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La libertà e le sue sfaccettature

Post n°21 pubblicato il 16 Agosto 2009 da Nikolaj_000
 

Vorrei dedicarmi alla pura e semplice libertà personale, a quel diritto inviolabile di cui dovremmo godere tutti, la libertà di poter decidere il proprio cammino, la propria via, il proprio modo di vivere.. Purtroppo, troppo spesso, ci vediamo negare tale libertà proprio da chi, invece, dovrebbe garantircela nel modo più assoluto, vediamo dei muri innalzarsi attorno a noi che si frappongono tra il nostro Io e il mondo che ci circonda. Mi riferisco ad alcuni genitori che fanno di tutto pur di negare la libertà ai propri figli, arrogandosi il diritto di poter decidere tutto della loro vita, senza vagliare l'ipotesi che i figli, prima di questo sono Persone. Non è il mio caso, fortunatamente ho avuto dei genitori che mi hanno lasciato molte libertà e ciò mi ha insegnato tanto, ma sono circondato da persone che vedono i propri genitori (e la maggior parte delle volte giustamente) come dei secondini. Io penso che una volta raggiunta una certà età, anche se può variare di caso in caso ma questo è un altro discorso, i figli debbano essere lasciati liberi di prendere le proprie decisioni, di assumersi le proprie responsabilità senza obblighi nei confronti dei genitori, se non quello di rimanere all'interno dell'umanamente tollerabile (non penso insomma che un figlio sia libero di drogarsi o di mandare tutti a quel paese così da sentirsi libero).

Il concetto principale è il seguente. Noi siamo Persone, e sto parlando dal punto di vista sociologico, sia che siamo figli, sia che siamo genitori. Ciò vuol dire che un genitore deve comportarsi con i figli col massimo rispetto personale, mantenendo il suo ruolo di educatore e "protettore" nella prima infanzia e nell'adolescenza. Ma dopo questa età, quando il figlio ha già idee proprie, volontà anche differenti dai genitori, vocazioni e desideri, credo sia molto negativo da parte di un genitore far sì che il ragazzo non possa essere libero di prendere delle decisioni autonome. Prima di tutto un genitore non è il padrone dei suoi figli, bensì un educatore, ciò comporta che una volta raggiunta una certa età, quando ormai i principi educativi sono radicati nei figli, il ruolo del genitore è semplicemente quello di un "protettore passivo" ovvero qualcuno che "c'è sempre" nel momento del bisogno e che in cambio richiede semplicemente affetto e rispetto. Non autorità.

negare la libertà di uscire ad un figlio già grande (e per grande intendo la fascia +18), la libertà di decidere cosa fare, come farlo, o quando farlo, negargli la libertà di decidere cosa fare del suo futuro, come vivere le sue relazioni amorose o sociali, negargli la possibilità di farsi un'idea autonoma del mondo che lo circonda; tutto questo è profondamente sbagliato ed anche pericoloso. Perchè un giorno che lo vogliamo o no, i nostri genitori non ci saranno più, e se quel giorno noi saremo ancora legati a loro su tutto, non saremo mai in grado di avere una vita autonoma e libera, poichè avremo paura di tutto.

trovo inoltre molto negativo che il genitore trasmetta le sue paure ai figli, trovo ancora più negativo che un genitore trasmetta ai figli la sensazione che il mondo sia un via vai di problemi e di pericoli, un ricettacolo di malattie, di violenze, di paure. Il mondo è semplicemente il mondo, fatto di uomini e non di spauracchi. Una persona responsabile, saprà vivere tranquillamente in questo mondo, avrà buon senso, farà esperienze e saprà godersi la vita come merita, senza alcun bisogno di temere di svoltare l'angolo per paura di incontrare un altro uomo.

Giorgio Gaber, grande uomo, aveva già posto il problema con "la paura" una stupenda prosa che potete vedere ed ascoltare nel video che ho postato. Troppo spesso valutiamo le cose con dei pregiudizi senza mai pensare che dietro ogni "maschera" c'è una persona e che spesso siamo noi stessi ad applicare maschere agli altri, riempiendo il mondo di paure fittizie ed inesistenti. Ho sempre più l'impressione che l'uomo moderno abbia bisogno delle paure per sentirsi più sicuro..

Io stesso ho affrontato il problema in maniera diretta. Nel 2003-2004 ho avuto la grande e rara fortuna di viaggiare per l'africa orientale in barca a vela. Sono stato in paesi musulmani, anche quelli con la Shari'a, paesi che secondo ciò che avevo visto in televisione erano pieni di terroristi, di persone pronte a farmi del male, di rapitori, seviziatori, persone malvagie. Eppure non ho incontrato niente di simile, ma semplicemente PERSONE, oltretutto persone squisite, pronte a rinunciare a quel poco che avevano pur di ospitarmi al meglio.

