Sfiorarsi

Mi siedo sul molo con le gambe nel vuoto,
cerco un senso di rilassatezza a questa giornata passata a pensare a me,
sembra incredibile ma dopo tanto tempo riesco ad avere tempo per affrontare i pensieri che riguardino me stesso,

osservo un punto fisso all’orizzonte mentre il vento freddo punge il viso lasciandomi sveglio a riflettere,
penso ad un senso di vuoto che mi perseguita, che mai in quest’ultimo periodo mi abbandona, e in un certo qual senso è bene che ci sia, è bene che mi permetta di riflettere su ciò che mi sta accadendo,
una sensazione d’inutilità ristagna in sottofondo per tutto il giorno e per tutti i giorni,
penso alla voglia di sorridere per qualcosa di gioioso che vorrei s’avverasse,
penso alle palpitazioni accelerate che vorrei avere guardando qualcosa di bello,
penso ad un periodo dove la mattina mi svegliavo con il sorriso e la voglia di vedere un viso bello come il sole.
Passa una barca a motore mentre gli spruzzi raggiungono i miei piedi,
mi alzo e cammino,
cammino da solo guardando la linea gialla che delimita lo spazio,
una linea continua che mi ricorda un sentimento lungo e duraturo… ma solo personale,
rimpiango una volontà di stabilità e tranquillità che non vuol giungere,
rimpiango la possibilità di pensare agli altri anziché al sottoscritto,
ma soprattutto… piango ancora una volta ad una promessa fattami e dissolta come neve al sole, ancora una volta vedo parole vagare nell’aria senza sosta,
parole che perdono di valore e d’intensità ad ogni minuto che passa,
credere nell’Amore consapevole che presto o tardi tornerà a farti soffrire,
credere nella vita sapendo che proseguirà con il suo incedere stanco e sfiduciato,
e che ad ogni piccola soddisfazione ne regala subito 100 buie e tetre,
vivere per Amare o Amare per vivere, qual è il confine che ci separa da una realtà che non conosce pietà, qual è il filo conduttore che porta alla consapevolezza della felicità e della gioia.