Qual'è il tuo maggior pregio?
Quale il tuo più grande difetto?
E se entrambi fossero la stessa cosa??
Può essere considerato un pregio il fatto di percepire in netto
anticipo quelli che saranno i mutamenti che avverranno attorno a me, di capire l'essenza di una persona escludendo istantaneamente tutte le sfumature che tendono a invaghire la percezione del carattere di una persona. Però
spesso può farti apparire agli altri come persone strane, un po' fuori dagli
schemi, non allineate… e quindi difficili da gestire.
Ma la grande e vera qualità è un altra : quella di
non essere allineato a nulla e a nessuno, riuscendo cosi a percepire con grande
libertà, e in modo del tutto intuitivo e privo di qualsiasi barriera tutto ciò che ci
circonda. Essere quindi un vero e propri metro di giudizio per chiunque.
Chiaramente tutto ciò ha un prezzo. Il vissuto
della diversità, ovvero il vivere al di fuori di schemi e strutture che per
quanto rigide e castranti, offrono pur sempre sicurezze e stabilità, cosa che
invece non si possiede se si va oltre di esse.
Forse sta anche in questo la mia innata conflittualità tra la ricerca di libertà e il bisogno di strutture rassicuranti precise e
contenitive. Si tratta più di un conflitto mentale, sentito in termini
intellettivi, poiché la scelta è sempre a favore della prima, perché
emotivamente non riuscirei mai ad accettare qualcosa che può impedire di
esprimermi e sperimentare autonomamente tutto ciò che giunge nella mia vita.
Del resto
questa è la mia vita....Nel bene e nel male.
E sta anche in questo la necessità di non costruire legami stretti, storie d'amore lunghe e durature,
dove spesso manifesto il meglio… anzi il peggio di me.
La forte empatia tende nella fase iniziale di
una storia a strutturare un profondo legame e a fomentare aspettative di un legame speciale, del tipo due cuori e una capanna, visto che
poi in genere ho una particolare predisposizione ad attrarre persone che tendono
a legarsi eccessivamente, ad essere gelose e possessive.
E' facile poi sentirsi oppressi, schiacciati, limitati e iniziate la fuga,
l'allontanamento.
La richiesta di maggiore libertà ed autonomia diventa un pagliativo inutile.
Tutto ciò da il via a conflitti,
a situazioni pesantissime, la cui gestione richiede molta pazienza e molto tempo.
Ma toglie spazio
per fare altre cose, e la consapevole 'inutilità di ogni azione mi porta ad avere un grado di sopportazione pari a zero.
La sfida consiste allora nel mantenere
ben saldo il bisogno di libertà, mettere subito in chiaro, anche a
rischio di deludere e ferire, che è vitale peravere spazi di totale autonomia e
solitudine nei quali nessuno può entrare. Scelta sicuramente difficile da
attuare, ma che alla lunga non mancherà di dare i suoi generosi frutti.
Lezione da apprendere: riuscire a mantenere salde le
proprie decisioni senza temere il giudizio e l'accettazione altrui.