Ok computer

Appeso sospeso


Finchè non provò  a staccare la sua tela Non potè immaginare di immaginare un centro di gravitàSi isolava spesso per guardare nell’abissoDi lunghi pad tenebrosi bassi di volume netti e profondiMa leggere e tenui note di pianoforte a sottolineare la distanzaDi quel buio Ma finchè non distaccò tutti i suoi tentacoliNon avrebbe mai capito di esser vittima opuure no di una maledizioneSi isolava spesso a guardare verso l’alto lontanoPoteva vedere più dei suoi amiciEppure non riusciva a muoversi in alcuna direzioneAveva abbandonato la spinta di inerzia della sua educazione. Talvolta si sentiva e si immaginava quello che aveva sentito solo dire.Un periodo, impossibile per lui ricordare“Un bambino tanto educato, che non dà fastidio per niente….”“Oh così silenzioso e intelligente”“Sembra triste. Non ride mai….?” Poi i coetanei per sempre:“Eh Canta!”“Eh Balla!”“Eh ridi!”No. alle cene di compleanno, ai brindisi, non riusciva a cantare in coro con gli altri…. D'altronde aveva raggiunto un punto ben stranoE tutto ciò era soltanto lontano.Solo un sollazzo navigare nei ricordi ricostruitiMi ricordo che in un periodo riusciva spesso a volarePartiva come un uccello, così coll’immaginazione.Bastava chiudere gli occhi.Bastava il desiderio e l’impossibilità di fuggire.E già non sognava piùParlava telepaticamente ai moscerini ultimamenteSpostava alcuni oggetti dentro se con la forza del pensieroMa senza il controllo della volontà razionaleEccentrico introverso schizofrenico autodidatta No. da quel punto non si muoveva piùRiusciva a guardare dall’alto, questo è vero…..Ad affascinare qualche persona qualche volta…..Ma non riusciva a muoversiE fermo, aspettando……Non poteva fare che continuare a perdersiPoiché lo scenario si spostava inevitabilmente piano e sempre e per una sola voltaE lui fermoAd attendere il variare del contestoPiano pianoNuove amicizieNuovo equilibrio quotidianoNuovi postiE poi ancora tutto vecchioE lui sempre giovane, fermo immobileFinchè morte non lo separi Ma ci sarà pure una reazionePer essere felice insieme alla felicità che davvero gli passa di fianco e lo sfiora…Perché diavolo non poteva essere felice?Sincero di vita?!Forse era il suo carattere chissàBeh. ma allora bella fregatura. E poi scarpe nuoveNuovi capelliSi finalmente diversoDistaccato ancora di piùL’estremo era fermare qualsiasi oscillazione su quella ragnatelaRimanere immobileAd occhi chiusi per molto tempoForse aveva ragioneAscoltava forze che non aveva ragione per spiegareEsperimentava sulle sue emozioni e purtroppo coinvolgeva nelle sue estremizzazioni anche tutte le belle presenze che aveva accantoEra inevitabileNon poteva muoversi, si muoveva col cuore, con la mente o si limitava a guardareMa questo non lo sopportavaCoinvolgere i sentimenti degli altriPer questo voleva isolarsi spessoTentando di muoversi non aveva ottenuto nienteIntrappolato in altoIn una ragnatela Così fermò le oscillazioni E si credette mortoNon aveva pensieroVisioniEmozioniSensazioninienteSi impaurìSi rese conto che avrebbe potuto davvero essere niente. Poi gli tornò in mente: pensava ad un’altra soluzione.Proveniva da un’illuminazione vecchia che ancora quasi ricordava…. È se tutto questo peso fosse solo un’illusione?Se anche questo tempo che passava davvero non era così lineare?Così fedele al suo apparire e sovrastare?Se così fosse anche questa forza gravitazionale verso il basso che lo attrae….Potrebbe essere,……Ma no? Un’illusione? Come tutti i sentimenti allora?Tutti gli amici?Tutto l’amore?Una visione di una visione.Sognare di sognare.Ma cosa era vero?Doveva provare. Sennò cos’altro? Finchè non provò  a staccare la sua tela Non potè immaginare di immaginare............