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MOSCHE IN TUTA SPAZIALE


. . . . . Non abbandonarmi nel silenzio di parole quotidiane. Risali il freddo dello spazio. Vienimi a cercare. Volando senza le ali che non hai o che non vedi. Cose improbabili sono già accadute. E cose impossibili sono già successe. La mia fede, quando è presente, è nelle storie sentite che mi porto appresso nell’incredibile che ancora deve avvenire. dell’incredibile deve ancora avvenire. E come stupide mosche sbatteremo la testa sbatteremo la testa contro il vetro della finestra Stanchi ci faremo traviare dal neon di una fredda cucina ronzandoci attorno ipnotica mente Oppure la troveremo là, dischiusa questa finestra. Fuori, cambieremo il nostro spazio: da un’appartamento a l’aria aperta. Senza raggiungere il sole. Mai L’importante è saperlo L’importante è sperarlo