Ecco cosa intendo dire. Il mondo va conosciuto, va visto, va sentito e vissuto, solo così potremmo davvero capirlo, solo così potremo abbattere quel muro di paure, di facce e di miti che ogni giorno ci vengono propinati sempre più volontariamente. Perchè i nostri figli devono vedersi negato il diritto di conoscere il mondo che li circonda? Perchè dobbiamo anteporre le nostre esperienze alle loro, credendo che solo ciò che abbiamo vissuto noi sia reale e che ciò basti per segregare i nostri figli? E' sbagliatissimo pensare che le nostre esperienze bastino anche per i nostri figli. Essi devono fare le loro, devono avere le PROPRIE idee e l'unico modo che hanno per farlo è quello di essere liberi di uscire, di viaggiare, di conoscere gente diversa, città diverse, paesi diverse, culture, religioni, lingue, governi.. Non si può dare una sola immagine del mondo, per giunta estremamente negativa, e pensare che stiamo "proteggendo" i nostri figli. Così facendo gli stiamo solo mostrando un dipinto del mondo, oltremodo negativo, e quando essi si troveranno a viverlo avranno paura di tutto, anche di camminare scalzi su un prato..

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Luca il 17/08/09 alle 00:56 via WEB
Ciao Giuliè, credo sia il mio primo commento sul tuo blog, nonostante le innumerevoli volte che ti ho promesso di scrivere. Bando alle ciance, vorrei citarti una frase di un film molto bello, The Weater Man, dove il padre dice al figlio: \\\"Ci si preoccupa sempre del proprio figlio. C\\\'è sempre da stargli dietro, qualsiasi età essi abbiano\\\". Con questo voglio continuare spiegando il disagio che io in primis vivo in famiglia, e ovviamente credo di non essere l\\\'unico. Ho avuto sempre una situazione economica comoda, non che permettesse di adagiarmi su un letto di carta moneta, ma che mi permettesse di studiare senza sentire il bisogno di dover lavorare per aiutare i miei nelle spese quotidiane. Ovviamente, come hai ben scritto già, questo permette oltremodo di viaggiare, liberarsi da quegli stereotipi che per molti, sono difficili ancor prima da immaginare. Anch\\\'io come te, ho avuto modo di poter visitare quello che oggi viene chiamato il mondo degli uomini bomba. La Turchia per me è stato il salto nel vuoto che aspettavo da tempo. Per la cultura diversa, per la religione spiazzante veramente, per la sua bellezza, per le sue bizzarre tradizioni, per il suo odore, per i suoi colori. Ma questo non cancella il passato. Io attribuisco la colpa al periodo dopo la guerra, che ha compromesso la generazione dei miei e dei tuoi genitori. La paura, la fame, la povertà hanno attanagliato buona parte dell\\\'Italia, riducendola in uno scolapasta, pieno di buchi ed acqua bollente pronta a cadergli addosso. La paura dei nostri nonni è ricaduta sui nostri genitori, che hanno per indole, trasmesso le loro paure a noi. La paura di non potersi mantenere autonomamte, non capendo che l\\\'esperienza fa l\\\'uomo saggio, la paura di alzare la voce quando l\\\'ingiustizia regna sovrana, la paura di non avere nipotini da coccolare! Io sto lottando con le unghie e con i denti per riuscire ad ottenere i miei spazi liberi, i miei prati dove correre scalzo. Un posto dove le persone non ti guardano per il tuo portfolio o per il tuo conto in banca, ma che apprezzino le differenze che ci rendono unici, oppure senza avere la preoccupazione di camminare per strada con un occhio dritto davanti e un altro che guarda dietro. Un posto dove mio figlio possa crescere sapendo che significa felicità, gioia di vivere, dove posso insegnargli perchè l\\\'amore è bello, e non farlo crescere con la paura di essere tradito, anche dal proprio fratello. Farlo crescere con il sole che gli baci la fronte, e non con la paura che diventi una macchina lobotizzata attenta al gossip politico o quant\\\'altro. Non è sicuramente un giorno che io e te parliamo di queste cose, e sicuramente non sarà l\\\'ultimo. Io non spero nella mia rivincita, perchè già stare ad occhi aperti è una bella vittoria, ma spero di poter far capire a più quante persone possibili, che la libertà non si compra, e che mai nessuno ce la regalerà. Mi viene da pensare alla frase di Massimo il gladiatore, che disse: \\\"Quello che facciamo in vita, rieccheggia per l\\\'eternità\\\", ecco voglio essere ricordato, per quello che ha abbattuto le frontiere dell\\\'ignoranza, e non essere ricordato per colui che si è adattato. Spero di incentivare qualcuno a sbloccarsi. Love, Peace and Prosperity bro.
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
L\'Impavida il 20/08/09 alle 18:49 via WEB
Paura di salire sulle giostre, paura di camminare a piedi nudi sulla sabbia o sul prato, paura di nuotare in piscina, paura di sciare, paura di attraversare la strada, paura dell'inesistenza dell'amore, paura della solitudine, paura degli stranieri, paura del mondo intero. Ma non sono mie queste paure.
(Rispondi)
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