita decente, guardando da lontano il progressivo declino di questo staterello criminale.
Ora me ne torno a sorridere, guardando gli autorevoli post dei Social, dove ieri si sparava al Piccione, ed oggi si commemora la morte di Che Guevara – io temo – quello della maglietta, per i più.
Rita Pani (APOLIDE)
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il 01/07/2017 alle 14:46
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